Si potrebbe pensare che leggere troppo spesso romanzi sulle streghe sia noioso, nel senso che in fondo le storie e i temi sono tutti uguali, ma vi assicuro che non è così. Leggere questi libri permette di conoscere la Storia, ma soprattutto di ridare voce a quelle donne che hanno subito le torture più atroci, a cui è stata strappata la possibilità di parlare, a causa della superstizione, del marcio potere degli uomini, o semplicemente per trovare un capro espiatorio a cui addossare ogni genere di problema.
Romanzi come questo di cui vi parlo oggi permettono di approfondire ancor di più pagine di storia che forse non abbiamo studiato, ma che meritano attenzione.
Dopo aver letto e scritto delle Streghe di Pendle, torniamo in Inghilterra, questa volta a Manningtree, nell'Essex, per conoscere la sorte di Rebecca West e delle altre donne accusate, ingiustamente, di stregoneria. Qui, risalta, in particolare l'oscura figura dell'Inquisitore Generale, realmente esistito, Matthew Hopkins. Giovane e spietato.
Ringrazio Fazi Editore per avermi permesso di leggere una copia digitale de “Le Streghe di Manningtree” di A. K. Blakemore.
Sono pagine che profumano di lavanda, uno dei profumi che più amo.
Ma anche di Natura, di alberi su cui arrampicarsi, o sotto la cui ombra si nascondono segreti inconfessabili.
Di animali, soprattutto corvi, api, damigelle e altri insetti, famigli strettamente connessi alle protagoniste di questa avvincente narrazione.
Sono subito stata attratta da questo titolo, vuoi per il tema, vuoi per quella copertina che ha subito rapito la mia insaziabile curiosità. Potevo non leggere anche io un altro libro che parla di Stregoneria e del coraggio delle donne in un mondo comandato dalla violenza degli uomini? Ringrazio Fazi Editore per avermi inviato una copia digitale di un romanzo bellissimo, che ho divorato nel giro di pochissimi giorni, rapita dalle storie connesse di tre donne di tre epoche diverse: Altha, Violet e Kate.
Weyward di Emilia Hart è un esordio potente, che merita di essere recuperato.
Oggi è il giorno in cui si commemora il Genocidio Armeno: avete letto qualcosa a riguardo? Quanto ne sapete?
Io per ora ho letto davvero poco, ma voglio condividere - finalmente - con voi, anche sul mio blog, un romanzo che ho davvero apprezzato. Ne avevo scritto per Let's Book, ma volevo cogliere l'occasione giusta per proporlo sul mio spazio virtuale. E questa è decisamente ottima.
L'uccello blu di Erzerum, di Ian Manook, infatti, è ispirata alla triste storia vera di sua nonna, superstite che ha dovuto subire l'orrore del genocidio. L'autore ne ha fatto un omaggio a lei, e ad altre donne e uomini che purtroppo hanno dovuto vivere anche sulla propria pelle le terribili violenze, pur riuscendo poi a sopravvivere. Pensate che, le cosiddette marce della morte furono praticamente riprese dai Nazisti sulla base di ciò che fecero i Turchi contro la comunità armena (del resto, furono organizzate con la supervisione di ufficiali tedeschi, alleati con l'Impero Ottomano...).
Quanto sono importanti le parole?
In ogni aspetto della vita credo che siano fondamentali. Una parola può ferire, un'altra può far gioire. E in un testo? Quanto è importante trovare la sonorità giusta, il più corretto significato, il ritmo adatto per tradurre perfettamente un volume in un'altra lingua?
La parola, la letteratura, i libri... sono tutti temi che mi hanno spinta a voler leggere il nuovo libro di Pascal Mercier “Il peso delle parole”, pubblicato da Fazi Editore che ringrazio per avermi omaggiato di una copia digitale.
