La casa degli invasati, di Shirley Jackson

11 dic 2020

Libri

Lettura per il mese di dicembre della #readingthedarkchallenge di sonosololibri e louchobi a tema: casa infestata o maledetta.

La tappa di dicembre della #readingthedarkchallenge che sto seguendo su Instagram, è stata l'occasione giusta per conoscere finalmente un'autrice di cui ho sentito tanto parlare: Shirley Jackson, e il suo libro forse più noto, L'incubo di Hill House o La casa degli Invasati nella traduzione della prima edizione italiana.
Il mio primo approccio è stato molto positivo. Il libro mi è piaciuto tantissimo ed è riuscito a trasmettermi una buona dose di angoscia, anche se in maniera più sottile di altre letture a tema horror/gotico. Effettivamente sembra non accadere nulla di particolare, eppure, il germe della follia si annida in piccoli dettagli e coinvolge anche il lettore stesso, a mio modesto avviso.

Non c'è organismo vivente che possa sopravvivere, senza impazzire, in condizioni di assoluta realtà: anche le allodole e i saltamartini, dicono alcuni, debbono sognare. Hill House, la folle, stava immobile contro le colline, racchiudendo un mondo di oscurità; era rimasta là per ottant'anni e poteva resistere per altri ottanta ancora. Dentro, le pareti, continuavano a stare in piedi, i mattoni erano uniti con cura, i pavimenti erano solidi e le porte decisamente chiuse; il silenzio stagnava sul legno e sulle pietre, e la cosa che camminava là  dentro, camminava da sola.

© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Il dottor John Montague, un antropologo appassionato di analisi delle manifestazioni soprannaturali, decide di affittare per tre mesi Hill House, una casa “infestata” e di coinvolgere nel suo progetto diversi assistenti connessi tra loro per essere stati coinvolti in passato in avvenimenti paranormali. Alle lettere, però, rispondono solo due persone, alle quali si unisce anche un rappresentante della famiglia proprietaria della casa: l'emancipata artista Theodora, il bugiardo Luke e la vera protagonista del romanzo, Eleanor.

Eleanor Vance ha 32 anni e per undici anni è rimasta segregata in casa dedicandosi completamene alla cura della madre invalida. Alla morte di quest'ultima, per cui prova un costante senso di colpa, va a vivere con sua sorella e il marito, ma i rapporti sono pessimi. Eleanor non ha alcuna autonomia, inoltre la sua chiusura l'ha portata anche ad avere dei problemi relazionali. Non ha mai provato una vera e propria felicità, si è sempre sentita incompleta, non apprezzata. Coglie così l'occasione di scappare da quel luogo e da quella condizione, rubando la macchina condivisa con l'odiata sorella, e raggiungendo così Hill House.

Sin da subito è facile provare una sensazione strana: al suo arrivo il signore e la signora Dudley, guardiano e governante della casa, hanno strani comportamenti e ripetono in più di un'occasione che prima del calar del sole lasceranno la dimora, e gli ospiti non avranno modo di essere uditi a distanza.
Ed anche la casa, apparentemente normale, si rivelerà pian piano un vero incubo, dove è facile crollare, essere suggestionabili, e non riuscire a mantenere la propria stabilità mentale. Quella casa sulla collina, infatti, sembra essere costruita in maniera insolita: le stanze sono disposte quasi in un spiazzante e alienante labirinto, le angolazioni sono fuori grado, le scale inclinate in maniera bizzarra, le porte tutte leggermente fuori centro, e... si chiudono come se una qualche forza soprannaturale volesse prendersi gioco degli ospiti. È una casa in cui ci si sente spaesati, in cui non si trova un nesso logico.
E poi iniziano i lamenti, i colpi alle porte, le scritte sui muri. Tutta una serie di strani eventi che scuotono soprattutto le menti più fragili.
Ma cosa accade realmente a Hill House? E perché ci sono sempre più messaggi rivolti proprio a Eleanor?

Non esiste nessun pericolo fisico. Nessuno spettro, in tutta la lunga storia degli spettri ha mai provocato danni fisici a qualcuno. Gli unici danni le vittime se li sono provocati da sole. Si potrebbe anche dire che uno spettro attacchi il cervello, perché la mente, il conscio, la mente pensante è vulnerabile.


Shirley Jackson non usa immagini eccessive, o splatter. Non c'è la descrizione di veri e propri fantasmi che si palesano dinnanzi allo sguardo terrorizzato degli ospiti. Il suo è un gioco più sottile, più mentale. Trascorrere del tempo in una casa antica, pregna di antiche maledizioni o comunque eventi terribili accaduti proprio in quelle stanze o a poca distanza, può non essere facile per le persone più fragili, più impressionabili ed emotive. Ma sono allucinazioni o c'è davvero la presenza di forze soprannaturali?

Quello che ho amato particolarmente di questo libro è la descrizione della caduta inesorabile verso la follia. L'autrice riesce perfettamente a far provare al lettore un senso di angoscia e spaesamento, insinua dubbi, particolari, non detti che ti lasciano un po' sospeso e con la voglia di proseguire, sempre più affamato di conoscenza. Si arriva poi a un finale che riprende perfettamente l'incipit e si potrebbe considerare aperto, soprattutto alle diverse interpretazioni che ogni lettore può dare.
È una storia di fantasmi? Diciamo che forse i fantasmi sono quelli della mente, del passato, dei sensi di colpa e delle paure. Ed è proprio questo aspetto psicologico che mi ha molto attratto.

Questa casa, che pareva in qualche modo essersi fatta da sola, messa assieme secondo il suo schema potente sfuggendo di mano ai suoi costruttori, stabilendo da sola le linee e gli angoli che la componevano, gettava indietro la grande testa contro il cielo senza nessuna concessione ai sentimenti umani. Era una casa priva di gentilezza, non fatta per abitarci, un posto non adatto per la gente, o per l'amore, o per la speranza.



E poi ho trovato affascinante quanto angosciante la Casa. Hill House non è una mera ambientazione, ma diventa anche un vero e proprio personaggio, attivo. Hill House è cupa, claustrofobica, strana e inquietante; ogni oggetto ha il suo posto o non deve essere mutato. Hill House sembra giocare con i suoi ospiti, li scuote dentro, li ammalia e li spaventa, fino ad attrarli a sé con forza e, in alcuni casi, a farli perdere per sempre. Una delle domande che resta sospesa è: ma sono stati i protagonisti a scegliere di recarsi a Hill House o è stata quest'ultima a richiamarli a sé?


È un romanzo dove all'apparenza sembra non accadere nulla di rilevante, eppure... almeno dal mio punto di vista, riesce a insinuarsi in maniera molto più sottile ma efficace nel lettore, portandolo a porsi diverse domande, e a provare sensazioni non proprio piacevoli.

A me è piaciuto molto, e ve lo consiglio!
Se siete alla ricerca di un horror/gotico pieno di azione, forse non fa per voi; ma, se come me, preferite quelle storie più psicologiche ed emotive, vi invito a scoprire questo libro, se non lo avete già fatto!

I viaggi terminano negli incontri degli amanti.





La casa degli invasati (L'Incubo di Hill House) di Shirley Jackson
Casa editrice: Siad Edizioni
Traduzione di: Franco Giambalvo
Pagine: 249
Prezzo: /
Anno di pubblicazione: 1979 Prima edizione


Voto: ♥♥♥♥.5

Commenti
Ancora nessun commento.

TAGS