Partiamo da una premessa: io di poesia non so parlare.
È un genere a cui mi avvicino sempre poco, perché temo di non comprenderlo appieno e di non saper formulare pensieri concreti. Ma, nel mio progetto di recupero di tutti i lavori di William Shakespeare non poteva mancare anche la sua opera poetica di cui ancora non avevo letto nulla, se non qualche sonetto più famoso. Scriverne, quindi, non è facile per me. Mi sono affidata a testi di studiosi del Bardo, e poi semplicemente vi indicherò quelli che sono, per me, i suoi versi più belli, che hanno suscitato emozioni più profonde.
Aprile e Maggio li ho dedicati ai suoi Sonetti, 154 poesie che parlano d'amore e sentimenti. Una parte dedicata a un “giovane amico”, l'altra a una “Dama bruna”. Tra questi versi risuona l'Amore, ma anche lo scorrere inesorabile del Tempo, la Bellezza, la Poesia stessa, lo Sguardo, la rivalità di un altro poeta e altro ancora. Vi dico già che, anche se come me non siete così amanti del genere, è interessante scoprire anche questa scrittura del Bardo inglese. Ci sono sonetti davvero incantevoli.
Negli ultimi anni mi sono avvicinata molto ai fumetti e/o graphic novel: amo collezionarne e lasciarmi incantare ed emozionare oltre che dalle parole anche dalle illustrazioni. Al Salone del Libro ci siamo concentrati su una piccola realtà editoriale degna di nota: ReBelle Edizioni, e abbiamo avuto modo di parlare con l'editore Giuseppe Coppola. Volete saperne di più? E allora continuate a leggere le sue risposte alle nostre tre domande!
C'è un lago artificiale in Alto Adige che mi ha sempre affascinato molto: il lago di Resia. Quel campanile che sorge dalle acque mi ha sempre fatto pensare a qualcosa di magico, di poetico, un luogo d'incanto. Ma quanta ignoranza ho avuto finora! No, non sapevo nulla della storia di quel luogo, di Curon Venosta, quel piccolo comune e quel lago dove in tanti turisti arrivano per farsi selfie in maniera del tutto superficiale. E quanto diventano importanti, allora, i libri: quelle finestre sulla storia, su mondi di cui conosciamo poco o forse niente. In questo caso ad aprirmi gli occhi è stato sicuramente Marco Balzano con il suo romanzo “Resto qui”. Questo è uno di quei casi per cui amo il mondo del bookstagram: scoprire libri che poi finiscono per piacermi tantissimo e soprattutto che mi fanno conoscere pagine di storia di cui fino a quel momento non sapevo molto.
Vorrei ancora vedere quel lago? Ovviamente sì, ma ora lo farei con uno sguardo diverso, con un profondo rispetto per quello che è stato e per ciò che quelle acque nascondono. Nulla di così poetico e magico, anzi, una storia molto più straziante.
C'è una casa editrice che ho scoperto di recente e che apprezzo molto, una di quelle con cui ho la fortuna di collaborare. Al Salone del Libro di Torino ho avuto il piacere di conoscere di persona il responsabile di Roberto Nicolucci Editore: Paolo Baldassarre. Uno dei pochi che è riuscito a scovarmi nella moltitudine di “profili che parlano di libri” e darmi fiducia, senza che io mi affannassi per emergere. Non smetterò mai di ringraziarlo per questo. È stata una delle belle novità tra le case editrici presenti quest'anno, e non potevo non approfittarne per porre anche a lui le nostre tre domande. Pronti a scoprirne di più?
Il tema della follia mi attrae ma allo stesso tempo smuove dentro una sorta di paura. Del resto viviamo in una società dove ancora oggi andare dallo psicologo viene visto quasi con timore, con disprezzo, come se fosse un male. Eppure, per me la lettura è anche un modo per riempire i vuoti, per conoscere, per avvicinarmi a quelle zone d'ombra che possono spaventarmi, ma da cui posso trarne poi bellezza e profondi insegnamenti. Quando ho visto questi due titoli nello stand di NEO edizioni, lo scorso anno al Salone del Libro, non ho resistito. E francamente sono felice di averli presi e letti, perché Stefano Redaelli riesce a mostrarci molta umanità dietro certe fragilità. A volte, poi, mi sono chiesta: ma sono davvero i folli a farci paura, o forse dovremmo averne di più di quelli considerati sani, ma pronti a far violenza?
Comunque, ammetto che ho un po' di difficoltà oggi nel buttar giù i miei pensieri su questi libri. Ma posso dirvi di già di recuperare “Beati gli inquieti” e poi il suo seguito “Ombra mai più”, perché sono letture davvero molto interessanti e degne di nota se si vuole affrontare l'argomento.