Tre domande a... Emuse

4 lug 2025

Interviste

Sapete bene ormai quanto il tema della Palestina sia importante per me, ed è proprio così che ho potuto conoscere un'altra realtà editoriale che pubblica, tra le altre cose, proprio testi di narrativa e poesia tratti dalla penna dei Palestinesi stessi: Emuse. Si tratta di una casa editrice indipendente orientata alla divulgazione di contenuti creativi che vanno dalla fotografia, alla storia dell'arte, dalla narrativa alla poesia, ma.. lascio la parola a Marina Bonalume, ma soprattutto alla fondatrice Grazia Dell'Oro che abbiamo avuto l'opportunità di intervistare all'ultima edizione del Salone del Libro di Torino.


Chi siete e cosa vi caratterizza e vi distingue dagli altri?

La casa editrice emuse ha iniziato qualche anno fa con pubblicazioni fotografiche, ma avevamo un sogno nel cassetto per il quale stavamo aspettando il momento giusto, cioè pubblicare anche letteratura, poesia e narrativa di autori del Mediterraneo. L'occasione è arrivata quando per una strana concatenazione di circostanze favorevoli siamo riusciti a pubblicare una prima raccolta di poesia La saggezza del condannato a morte di Mahmud Darwish, raccolta che fece molto successo e ci diede la voglia di continuare. 

Nel frattempo abbiamo iniziato a collaborare con Almutawassit, una delle più grandi case editrici del mondo arabo, che ci ha permesso di entrare in contatto con molti autori, ma soprattutto con la poesia, linguaggio di elezione nel mondo arabo e per noi è fondamentale veicolare anche l'idea di un mondo arabo non solo coinvolto nelle guerre. 

Oggi, abbiamo tradotto diverse raccolte di poeti arabi, e romanzi tradotti dall’arabo, ma non solo, anche dal greco e dal maltese. E andremo avanti con il nostro focus sulla letteratura del Mediterraneo, abbiamo tantissimi libri in lavorazione!

Quello che ci contraddistingue credo che sia la capacità di aprirci a tante collaborazioni. E poi credere che la poesia possa ancora parlarci; nel mondo occidentale la poesia è stata relegata per lo più nelle scuole e nelle biblioteche, invece noi cerchiamo di metterla sul banco in un modo che possa essere attraente. Lo facciamo anche grazie a copertine che parlano, e il pubblico ci dà ragione, perché di poesia ne vendiamo molta, anche a chi non è abituato a leggerla. Vi assicuro che dai giovani ai meno giovani, in tanti si sono avvicinati ai nostri libri di poesia, forse anche grazie all'entusiasmo con cui la proponiamo. 


Ammirazione, Orgoglio e Sogno.

Qualcosa di altre case editrici che ammirate e/o che avreste voluto fare voi.

Abbiamo ammirazione per quegli editori che pur avendo avuto successo sono rimasti molto fedeli all'idea iniziale, sono riusciti a portare avanti la visione iniziale. Mi vengono in mente Iperborea e Sellerio… 


Qualcosa di cui siete particolarmente orgogliosi.

Sicuramente la collana di poesia e, in particolare, essere riusciti anche a pubblicare l'ultima raccolta poetica di Mahmud Darwish, quella che è uscita post mortem, che in Italia fino a oggi era stata pubblicata solo parzialmente. Un grande, grandissimo orgoglio, perché lui è il Poeta che ha cambiato la mia vita. Tutto questo esiste perché ho letto Darwish, letto e riletto, e avere Darwish sul banco nel nostro catalogo è veramente un grandissimo orgoglio.

Se vogliamo parlare del Salone del Libro, siamo molto orgogliosi di avere organizzato un evento sulla Palestina dove abbiamo parlato di una raccolta di racconti di Ziad Khaddash che abbiamo pubblicato. Con noi c’era un poeta e giornalista palestinese. C'era un coda lunghissima e, purtroppo, non tutti sono riusciti ad entrare. Quindi grande orgoglio nell'aver portato, proprio nel giorno dell'anniversario della Nakba, la Palestina fisicamente all'interno del Salone.



Il Sogno nel cassetto.

Il sogno è un po' quello di tutti gli editori: riuscire ad arrivare negli scaffali di tante librerie, di essere visti, rimanendo fedeli a noi stessi. Una cosa non può mangiarsi l'altra.


Pro e contro di questo Salone 2025

Pro: è la prima edizione a cui partecipiamo e per noi è riuscire a parlare con i nostri potenziali lettori e a raccontare molto di più di quello che si riesce a esprimere in un post o sul lato digitale. Abbiamo parlato tantissimo con tante persone e ricevuto tanti complimenti per il nostro progetto editoriale.

Contro: certe volte alle fiere si ha l’impressione che l'editore sia “carne da macello”. Nel senso che l'organizzazione si mangia le esigenze dei singoli editori, dalle cose più piccole della logistica, alle regole e regolamenti. Capisco che l'organizzazione è complicata, però, è fatta sulle spalle degli editori, perché senza editori il Salone del Libro non si fa.



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Per scoprire il loro catalogo questo è il Sito.
Contatti:



Di questa casa editrice ho già letto Le ferite ci raccontano, di Ziad Khaddash, una raccolta di racconti che ci trasporta nella quotidianità della Cisgiordania, tra finzione e realtà, creando anche così vicende molto surreali, ma mostrando sempre l'amore per la Palestina e la difesa per la sua dignità. Grazia, poi, mi ha gentilmente fatto omaggio di due raccolte di poesie di cui cercherò di condividere presto i miei pensieri: Vorrei che questa poesia non finisse mai, di Mahmud Darwish, e Dal fiume al mare di Samer Abu Hawwash.
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