Blu Stanzessere, di Roberta Zanzonico - Recensione

12 Jul 2019

Libri

 

Mancano pochi giorni e poi tornerò un po' nelle mie amate Marche. Il mio tentativo è quello di riuscire a scrivere tutte le recensioni, in modo da programmarle e non lasciare del tutto il blog per circa dieci giorni. Ci riuscirò? Lo spero.

 

Oggi vi parlo di un libro che mi è stato proposto dalla casa editrice Ensemble. Una lettura breve, ma allo stesso tempo intensa. A mio modesto parere è uno di quei libri che all'apparenza sembrano di facile e veloce lettura, ma in verità richiedono una dovuta attenzione, e forse anche una rilettura.

 

Blu Stanzessere è il romanzo di esordio di Roberta Zanzonico. Un romanzo breve sulla memoria, il viaggio in una storia d'amore. Un racconto onirico, un'esperienza sensoriale. Un libro che forse non ti aspetti e che alla fine ti lascia con molte riflessioni, e a me anche con piccoli dubbi, ma che ho trovato molto bello e originale. Trovo qualche difficoltà a parlarne, ma ci proverò.

Il libro si apre con un uomo senza memoria - e di cui per tutto il romanzo non sappiamo neanche nome e fattezze fisiche - che si risveglia in un luogo strano, potrebbe essere una barca cullata costantemente dalle onde del mare. Una porta con un piccolo oblò si apre e il protagonista fa la conoscenza del Guardiano, un uomo burbero, dal viso di pietra e dagli occhi di una luce opaca, che lo invita a seguirlo senza troppe domande lungo un corridoio che dà su moltissimi altri corridoi di uguale grandezza e di indefinibile lunghezza e collegati tra loro.

Il protagonista si sente perso, ha paura di essere morto, avverte un profondo senso di stanchezza...

 

una stanchezza antica, non una stanchezza fisica, una stanchezza interiore. Era come se tutto quel posto fosse stanco, emanando quella stanchezza che mi impregnava. Eppure avevo la sensazione che non fosse una stanchezza mia, ma quella di qualcun altro, che in me s'innestava e con me si rigenerava. Più stanca, più viva.

 

...e sono tante le domande che vorrebbe porre al burbero Guardiano. Quest'ultimo, però, lo invita a non chiedere troppo, a seguirlo e ad ascoltare bene. Perché il suo compito finale sarà quello di prendersi cura di Lei. Di una lei che lui ha allontanato, di una lei che si è spezzata. Di una lei da abbracciare per non farle avvertire freddo. Inizialmente tutto sembra molto molto confuso. Lui non comprende, e anche noi non sappiamo bene cosa aspettarci. Il Guardiano lo conduce lungo quei corridoi e parla di Stanzessere. Cosa sono?

Ogni stanza è uno stanzessere. È un momento, un rimpianto, un ricordo. Ogni stanzessere basta a se stesso, è perfetto. così.

   

Quindi, una sorta di stanza dove la memoria, parcellizzata, è qui impacchettata e rivissuta all'infinito. Stanze vive, che pulsano delle emozioni provate da ogni donna presente. Stanze che possono ingrandirsi, rimpicciolirsi, anche piangere a seconda del pezzo di vita lì racchiuso. In ognuno di questi spazi, infatti, c'è una donna: lei è ferma a un momento della memoria, che si ripete senza fine. Come se fosse un modo per prendere quel frammento di memoria, quel dolore, e dargli forma, renderlo più elementare, comprensibile. In un certo senso epurarlo, donare una sorta di perdono, di espiazione. Ma il protagonista può solo ascoltare, o meglio, sentire sulla pelle quei racconti, quelle emozioni che pulsano, e afferrano il cuore. Le stanze vibrano, piangono, emanano luce. Una luce buona, bella, giusta. Una luce d'alba. Luoghi in cui il gelo rischia di spezzarti, di gelare le ossa ma anche il cuore. In cui i sospiri possono trasmetterti una tristezza inconsolabile o - se eccessivi - arrivare a ucciderti. Gli Stanzessere però decidono loro quando e dove mostrarsi. E tutto ciò accade solo di notte.

Per stanchezza credo. Per quella stanchezza che vince le resistenze. O forse perché si ama di più di notte.

E non si possono fare domande. Si può solo vivere quel momento. Ricordi di vita. Di amori che nascono e finiscono, per poi ritrovarsi ancora. Di parole non dette. Di lontananze, di distanza che può far ammalare. Di amori che non si possono vivere pur amandosi, perché non ci si completa realmente, ma ci si oscura a vicenda. Un tempo di attese infinite, momenti che non possono tornare. Di rimpianti e rimorsi. Luoghi di memoria che sono fatti per dimenticare. Per poi ricominciare. C'è un costante perdersi per poi ritrovarsi. Riscrivere gli inizi per cambiare i finali.

  dsc_0278-01       Tutto il libro è quindi una vera e propria esperienza sensoriale: fatta di profumi e ricordi, di emozioni, di colori. Tra tutti spicca il blu. Blu come il mare. Blu come la notte. Il blu che circonda e delinea quelle figure di donne. Il blu del sogno, della nostalgia, del freddo, dell'acqua. Blu come il pianoforte in una stanza con il tavolo quadrato. Il suo pianoforte che suona una musica che non si può addomesticare.  

... una musica che finisce per ricominciare, come storia che si ripete.

 

E così, guidato da questa sorta di Virgilio, un po' burbero inizialmente, per poi mostrare molto, molto altro, il protagonista compierà questo viaggio tra ricordi, colori, ed emozioni, fino a comprendere infine. Comprendere cosa, non voglio svelarlo, ovviamente. Ma è un finale che fa sbocciare un sorriso.

   

Eppure, amava. Perché l'amore era l'unica cosa che fosse resistita all'amnesia. L'amore persiste, non si ammala di memoria. L'amore resta, perché non ha bisogno di quello spazio che dici tu, non sottostà a un passato e a un futuro prossimi. Tu non hai paura. Ma puoi amare.

   

Mi è molto piaciuto lo stile. Ho avvertito sulla pelle le emozioni che vengono trasmesse. Ho immaginato di trovarmi con il protagonista in quegli spazi vivi, e seppur non ci siano riferimenti a luoghi e date ben definite, ma si tratti di uno spazio quasi astratto - e come già detto onirico, sognante - ero lì. Si vive tutto sulla propria pelle. Avverti quasi quei sospiri, quei ricordi, quella luce, il freddo che fa tremare, emozioni condivisibili. Ti senti cullato dalle onde del mare, e ti perdi in quel blu che pervade ogni cosa. Però ho trovato delle ripetizioni, frasi totalmente uguali che si ripetono a distanza di due pagine. Non ho capito se si tratti di una scelta dovuta o altro, ma secondo me stonano un po'. E anche un'assenza di punteggiatura corretta in molte occasioni. Nonostante ciò, è stato un bel viaggio. Un romanzo sicuramente originale e non consueto. Una lettura che richiede la giusta attenzione. Che ti rapisce e ti porta un po' nel mondo dei ricordi, dei rimpianti, dell'amore, delle emozioni. Che fa riflettere. E quindi lo consiglio. Sicuramente, a mio parere, un buon esordio.

     
9788868813673-314x500 Blu stanzessere, di Roberta Zanzonico Casa Editrice: Edizioni Ensemble Pagine: 98 Prezzo: 12 euro Voto: ♥♥♥.5
Commenti
Ancora nessun commento.

TAGS