Per tutto settembre e fino agli inizi di ottobre ho fatto un lungo viaggio in Cina, almeno sulla carta. Un'esperienza intensa, nelle vite di tre grandi donne, e nell'arco di quasi tutto il Novecento.
Cigni Selvatici, di Jung Chang non è solo la storia di una famiglia, ma il ritratto anche storico, politico, economico e sociale di una grande nazione: la Cina.
Ecco perché, sebbene lo stile sia semplice e scorrevole, si tratta di una lettura che richiede tempo. Un libro davvero denso di dettagli, di fatti storici, di ideologie politiche, di usanze e credi di una popolazione molto distante dalla nostra, di uno Stato rimasto a lungo molto chiuso rispetto al resto del mondo.
Al Salone del Libro di Torino non ci sono solo stand di Case editrici, ma anche altre realtà: dai corsi di formazione e apprendimento (ammetto che all'ennesimo blocco da parte di quelli di Genio o Mondolibri stavo per arrabbiarmi), a iniziative umanitarie, ma anche Premi Letterari. Nel nostro vagabondare per gli stand, abbiamo conosciuto il Premio Letterario Massarosa di cui oggi voglio parlarvi un po'!
Voi seguite assiduamente i Premi Letterari Italiani? Leggete i libri candidati?
Io ammetto di non seguire quasi per nulla queste iniziative, anche il più conosciuto Premio Strega è un po' distante da me, nel senso che non riesco a leggere i libri presentati entro la serata finale di premiazione.
Come riuscire a descrivere questi cinque intensissimi giorni al Salone Internazionale del Libro di Torino?
Potrei iniziare da una parola: Rinascita.
Veniamo tutti da quasi due anni veramente difficili. L'ombra di questa pandemia globale aveva frenato un po' tutto ma, possiamo dire che aveva bloccato anche noi, come singoli.
Se mi volto indietro, vedo una me terrorizzata, chiusa in casa, piena di rabbia prima e di incertezze e paure dopo. C'era la tristezza nel non riuscire a raggiungere i parenti lontani, nel vedere tutti quegli eventi a cui tenevi rimandati di volta in volta, la difficoltà di scorgere un futuro. In tutto questo caos soprattutto emotivo, in questa terribile stasi, io sono riuscita a non crollare ancorandomi ai libri e agli affetti. I libri sono stati il mio modo di evadere, di respirare.
Ci siamo. Sono emozionata.
Sono ormai poche le ore che mi separano da uno degli eventi che più amo qui a Torino: il Salone Internazionale del Libro!
Non vedo l'ora di ritrovarmi a girovagare come una trottola tra quei padiglioni, a sfogliare pagine e pagine, restare incantata da tutte quelle storie da scoprire, e ascoltare le tante voci di artisti e scrittori che non vedo l'ora di vedere di persona.
Dopo quasi due anni di attesa, voglio vivere questa esperienza al massimo. Voglio tornare a sorridere di cuore, anche se dietro una mascherina, e rientrare in casa magari sì, distrutta, ma immensamente felice.
Dopo la letteratura italiana torniamo al mio secondo progetto sul teatro di William Shakespeare!
L'opera di Settembre è il Giulio Cesare, la prima ad affrontare l'epoca romana. Diversi anni dopo seguirono Antonio e Cleopatra e Coriolano. Per quanto mi riguarda è stata un ri-lettura che ho di nuovo apprezzato molto!
Dramma politico, o ancor meglio, della retorica politica: la forza della parola diventa il mezzo per fare la Storia.
Ormai manca poco per concludere questo mio viaggio nella letteratura italiana, ma quel che è certo è che continuerò anche una volta terminato questo mio progetto.