Ci sono libri che letti con superficialità rischiano di essere visti come banali, alquanto noiosi. Perché i lettori tendono a preferire l'azione, le forti emozioni, i grandi cambiamenti e colpi di scena. Eppure, spesso, proprio quelle storie all'apparenza molto semplici, ordinarie, possono racchiudere i messaggi più potenti. Sono letture che continuano a parlare anche dopo giorni, che vorresti rileggere più volte, per delineare meglio quelle sfumature che forse, in un primo momento, non hai colto. Storie di vita in cui possiamo ritrovarci, per pensieri, situazioni, o anche azioni. E credo che Stoner di John Williams sia proprio una di queste.
È tardi, è tardi, sai?
In questi giorni sono diventata un mix di Bianconiglio che deve correre perché ha fretta e un bel Bradipo che si muove con estrema lentezza e zero voglia di fare. Non ho avuto momenti facili, ultimamente, e così mi sono fermata, concessa del tempo per riprendermi. Perché sono ormai consapevole che bisogna seguire quello che chiede il nostro corpo e anche la nostra mente. Solo che, guardando il calendario mi sono anche accorta di una cosa: tra una settimana - se tutto va bene - sarò in viaggio verso casa e quindi ho pochi giorni per recuperare tutti i libri di cui vorrei parlarvi! Perdindirindina (?)!
Ci provo, anche perché dal 20 al 30 il blog e i social - molto probabilmente - andranno in pausa. Quindi, quel che è fatto è fatto.
Due parole mi hanno convinta a leggere questo libro: Fiaba e amica e prima lettrice di Tolkien. Non conoscevo, in effetti, Naomi Mitchison, ma sono rimasta molto attratta dalla copertina di questo libro e dalla trama. Devo ringraziare Cristina, ufficio stampa di Fazi Editore per avermi permesso di leggerlo in copia digitale. Prima di parlare di questo libro, volevo spendere due parole su quest'autrice molto affascinante anche per la sua storia, la sua vita, le sue azioni. Naomi Mitchison, autrice di settanta libri, aveva cinquantacinque anni quando Il viaggio di Halla venne pubblicato
...la nostra mente non è fatta per percepire la felicità nel presente, quanto piuttosto per riconoscerla molti anni più tardi attraverso il filtro del tempo e dei ricordi. Ho sempre amato la scrittura. Anni fa, mi mettevo davanti a un pc, e le dita scivolavano tra quei tasti, spesso senza neanche guardarli. Quando l'ispirazione arrivava, mi sentivo mossa da un'altra me, da uno spirito che mi suggeriva parole, da una corrente di energia che mi faceva battere su quelle lettere, finché non ero sazia di immagini, di frasi, di mondi, di personaggi. Scrivere non aiuta solo a creare stor
Ormai non ero più Wang Di, almeno non per loro, ormai ero solo una wei an fu, una donna di conforto. Quando si leggono certi libri bisogna essere pronti alle emozioni forti che travolgeranno il cuore. Ci sono titoli considerati necessari per i temi trattati. Quelle letture che affrontano verità storiche spesso celate, o che non dovrebbero mai essere dimenticate, ma anzi tenute costantemente nei ricordi e divulgate. Frammenti di storie che non devono andare perse. Storia della nostra scomparsa di Jing-Jing Lee ne è un perfetto esempio. Ma, per me, ha quel qualcosa in più do
È uscito ieri per Fazi Editore l'ultimo libro della Trilogia del Secolo di Carmen Korn. Dei primi due capitoli, Figlie di una nuova era ed È tempo di ricominciare, ve ne ho già parlato sul blog, e sono troppo felice di aver avuto di nuovo la possibilità di collaborare con la casa editrice per leggere anche il terzo in anteprima. Ieri l'ho concluso e oggi ho finalmente il tempo per parlarvene. «È una vita che siamo una famiglia», disse Henny. «Una famiglia di amici. Lo trovo un termine molto appropriato.» Siamo giunti al capitolo conclusivo di una saga famil