L'uccello blu di Erzerum, Ian Manook

24 Apr 2023

Libri

Oggi è il giorno in cui si commemora il Genocidio Armeno: avete letto qualcosa a riguardo? Quanto ne sapete?
Io per ora ho letto davvero poco, ma voglio condividere - finalmente - con voi, anche sul mio blog, un romanzo che ho davvero apprezzato. Ne avevo scritto per Let's Book, ma volevo cogliere l'occasione giusta per proporlo sul mio spazio virtuale. E questa è decisamente ottima. 
L'uccello blu di Erzerum, di Ian Manook (pseudonimo di Patrick Manoukian), infatti, è ispirato alla triste storia vera di sua nonna, superstite che ha dovuto subire l'orrore del genocidio. L'autore ne ha fatto un omaggio a lei, e ad altre donne e uomini che purtroppo hanno dovuto vivere anche sulla propria pelle le terribili violenze, pur riuscendo poi a sopravvivere. Pensate che, le cosiddette marce della morte furono praticamente riprese dai Nazisti sulla base di ciò che fecero i Turchi contro la comunità armena (del resto, furono organizzate con la supervisione di ufficiali tedeschi, alleati con l'Impero Ottomano...).

«La guerra è fatta da una moltitudine di piccole guerre che s’incastrano l’una nell’altra, ogni vittima della precedente si trasforma nel carnefice della successiva, e così di seguito fino all’assurdo.»


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

La storia ha inizio nel 1915 nei dintorni di Erzerum, nell'Armenia turca.
Facciamo subito la conoscenza delle due sorelle protagoniste delle vicende: Araxie, di dieci anni, e Haïganouch, di sei. Le piccole giocano tranquille, non sapendo che di lì a poco la loro vita verrà duramente e crudelmente sconvolta. Tre tchété, predoni curdi al servizio del Comitato unione e progresso, il partito del movimento dei Giovani Turchi, armati di sciabole uccidono la loro madre e feriscono la più piccola, facendole perdere per sempre la vista. Salvate da alcuni miliziani armeni, vengono condotte presso il loro zio, a Erzerum, ma anche qui la quiete verrà ben presto spezzata. Gli Armeni, che da secoli vivevano in quelle zone, vengono costretti ad abbandonare le loro case e a percorrere lunghe ed estenuanti marce, logorati dalla fame, dalla sete, dalla stanchezza e dalle continue percosse e violenze. Lo scopo finale è quello di deportarli nel deserto di Deir ez-Zor e lasciarli a una morte atroce. Un disegno politico ben preciso, teso a sterminare un popolo, partendo dagli intellettuali e notabili armeni residenti a Istanbul, per poi procedere al resto della popolazione. 
Le bambine ben presto perdono di vista la loro famiglia, ma sarà l'incontro con l'anziana Chakée, che fingerà di essere la loro nonna, a rappresentare per loro una finestra aperta alla speranza. La donna riesce a farle affidare a una famiglia Siriana, al servizio di una ragazzina, Assina, con la quale intrecceranno un rapporto speciale, come se fosse una loro nuova sorella. Riusciranno a salvarsi? Quale sarà il loro destino?

Su un albero un cuore appollaiato
Vede posarsi un uccello blu.
Dimmi, piccolo cuore straziato
Che fai cupo e triste quassù?


In realtà, sebbene le protagoniste siano Araxie e sua sorella Haïganouch, sono tanti i personaggi che vengono tratteggiati dall'abile e diretta penna di Ian Manook. Personaggi realmente esistiti, come i politici che hanno disegnato e operato questa immane violenza, ma anche come un giovane Hitler che compare ricoverato nell’ospedale psichiatrico Beelitz Heilstätten di Potsdam e di cui poi seguiamo l’ascesa attraverso le parole e i racconti dei personaggi, portando all'inizio di un'altra guerra. Non mancano anche figure della cultura, come le poetesse russe Anna Achmatova e Marina Cvetaeva. Ma anche personaggi d'invenzione, ispirati ad Armeni che sono riusciti a sopravvivere, senza dimenticare mai l'orrore subito.

Krikor si dice che ciò che crea una vita è proprio quello che non è possibile portare con sé. Il canto di un merlo blu nel cortile. L'odore caldo delle focacce di lavash nel tonir. Il profumo fresco dei muri imbiancati. I pomeriggi indolenti sulla terrazza. Il resto non ha molta importanza.

