Il nido segreto, di Martina Tozzi

15 Nov 2022

Libri

Quando ho letto Frankenstein qualche anno fa, mi sono perdutamente innamorata della scrittura di Mary Shelley, provando una profonda empatia per quella sua Creatura così emarginata, sola e non compresa. È uno dei classici più belli che io abbia mai letto, entrato di diritto tra i più amati. Con il tempo ho letto altri suoi lavori, e un bellissimo graphic novel su di lei, ma ho sempre voluto approfondire maggiormente la sua vita grazie a una biografia. È per questo che quando Martina Tozzi mi ha proposto la lettura del suo libro “Il nido segreto”, su Mary Shelley e il suo amore per Percy Bysshe Shelley non ho saputo resistere! La sua è una biografia romanzata che però, a mio parere, è davvero ben fatta. Si nota tantissimo tutto il suo lavoro di ricerca, le attente letture, e dal mio punto di vista è riuscita a donarci un bellissimo approfondimento della vita tragica e tempestosa di questa straordinaria scrittrice, non concentrandosi però solo su di lei. Quindi, ringrazio Martina per questo bellissimo regalo e vi consiglio di recuperare assolutamente il suo libro e seguirla anche su Instagram, Il Nido Segreto, perché ogni giorno ci regala tanti aneddoti, poesie e curiosità non solo su Mary e Percy ma anche su tutti coloro che hanno intrecciato i loro passi. 


Mary si era aggrappata all'amore, non alla ragione, e Shelley, Shelley con le sue insicurezze annegate nella boccetta di laudano, Shelley con i suoi continui viaggi senza meta da una città all'altra, Shelley con le sue lotte per una società di uguali, pacifica, senza contrasti, Shelley - come tutti - con il suo desiderio di essere amato, si era arreso di fronte alla risolutezza dell'amore di Mary, alla sua capacità di tenergli testa, alla sua fiamma interiore.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice



Come dicevo, ho sempre voluto leggere una biografia - anche se romanzata - di Mary Shelley, che non si concentrasse unicamente su Villa Diodati e il suo romanzo più famoso, ma mi permettesse di conoscere meglio altri aspetti della sua vita e delle persone che hanno incrociato il suo cammino. Martina Tozzi ci conduce in un vero e proprio viaggio che va dalla nascita della piccola Mary, alla sua morte. Un lungo percorso di vita, d'amore, di perdita, di dolore, di scrittura, di libertà ma anche di emarginazione e morte. Ritroviamo così la piccola bimba prodigio, Mary, che non ha mai conosciuto la sua famosa madre Mary Wollstonecraft, morta nel darla alla luce, ma alla quale si sente profondamente legata. Una bambina che impara a scrivere il suo nome leggendo quello di sua madre sulla sua tomba nel cimitero di St. Pancras, in quel luogo di morte, in cui lei però si sente profondamente libera e in cui, successivamente, avrà inizio il suo intenso amore. Mary ha sempre avuto anche un rapporto molto importante con suo padre, William Godwin, volendo essere accettata da lui ed elogiata costantemente per la sua vivace intelligenza e curiosità. Mary diviene una sognatrice, che vive attraverso le parole e gli ideali dei suoi genitori, e che sin da subito mal sopporta le regole assurde della società, incarnate anche nella nuova matrigna, Mary Jane Clairmont, che favorisce di gran lunga i suoi figli, a discapito di Mary e sua sorella Fanny. E poi la vediamo innamorarsi quasi a prima vista del bel Percy, un poeta bello e idealista, eccentrico e passionale, il quale finisce per provare il medesimo sentimento verso quella giovane, nonostante sia sposato e abbia due figli. L'amore tra i due è così forte da strabordare dalla pagina scritta, capace di commuovere e far sognare, ma anche così dannatamente doloroso. Se da un lato il loro sentimento va contro tutto e tutti, dall'altro una società chiusa li condanna a una vita di emarginati, a essere giudicati e rifiutati, perché lontani dalle idee rigide imposte, perché semplicemente vogliono essere liberi di esprimere i propri pensieri attraverso le loro opere, e amarsi. Ma anche il Destino sembra essere profondamente impietoso: saranno tante le perdite che dovranno subire, e che porteranno l'ingenua sognatrice a divenire una donna distrutta dal dolore, ma che comunque riesce ad andare avanti, aggrappandosi all'amore, prima per il suo uomo poi per quell'unico figlio che le è rimasto e che non vuole assolutamente perdere. 