Settembre l'ho dedicato a un autore molto amato, ma che personalmente ancora non conoscevo. Il mio primo approccio alla sua figura l'ho avuto grazie a Natalia Ginzburg. Nel suo Lessico Famigliare, infatti, tra la sua famiglia e l'Einaudi, ha dedicato anche spazio a Cesare Pavese, personalità che mi aveva subito incuriosito. Non vedevo l'ora di leggere l'unico - per ora - titolo che abbiamo il libreria: La Luna e i Falò, il suo ultimo lavoro prima della morte. Be', ora capisco perché tanto amore non solo per la sua scrittura ma proprio per quel che ha dentro.
Pensate che ho già puntato altri titoli, e soprattutto voglio assolutamente recuperare il suo diario.
Ci sono autori dai quali non riesci mai davvero ad allontanarti, perché con le loro storie e i loro mondi hanno intessuto una trama di luce nel tuo cuore. Uno dei miei preferiti è sicuramente J.R.R. Tolkien.
No, non sono una di quelle fan espertissime e totalmente fissate, che hanno già letto tutti i libri, le lettere, i saggi; che analizzano ogni piccolo aspetto, o sanno l'elfico e le altre lingue da lui inventate. Sono una semplice lettrice che anni fa ha scoperto i suoi mondi letterari e se ne è semplicemente innamorata. Con il tempo spero anche di riuscire a recuperare molte delle sue opere minori che mi mancano, oltre alle sue lettere e saggi.
Sono giorni strani in cui mi sento bloccata e colta da un'estrema sensazione di stanchezza, e non so nemmeno io il motivo. Faccio una fatica assurda a scrivere recensioni, a pormi al pc in uno stato d'animo positivo. Mi arrabbio facilmente, non sopporto più i rumori. Anelo al silenzio. Ma, ecco, vivere in una grande città, e avere davanti casa i lavori per il parcheggio non aiuta. Quindi, non vi garantisco di riuscire a scrivere qualcosa di sensato, ma ci provo. Io speriamo che me la cavo, insomma, no?
Oggi vi voglio parlare di un romanzo gotico italiano che ho letto per la tappa di agosto della Reading The Dark Challenge che sto seguendo su Instagram. C'era un libro che in particolare aveva attratto con forza la mia attenzione e per cui avevo molte aspettative: Malombra, di Antonio Fogazzaro.
Ultimo giorno di agosto, ed io torno sul blog per parlarvi un po' della tappa per il mio progetto sul teatro di William Shakespeare. In questo mese ho letto un'altra delle commedie romantiche: Come vi piace.
Devo dire che mi è piaciuta, non tra le mie preferite, ma l'ho trovata molto interessante, ricca di spunti di riflessione, ma anche di una serie di equivoci che sicuramente all'epoca avranno scatenato tante risate. Basti pensare alla protagonista, Rosalinda: provate a immaginare un attore maschio, che deve interpretare una donna (ai tempi di Shakespeare a quest'ultime non era permesso recitare), che a sua volta però si nasconde dietro le fattezze di un uomo, Ganimede, che si fa corteggiare da un altro uomo invitandolo però a immaginare di trovarsi di fronte alla sua Rosalinda, provocando così una serie di vicende intricate ma allo stesso tempo spassose.
Il mio viaggio nella letteratura italiana ad Agosto mi ha portato a Milano, nel mite inverno del 1944, tra terribili scontri tra partigiani e nazi-fascisti, e il contrastato amore tra Enne2 e Berta. Ma è stato soprattutto un viaggio psicologico, riflessioni importanti su quella che può essere definita umanità e la non-umanità. Tutti siamo uomini, e tutti abbiamo dentro di noi delle forze contrastanti che possono spingerci a fare del bene o a compiere del male. Uomini e no.
Questo caldo mese estivo, quindi, l'ho dedicato alla scoperta di Elio Vittorini, di cui non avevo mai letto nulla. Ho scelto di iniziare da Uomini e no, perché è dedicato a un tema a me caro: quello della Resistenza. Ma tra queste pagine troverete più resistenze. Qualcosa che va oltre la Storia.