Siamo quasi a metà del mese e, quindi, direi che sia venuto il momento di pensare alle novità in uscita a febbraio!
Devo dire che ne ho trovate diverse, per me molto interessanti e come sempre varie. Ci sono ritorni, nuove voci, graphic novel dai disegni splendidi e libri illustrati per bambini che possono essere un valido modo per poter parlare loro di argomenti molto importanti e attuali.
A volte i social ti permettono di scoprire profili molto interessanti.
Non so come ho trovato quello di Sabrine, ma sono rimasta subito colpita dal suo modo di divulgare l'arte. I suoi video ti permettono di accedere all'opera, mostrandone non solo la storia e i dettagli, ma anche le emozioni. Quando ho scoperto che aveva scritto un libro, l'ho subito inserito nella mia lista dei desideri. Per fortuna mia sorella e la sua famiglia me ne hanno fatto un bellissimo dono per Natale e così eccomi qui a parlarvi un po' di questo delizioso omaggio all'arte, che mi ha permesso di tornare non solo ai quadri già conosciuti e amati, ma anche di scoprirne altri di una bellezza straordinaria. L'arte e la letteratura riescono sempre a regalarmi emozioni difficili da trasmettere a parole. Ma ci proviamo.
Il libro che vi consiglio oggi è Nessun dipinto mi spezzerà il cuore, di Sabrine El Mayel in arte Je Suis Sabrine, pubblicato da Becco Giallo.
Cinque donne diverse, cinque scrittrici di epoche differenti, ma unite da alcuni elementi in comune.
Cinque autrici accolte in una biografia di gruppo, collegate dal genio che condividono.
Mary Shelley, Emily Brontë, George Eliot, Olive Schreiner, Virginia Woolf.
Outsiders. Cinque scrittrici che hanno cambiato il mondo, che Lyndall Gordon ha scelto di raccontare in questo interessante saggio che vi consiglio oggi.
Che cos'è la memoria? Come funzionano i nostri ricordi? Perché tendiamo molto spesso a dimenticare?
Per rispondere a queste e altre domande possiamo leggere un saggio pubblicato di recente da Aboca Edizioni: Perché ricordiamo. Sbloccare il potere della memoria per conservare ciò che conta del neuroscienziato e psicologo, professore presso il Centro di Neuroscienze e il Dipartimento di Psicologia e direttore del Dynamic Memory Lab presso l'Università della California a Davis, Charan Ranganath.
Ricordo che da piccola osservavo un'anziana del mio paesino fare uno strano rituale con acqua e olio a mia nonna. Non ho nitidi tutti i dettagli, ma so che era per togliere l'invidia, il malocchio. Tradizioni che ormai si sono perse (e mi dispiace non aver appreso nulla a riguardo) o che, forse, continuano a essere ancora vivide in quelle piccole realtà di campagna dove la modernità e il progresso non hanno eroso del tutto certe credenze. Crescendo è sempre rimasta in me la passione per il folklore, per quelle antiche suggestioni, che forse facevano paura, ma permettevano di dare una risposta - forse - a certi eventi inspiegabili.
Quando ho visto Le malaveglie di Filippo Cerri pubblicato di recente da effequ (ringrazio di cuore Silvia per la copia cartacea!), ne sono subito rimasta attratta. Si tratta di una raccolta di storie folk-horror che si nascondono nei luoghi della Maremma, e che l'autore ha scelto di far riaffiorare a suo modo.
Maghe, streghe e folklore: poteva mai non attrarmi un titolo del genere? Sono ormai tanti anni che questi temi mi affascinano tantissimo, e la curiosità non può essere mai saziata del tutto.
Maghe e streghe d'Italia di Pierluigi Serra è un saggio che ci porta in un vero e proprio viaggio nel nostro Paese, dal nord al sud dell'Italia, alla scoperta di donne realmente esistite che hanno praticato la magia, e che soprattutto sono state vittime di una delle pagine di Storia più dolorose, quella dell'Inquisizione. A guidarci due figure opposte, ma ugualmente degne di nota: da un lato Circe, donna saggia che incarna in pieno il ruolo di maga e incantatrice; dall'altra Catherine Polus, una bambina di soli otto anni, accusata di stregoneria nel 1662. Neanche davanti al suo corpicino di bimba, hanno provato pietà: tra torture, violenze fisiche e privazioni, Catherine confessò i suoi rapporti con il Diavolo, di cui era amante e serva, e finì la sua vita in un rogo. Sorte impietosa di moltissime altre donne (e anche uomini).