Ora sono sereno, come quella notte sul lago di Como. Se dopo la morte le anime potessero tornare ai luoghi che hanno amato, allora è su quel lago che tornerei, con te. E forse potremmo essere felici, senza desideri, per l'eternità.

Noi li seguiamo nei loro viaggi, da Londra alla Francia, all'Italia - luogo amato ma anche profondamente doloroso per tutte le perdite subite -, senza tralasciare quei giorni a Ginevra, presso Villa Diodati, che fu la culla del parto notturno del capolavoro di Mary Shelley, Frankenstein, e de Il Vampiro di Polidori. 

Uno degli aspetti che ho amato di più di questo testo, è il non focalizzarsi meramente su Mary, ma dar voce e spessore anche ai personaggi secondari: dai famigliari, agli amici. Ritroviamo tra queste pagine il bizzarro Lord Byron, il suo medico personale John Polidori, e altri poeti e amici di Percy Shelley, ma anche amiche di infanzia o personaggi molto legati alle figure di Mary Wollstonecraft e William Godwin.

Immancabile è sicuramente l'irriverente Jane, che poi deciderà di farsi chiamare Claire Clairmont, la sorella che è sempre presente nella relazione, nella vita, e nei viaggi dei coniugi Shelley. Lei sempre così legata alla sorellastra, da apparire quasi un peso. Se da un lato anche lei dimostra di riuscire a opporsi alle leggi restrittive della società, dall'altro è anche una figura che a mio avviso risulta un po' opprimente, e che non sono mai riuscita a farmi piacere del tutto. 

Totalmente opposta, per carattere, alle sorelle è Fanny, prima figlia di Mary Wollstonecraft e del capitano americano Gilbert Imlay. Insicura e obbediente, Fanny non riesce mai a opporsi al volere del padre adottivo, Godwin. Si sente sola, quasi un peso per tutti, una creatura non voluta. Fanny ha il puro terrore anche di essere una delusione per quella madre che le manca così tanto, e che ai suoi occhi è sempre stata determinata e coraggiosa, pronta a seguire i suoi ideali e l'amore, anche andando contro tutto e tutti. Lei che non ha lo stesso spirito delle sorelle o dell'amata madre che continua a osservare nel quadro che spicca nell'ufficio di Godwin, lei che sembra provare un sentimento per Percy Shelley ma non ha mai il coraggio di ammetterlo a se stessa, di osare, di andare contro le regole, o le leggi della casa in cui vive e della società. Lei con un grosso peso nel cuore, lei disgustata dalla vita e forse anche da se stessa, incapace di distruggere la Fanny gentile e obbediente che aveva costruito, e di creare una nuova sé audace e intraprendente. Io a questa piccola creatura insoddisfatta di sé e dimenticata un po' da tutti mi sono profondamente affezionata. Non sapevo nulla o quasi di lei, e sono felice che l'autrice le abbia donato così tanto spazio. Lei, la bambina sfortunata, il cui nome era stato cancellato dal mondo, seppellita senza una lapide per non creare scandalo a causa del suo ultimo atto, ha ritrovato vita in queste pagine. Martina Tozzi è riuscita a renderle un sentito e commovente omaggio, riuscendo a donarle forse, attraverso la parola scritta e la condivisione, un caldo abbraccio che le è sempre mancato. E ora Fanny brilla anche nel mio cuore. Perché nella vita non si può essere sempre tutte folli, audaci, coraggiose, determinate; c'è anche chi rimane nell'ombra e non ha la forza di far udire la sua voce, chi non riesce a trovare il suo spazio nel mondo, chi ha paura dei giudizi e non riesce a reagire, chi si sente in colpa, un peso per gli altri e per se stessa. E così, viene ingiustamente messa da parte, accusata di essere codarda, noiosa, incapace, incuranti di quanto certe parole possano ferire. Eppure basterebbe anche un briciolo di comprensione in più. Perché se è vero che andare contro le regole può spingerti a farti sentire emarginato, questo accade anche a chi non riesce a compiere atti veri e propri. Ecco, io a Fanny mi sono affezionata, perché per certi versi mi sono rivista in lei, in alcuni frammenti del suo carattere e dei suoi pensieri. 

