Non sono una grande esperta di fantascienza, ma c'è un genere che ho sempre amato molto leggere: il distopico. Di letture ne ho fatte diverse, ma ad altre devo ancora dedicarmi. Sono libri che, a mio parere, fanno molto riflettere anche sull'essere umano, sul mondo del potere, sulla manipolazione delle masse, e in un certo modo sulla nostra realtà e un possibile scenario futuro che potrebbe sempre accadere. Letture che mi hanno trasmesso rabbia, ansia, incredulità, difficoltà; ma che, a parte qualche eccezione, sono sempre riuscite a donarmi qualcosa di importante. In questo articolo voglio proporvi qualche titolo, ma in modo diverso dal solito: ho deciso di associare, a due a due, titoli che hanno tra loro un elemento in comune. Un po' sulla scia del 'se hai letto quello, ti consiglio questo'. Ovviamente, però, sono sempre pronta a leggere anche i vostri consigli!
Solitamente tendo a tenermi un po' distante dai titoli tanto acclamati e di cui tutti parlano. E, infatti, ho atteso del tempo prima di approcciarmi alla saga di Blackwater di Michael McDowell, pubblicata in Italia da Neri Pozza, in sei bellissimi volumi, illustrati dall'artista spagnolo Pedro Oyarbide. Li avevamo comprati proprio nei giorni delle rispettive uscite, ma ho avuto modo di leggerli solo tra gennaio e marzo. Non la ritengo un vero e proprio capolavoro, ma una cosa è certa: è riuscita a intrattenermi così bene che, dopo il secondo volume, non sono più riuscita a smettere di leggere. Divorando così i sei volumi uno dopo l'altro in pochi giorni. La vedrei benissimo come una serie tv o un film, anche se... personalmente non li guarderei! Diciamo che non sono proprio amante dello splatter e ci sono alcune scene che ho già fatto fatica a leggere. Ma, se amate l'horror, le storie dense di mistero, e con donne forti e indipendenti, e ancora, le saghe familiari, sicuramente dovete recuperarla - se non lo avete già fatto! -.
Quando ho letto la trama di questo libro l'ho subito sentito mio. Mi sento particolarmente vicina al tema toccato, tanto che voltata l'ultima pagina sono sorte diverse riflessioni anche sulla mia vita, su questa realtà che forse non è così lontana dalla distopia narrata in queste pagine. L'Unità di Ninni Holmqvist - che esce proprio oggi in libreria per Fazi Editore (ringrazio di cuore Cristina per la copia digitale che ho potuto leggere in anteprima!) - è uno di quei libri a cui continui a pensare anche dopo diversi giorni, perché riesce a solleticare le corde del tuo cuore, a far emergere un flusso di pensieri che non restano solo fermi alla narrazione vera e propria, ma possono portare ad analizzare anche la nostra realtà, o forse, perché no anche noi stessi.
Grazie alla collaborazione con Roberto Nicolucci Editore ho avuto modo di poter conoscere, qualche tempo fa, la penna di un altro autore italiano del Novecento: Luigi Incoronato. Di due racconti vi avevo già proposto il mio articolo sul blog, ma di recente ho potuto continuare ad approfondirlo grazie a un altro testo pubblicato dalla medesima casa editrice: Compriamo Bambini.
Un frammento, uno spaccato sociale perfettamente realistico dell'Italia, in particolare della Napoli tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con le sue tante, sottili, contrapposizioni. È un romanzo che parte da un tema - quello del traffico di bambini tra Napoli e l'America -, per poi estendersi ad altre riflessioni sull'epoca, soffermandosi sulla crisi dei valori a cui la società italiana, nel boom economico, sembra andare incontro.
Sono sempre stata affascinata dai cosiddetti mostri della letteratura. Ho letto vari libri sul tema, altri ne vorrei leggere. Per questo, quando ho visto un saggio che analizza proprio questo aspetto, riflettendo anche sull'umanità, non ho resistito! I mostri ci aiutano a capire noi stessi, a porci davanti a uno specchio e vedere il nostro riflesso. I mostri rappresentano un qualcosa di cui non possiamo avere un vero controllo, hanno a che fare con la paura ma anche con la nostra stessa identità. Pensiamo a personaggi letterari come Frankenstein e Quasimodo, per fare due esempi. La creatura è il vero mostro, o forse lo è il suo creatore/padrone? Quasimodo è ritenuto un mostro da deridere e tenere lontano, ma c'è molta più umanità in lui rispetto a un Frollo o a un Febo che incarnano perfettamente il lato malvagio ed egoistico dell'essere umano. Sono solo due degli esempi che troverete nel Saggio Pop Monstrumana. L’umanità del mostruoso, la mostruosità dell’umano, di Francesca Giro e Gaetano Pagano pubblicato da effequ, una realtà editoriale indipendente che sono molto curiosa di approfondire.