È una narrazione che si dipana dal 1915 al 1939, percorrendo varie località del mondo: partendo dall'Armenia, passando per la Siria, ma arrivando anche in Europa (soprattutto in Francia e in Germania), negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. La Storia scorre sotto i nostri occhi, attraverso le parole dei tanti personaggi analizzati. Figure che si incontrano, e si scontrano, che si perdono e si ritrovano, separate ma per sempre unite. 

Non è, però, un romanzo di facile lettura, soprattutto se siete particolarmente sensibili alla violenza. Ian Manook non edulcora nulla, anzi! Sin dalle prime pagine ci sono descrizioni precise e particolarmente cruenti, che potrebbero far veramente male, soprattutto se si pensa che tutto ciò, purtroppo, è accaduto veramente. Io ho fatto molto fatica a leggere in alcuni momenti e, pensate, l'editore ha chiesto al suo autore di rimuovere anche delle parti, quindi non oso immaginare cosa avrei potuto scoprire ancora. Sono scene che creano un profondo turbamento, anche se personalmente avendo letto molto sulla Shoah o altri genocidi o violenze di guerra, ero abbastanza pronta. Ma forse, siamo sinceri, non si è mai veramente pronti a gestire la crudeltà umana, a rendersi conto di quanto l'essere umano possa essere crudele con i propri simili (e non solo). Io continuo a chiedermi come sia possibile giungere a infliggere una tale dose di dolore. Secondo me è importante leggerlo, anche per capire che quello che poi accadrà agli ebrei (e non solo) nei campi di sterminio, era già successo. E la Storia torna sempre a ripetersi. Purtroppo. 

Accanto all'orrore, però, non mancano i momenti d'amore, i gesti di gentilezza e aiuto, anche a rischio della propria vita. I momenti in famiglia, il continuare a vivere le proprie tradizioni anche in una terra lontana, senza mai perdere se stessi, il proprio bagaglio culturale, le proprie usanze. E tutto è intriso di una bellissima e profonda poesia, versi che scorrono tra le pagine, evocati da una delle due sorelle. 

I bambini sono l'avvenire del mondo eppure ogni carnefice che li massacra è stato anche lui un bambino. Cosa rimane degli uomini?


Non voglio dirvi di più, perché secondo me è un libro da leggere. Per conoscere una parte della Storia di cui forse si sa poco, per aprire la mente e comprendere quanto il passato possa sempre tornare e riproporsi in forme non tanto diverse anche nel nostro presente o in un possibile futuro. Per comprendere che fintanto che continuerà a scorrere l'odio tra diverse etnie, religioni, tradizioni, e altro ancora, non si potrà mai veramente vivere in pace. Continueranno le guerre e gli orrori, continueremo a vedere bambini morire o divenire nuovi possibili aguzzini. 
È un romanzo pieno di colpi di scena, di momenti in cui proverai molto dolore, ma altri in cui riuscirai a commuoverti. Una storia da leggere, se ovviamente te la senti di affrontare un simile tema. 

Pensate che nonostante siano stati uccisi circa un milione e mezzo di Armeni, la Turchia, anche oggi, rifiuta di riconoscere tale genocidio, e continua a negare i suoi crimini. Assurdo.
Io sono dell'idea che sia importante ricordare e conoscere anche quelle pagine di Storia che si cercano di nascondere. E nel mio piccolo cerco sempre di farlo. 


Non sono né la guerra né l'amore a governare il mondo. È il denaro.


Voi conoscete altri titoli sul tema? Se sì, aspetto i vostri consigli! :)


Per acquistare il libro (link aff).

IL LIBRO

L'uccello blu di Erzerum
Ian Manook
Casa editrice: Fazi Editore
Traduzione di: Maurizio Ferrara
Pagine: 520
Prezzo: 20.00€ / E-book: 13.99€
Anno di pubblicazione: 2022
Commenti
Let's Book
il 25/04/2023 20:21
Grazie per aver nuovamente ricordato questo romanzo, che merita davvero tanto.
Marta
il 26/05/2023 10:29
Perdona il ritardo, ho visto solo ora il commento. Comunque ci tenevo a parlarne proprio in questa occasione. Un libro davvero bello, seppur straziante.

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