Fanny era spaventata dalla vita. Se ne stava nella sua amata casetta, circondata dagli oggetti che conosceva da quando era una bambina. Giocava sicuro, Fanny, e sua madre questo non lo avrebbe certamente gradito. Se esisteva ancora, da qualche parte, un frammento del suo spirito maestoso - pensiero cui lei si aggrappava con tutte le sue forze - Fanny sapeva che non provava alcun sentimento di orgoglio per lei. Anzi, probabilmente era amareggiata osservando come la figlia primogenita, la dolce Fannykin, la sua piccola giocherellona si fosse trasformata in un'adulta spaurita e schiacciata dall'opinione degli altri.

Questa biografia romanzata è scritta talmente bene che ne vorresti ancor di più. Ho amato lo stile delicato e rispettoso, l'attenzione per i particolari, per quelle poesie che risuonano nel testo opportunamente tradotte, per l'approfondimento di ogni personaggio, con le sue luci e le sue ombre, e le sue diverse sfaccettature. Si sente moltissimo la grande ricerca che è stata svolta, l'amore per le opere di questi grandi autori, la passione per la letteratura e la scrittura. Oltre ad aver trovato un volume molto interessante che mi ha permesso di approfondire molto di più la vita di Mary Shelley (e non solo), mi ha spinta ad avere una gran voglia di recuperare altre opere, non solo di Mary stessa di cui ora voglio leggere molto di più, ma anche di Percy Shelley. Pur non essendo un'esperta di poesia, ho davvero molta curiosità di scoprire questo spirito libero, quest'anima turbata ed errante. 
Mi sono commossa in più di un'occasione, ho vissuto con loro le tante avventure, avrei voluto fermarmi come Mary in una casa stabile dove crescere i bambini e ampliare la propria biblioteca, ma allo stesso tempo vagare per scorgere le meraviglie del mondo e della natura. Mi sono arrabbiata per l'ipocrisia di alcuni personaggi, come Godwin e Mary Jane, ma anche per una società capace di rifiutare chi la pensa in modo diverso; a volte non ho compreso, in altri contesti forse l'ho fatto in maniera molto più profonda. Insomma, è stata una lettura che mi ha trasmesso molte sensazioni, e sono contenta di aver avuto questa preziosa opportunità. 

Era rimasta sola in un mondo infelice e odioso - un mondo che generava erba solo per continuare a farla perire.


E alla fine del viaggio mi fermo a pensare:
chissà se quelle due anime libere dal mondo si sono finalmente incontrate dopo la morte in quel lago dove hanno trascorso momenti felici. Riescono ora a provare un sentimento di gioia? 
E chissà se la piccola Fannykin ha potuto rivedere quella madre che le mancava così tanto, e comprendere che no, non l'avrebbe mai potuta rifiutare, ma avrebbe continuato ad amarla così come in vita. Perché lei non è e non sarebbe stata mai un peso.
Mi rivedo un po' nell'ateismo particolare di Shelley, ma mi piace anche romanticamente pensare che forse c'è un 'altro mondo' dopo l'ultimo atto di questa vita, e forse lì le anime che si sono tanto amate potranno incontrarsi di nuovo, per l'eternità.

Se avete amato Frankenstein e volete approfondire la vita di Mary Shelley, il suo legame intenso con Percy Shelley, e le loro famiglie e amici, vi consiglio di prendere questo libro e lasciarvi trasportare dalla bellezza di queste pagine. Non ve ne pentirete.



Stanco vento, che vaghi
come l'ospite rifiutato dal mondo,
hai forse un nido segreto
su un albero o tra i flutti?

- I girovaghi del mondo, P. B. Shelley -

IL LIBRO

Il nido segreto
Martina Tozzi
Casa editrice: Nua Edizioni
Pagine: 392
Prezzo: 18.00€
Anno di pubblicazione: 2022
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