Sono loro che ci portano a scoprire le storie di altre donne, alcuni più note, altre meno, ma che riemergono dalle nebbie della Storia.
Vi ricordate le prime avventure di Al e suo nonno Igino contro i Ritornanti? Del primo racconto della serie Country Zombie Apocalypse, di L. Filippo Santaniello ne avevo scritto in questo articolo.
E ora torniamo proprio in quella realtà umbra, per scoprire quali altre avventure attendono Al, i suoi nonni, e Resident Ivo che a loro si è unito in questa caccia piena di sangue, ma anche ironia, che può disturbare per le immagini splatter, e tuttavia divertire grazie alle battute esilaranti soprattutto di Nonno Igino e Nonna Clotilde.
Ma, a differenza del primo racconto, molto più orientato all'azione, qui c'è un viaggio nel passato e nei sentimenti, che ci permette di conoscere in maniera più profonda il personaggio di Al.
Ho un problema. Sento sempre quel bisogno di capire in profondità un testo, di trovare le chiavi di lettura, di andare oltre per sentirmi pienamente appagata. A volte, però, forse anche per qualche mio limite, non riesco a comprendere del tutto. E nasce in me quel conflitto interiore che mi porta a sentirmi un po' sbagliata.
Tuttavia ci sono letture in cui basterebbe solo lasciarsi andare alla narrazione, alla forza evocativa delle immagini, leggere le simbologie senza andare per forza a cercare il vero significato. E, così, riesci ad apprezzare un testo anche quando non riesci a farlo tuo del tutto.
Mi è successo con il primo libro di Safarà che ho preso al Salone del Libro, e che ho finalmente letto di recente.
Mary Shelley, Lord Byron, Percy Shelley... sono nomi ormai molto noti, no?
E se dicessi: Claire Clairmont?
A lungo è stata etichettata sempre e solo come la sorellastra di Mary Shelley, passata alla storia - come scrive Miriam Chiaromonte nella postfazione al testo da lei tradotto, di cui vi parlerò oggi - come una presenza intrusiva, scomoda, invadente, invaghita del marito della sorellastra e sua musa.
Di lei si sa poco, o forse all'interno di quella cerchia di scrittori e poeti, è rimasta un po' nell'ombra. Se si vanno ad analizzare i suoi diari, però, Claire si distingue per la sua determinazione, la passione e l'indipendenza e per le sue dichiarazioni in favore dell'emancipazione femminile. Un personaggio storico a cui guardare e che è sicuramente importante approfondire, partendo da un testo, l'unico che è rimasto: Il Polacco, che di recente è stato pubblicato da Vintura Edizioni, in una traduzione integrale e annotata.
Il 2024 è stato l'anno che mi ha portata a leggere numerosi racconti. Forse perché non avevo la mente per pensare a romanzi molto più lunghi, forse perché accanto a saggi profondamente interessanti, ma anche estenuanti per i temi trattati (in primo luogo quel che sta accadendo in Palestina), avevo bisogno di storie più brevi, ma non per questo meno avvincenti. Da amante del gotico e del soprannaturale, delle ghost stories e delle case infestate, sono rimasta attratta da una delle nuove pubblicazioni di Galaad Edizioni, per la collana Lilliput. Una casa editrice che pubblica molti classici, spesso poco noti, e che merita particolare attenzione. Ringrazio anche di cuore per avermi inviato una copia.
Quello che amo fare, e ormai penso che si noti, è anche allontanarmi dai soliti autori e autrici, per scoprire qualcosa di nuovo. Di Rosa Mulholland, ad esempio, non sapevo nulla. Leggere il suo racconto “Il fantasma della Roccaforte” è stato, quindi, un modo per avvicinarmi alla sua scrittura, che ho molto apprezzato più che per la trama in sé - che ripropone in verità molti elementi classici del genere gotico -, per la descrizione dei luoghi e di ciò che accade, per questo sfondo onirico, che va a unire il mondo dei morti con quello dei vivi, e lo fa soprattutto attraverso non solo un gioco di ombre e di luci, ma anche tramite la potenza della scrittura, attraverso la quale si cerca di riporre rimedio a un male fatto e ritrovare, forse, così un po' di pace.