Quest'anno ho deciso di lasciarmi consigliare dei titoli da chi mi segue su Instagram. È una piccola sfida con me stessa, un modo per volgermi verso libri che altri sostengono essere degni di essere letti e conosciuti. Ne sono dodici in tutto, uno per ogni mese. Non so quanto riuscirò a rispettare questo progetto, ma intanto lo sto portando avanti. Lo scorso mese ho recuperato il romanzo d'esordio di un'autrice che ha voluto condividere la sua creatura di carta: Nel nome del giglio, di Lavinia Fonzi.
Un romanzo di cospirazioni e d'avventura, ma anche pieno di romanticismo e amore. Mi è piaciuto? Come primo lavoro non è male, ma ci sono tutti i presupposti giusti per migliorare alcuni aspetti che non mi hanno convinta. Resta, tuttavia, solo un mio modesto pensiero!
Suo padre le aveva insegnato a combattere con tenacia per i propri sogni, le aveva trasmesso l’amore per la letteratura e per la poesia. Spesso, quando si abbatteva perché qualcosa non le riusciva bene, le diceva: “Devi solo crederci. Se ci crederai veramente, ci riuscirai.”
Siamo a Firenze nell'ottobre del 1798.
Bianca Donati, una giovane vestita con abiti eleganti, osserva il tramonto appoggiata al parapetto del Ponte Vecchio. La sua anima è tesa alla ricerca dell'ispirazione giusta per scrivere le sue poesie. Bianca ama l'arte e il suo sogno è quello di veder pubblicati un giorno quei versi che affiorano dal suo cuore, da tutto ciò che vede e osserva. E in una città come Firenze, è impossibile che l'animo non venga toccato. Un giorno, mentre è ferma a osservare la statua del David, un giovane le si fa vicino: è Federico Bernucci, all'apparenza dolce e amabile, amante anche lui dell'arte, e delle belle parole. In effetti, a suon di complimenti e gesti apparentemente teneri, riesce a conquistare subito il cuore della ragazza, facendola cadere tra le sue braccia. Bianca, che sogna da sempre l'amore vero, s'innamora per la prima volta, ma ben presto comprende di essere stata ingannata. Federico, infatti, si dimostra ben presto per quello che è: un abile dongiovanni, capace di far cadere ai suoi piedi le ragazze romantiche e lasciarle non appena prova noia. Sembrano due mondi completamente diversi, che non possono collimare. Eppure, le loro strade ben presto s'incroceranno di nuovo, quando entrambi, per scopi diversi - ma in verità strettamente connessi - dovranno recarsi a Parigi.
In quegli anni Firenze era la capitale del Granducato di Toscana, sotto la dinastia degli Asburgo-Lorena. Ma, animati da uno spirito d'indipendenza e libertà, sotto l'ispirazione della rivoluzione francese, i giacobini italiani cospirano contro il governo, anche a rischio della propria vita. L'ingenua sognatrice Bianca, fa proprio parte di questo gruppo, come suo padre. E dimostrerà tutta la sua testardaggine e vivacità nel perseguire i propri ideali. Condanna, invece, Federico, troppo cinico e privo di sogni, capace solo di pensare a se stesso. Ma è veramente così? Tra inganni, cospirazioni, intrighi, avventure, si giocherà il destino di Firenze, ma si snoderanno anche le vicende tra i due protagonisti che la vita, o il destino, continueranno e spingere l'una verso l'altro.
«Bisognerebbe prestare più attenzione all'arte» concordò lo sconosciuto. «Il greco Simonide diceva che la pittura è poesia silenziosa e la poesia è pittura che parla. Credo che si possa dire lo stesso della scultura» riprese.
Bianca, che non conosceva quella citazione, ne rimase colpita e disse: «In effetti, c'è della poesia in tutto questo».
La storia in generale non è affatto male. Se siete amanti del romanticismo, dell'arte e dell'avventura potrebbe colpirvi molto. Ci sono aspetti che ho molto apprezzato, altri che - come ho detto anche all'autrice - purtroppo non mi hanno convinta in maniera completa.
I punti di forza sono sicuramente due: la passione e la ricerca storica accurata e precisa che ha svolto Lavinia Fonzi. Tra queste pagine si respira l'amore per l'arte, ma anche un'attenzione approfondita della Storia. Si sente tutto il lavoro di ricerca che è stato fatto e l'ho apprezzato moltissimo. Quando ci troviamo di fronte a un romanzo storico credo che sia importantissimo 'studiare' molto, per non rischiare di scrivere cose non adatte all'epoca presa in esame. Mentre leggevo, poi, mi sembrava di essere di nuovo nella splendida Firenze, tra le sue vie, sul Ponte Vecchio a osservare il tramonto con Bianca, o le statue, o a Parigi. Due città che amo profondamente. Anche la caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta molto: da un lato abbiamo Bianca, ingenua, sognatrice, dal cuore grande, ma anche determinata e piena di coraggio. Una ragazza che insegue con tutto il cuore i suoi sogni e i suoi ideali, anche a costo della sua vita. Dall'altro abbiamo Federico, che il tempo e alcuni avvenimenti tristi dell'infanzia hanno spinto a divenire cinico e menefreghista, ma che grazie ad alcuni eventi e alla conoscenza di Bianca, aprirà gli occhi, e avrà l'evoluzione a mio parere più bella e interessante. Non mancano ovviamente personaggi storici, o altri inventati da conoscere, anche se forse restano un po' sullo sfondo.
Però ho trovato soprattutto l'inizio molto rapido, forse troppo affrettato soprattutto nel rapporto che si crea tra i due protagonisti. Non nego che può anche essere stato un mio problema: dopo aver letto tanto, forse nelle storie cerco un approfondimento in più, soprattutto nel creare intrecci tra i personaggi. In effetti il primo impatto con il romanzo non è stato per me buono, ma poi quando il viaggio a Parigi ha inizio, mi sono sentita maggiormente coinvolta. Non mi hanno sempre convinta moltissimo i dialoghi tra i due protagonisti, e soprattutto ho trovato molte ripetizioni di concetti già espressi in precedenza, che hanno un po' rallentato la lettura.
Non si era mai legato a nessuno, non aveva mai creduto davvero in niente, non aveva sogni. Viveva in un eterno presente, dove tutto ciò che contava erano i suoi desideri, o meglio, i capricci momentanei.
Tuttavia, come dicevo, è stata una lettura piacevole che consiglio soprattutto a chi ama cercare storie d'amore e avventura, a chi apprezza l'arte e la Storia. A chi ha voglia di perdersi non solo tra le strade del cuore e dei sogni, ma anche tra le vie di Firenze e della Parigi post-rivoluzione, con le sue nuove mode e curiosità. Si avverte la passione di Lavinia, e le auguro di continuare a scrivere ancora!
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