A Gennaio ha preso il via il mio progetto #UnaValigiadItalia dedicato alla Letteratura Italiana. Ho voluto iniziare con Primo Levi perché avevo voglia finalmente di approfondire i suoi libri sulla terribile esperienza nel campo di concentramento e sull'odissea del ritorno a casa. Quale nome più adatto, del resto, per il mese della Memoria?
Leggere Primo Levi è stata un'esperienza forte, intensa e seppur nella sua tragicità, bellissima. In particolar modo con Se questo è un uomo, ho avvertito delle emozioni importanti, ed è cresciuta ancor di più la voglia di continuare a leggere e riflettere sul tema della Memoria, e a diffondere nel mio piccolo l'importanza del conoscere la storia, anche nei suoi più terribili eventi, in modo tale non solo da crescere interiormente ma da capire quanto sia importante ricordare e provare a migliorarsi, anziché tornare indietro.
Purtroppo lo so, non dipende dal singolo, ma... finché avrò vita continuerò a parlarne, grazie anche a letture a tema.
La Tregua, però, è stata ugualmente interessante. Perché molto spesso si può tendere a pensare che una volta liberati, tornarono subito tutti a casa. Ma no, non è così. Levi restò lontano dalla sua Torino per quasi un anno dopo la liberazione, attraversando una serie di stati ed esperienze particolari. E qui sono narrate, con più tranquillità rispetto alla stesura intensa di Se questo è un uomo.
Da quest'anno ho deciso di fare un percorso di lettura ben preciso: recuperare quelle storie o anche testimonianze vere che mi aiutino a conoscere e comprendere certe parti di storia di cui forse si sa poco, o comunque che vorrei approfondire con maggior cura. Ci sono state tante - troppe - pagine della storia macchiate di sangue e soprusi, di odio e crudeltà. Ecco. Io voglio leggere e apprendere. Voglio riempire i vuoti che posso avere, le storie di cui so veramente poco.
Uno dei tanti temi che voglio affrontare meglio è sicuramente quello del razzismo.
Su Instragram - mi trovate, come sempre come marta.sognatrice - ho trovato un progetto promosso da Federica (fede_in_books_land) e Laura (lisoladicalipso) volto alla scoperta di quei testi letterari che analizzano il Razzismo in varie epoche storiche, facendo un lungo e interessante percorso. Non so se riuscirò a partecipare a tutte le tappe - anzi, ho già perso la prima, che spero di recuperare in futuro - ma proverò a seguirne almeno alcune.
Lettura di Gennaio è stata La Ferrovia Sotterranea di Colson Whitehead, romanzo vincitore del Premio Pulitzer 2017 e del National Book Award, e pubblicato in Italia da Edizioni SUR.
Torna la mia rubrica 3 Libri per un Tema, che quest'anno proporrò una volta al mese!
Oggi vi parlo di tre letture di cui potete trovare anche i film, tutte a tema #Shoah!
Il 27 gennaio, come saprete, ricorre come ogni anno la Giornata della Memoria per le vittime dell'Olocausto, e queste giornate vorrei dedicarle proprio a questo argomento.
Chi mi conosce e mi segue da tempo dovrebbe sapere quanto sia per me importante e interessante non smettere mai di informarmi e condividere le mie esperienze di lettura, o la mia visione di film e documentari. Viviamo in un mondo in cui troppo spesso torna l'eco di un orrore che pensavamo passato. I testimoni ancor viventi sono rimasti pochi, ma io non smetterò mai, mai e poi mai di informarmi e diffondere la memoria. E, da quest'anno, voglio riuscire a leggere anche di altri genocidi di cui forse si parla poco. Letture difficili, sicuramente, ma che io ritengo davvero importanti.
Ho scoperto un po' tardi la Collana di classici illustrati pubblicata da Rizzoli, presentata e curata da Benjamin Lacombe, un artista che seguo su Instagram e che apprezzo moltissimo. Sono innamorata dei suoi lavori, della caratteristica che hanno in comune tutti - o quasi - i suoi personaggi: quegli occhi grandi, densi di dolcezza; ma sono anche incantata per quella minuziosità di particolari, quella vividezza dei colori, quei dettagli che rendono tutto quasi reale, o comunque molto emozionante.
Tuttavia, spero di riuscire a collezionarli tutti. Grazie a una collaborazione con la casa editrice menzionata, e in particolare a Claudia dell'ufficio stampa, ho potuto ricevere l'ultimo prezioso volume: Bambi, un gioiello della letteratura austriaca di Felix Salten.
A natale mi è stato poi regalato dal mio compagno anche Pelle d'Asino, che spero di riuscire a leggere presto! Vi invito, comunque a visionare gli altri splendidi volumi già pubblicati. Sono una meraviglia per gli occhi, e una bellissima collezione che può impreziosire le nostre librerie.
Letto per la #Readingthedarkchallenge di sonosololibri e louchobi (instagram): Gennaio: un horror|weird|gotico internazionale
Ho tanto amato Dracula di Bram Stoker, ed è per questo che quando ho scoperto questo libro ne sono rimasta subito attratta, curiosa e allo stesso tempo desiderosa di trovare una storia simile, con le medesime atmosfere gotiche, tetre e ammalianti che avevo tanto apprezzato nella sua opera più conosciuta.
Ma, una cosa devo impararla: non farmi alte aspettative su quel che leggo, non aspettarmi sempre chissà cosa altrimenti potrei rimanerne delusa.
È successo con La dama del sudario? Sì e no.
Mi spiego meglio. C'è una prima parte - soprattutto quando appare questa dama - che mi è piaciuta moltissimo. La descrizione del castello, l'arrivo della dama, il mistero che aleggia intorno alla sua figura mi hanno rapita. Ma poi, quando si scopre tutto, c'è - almeno per me - un bel crollo. O meglio, non è più il romanzo gotico che mi aspettavo.
Tempo fa avevo trovato per caso un account davvero molto interessante su Twitter: quello di Johannes Bückler. Un nome fittizio, dietro il quale non si sa bene chi ci sia, ma che riesce a donare qualcosa di importante in quel social fatto di brevi frasi, e molto spesso - almeno nell'ultimo periodo - di odio e turbamento: le storie.
Storie più note, ma soprattutto meno conosciute. Persone del passato a cui viene data voce. Una voce coinvolgente, appassionante, come se attraverso le parole fosse ancora possibile far emergere chi non c'è più, ricordarlo, non dimenticare mai quella scintilla che hanno potuto donare al mondo. Vite molto spesso semplici, che però non dovrebbero mai passare in secondo piano. Perché non esistono piccole storie. O meglio, anche quelle storie vere apparentemente piccole, hanno un significato e un'importanza enorme.
Quando ho scoperto che la casa editrice People avrebbe raccolto alcune di queste vite in un libro, non ho resistito. È stata la prima lettura di quest'anno. Semplicemente, bellissima. Se volete, è stato pubblicato anche un secondo volume “Non esistono piccole donne” che si concentra su figure femminili della storia e che io non vedo l'ora di acquistare e leggere.
L'ultimo libro letto nel 2020 mi ha permesso di ridere un bel po'.
Conoscevo il film, ma finalmente ho colto l'occasione per recuperare anche l'opera letteraria e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Sebbene libro e film siano piuttosto simili, e non ci sono stati grandi stravolgimenti di trama, esistono delle differenze.
Tuttavia li ho amati entrambi e sono contenta di aver scoperto la scrittura di William Golman, la sua ironia, e la sua genialità.
Avete mai visto il film La Storia Fantastica? Se sì, e non lo avete ancora fatto, recuperate anche il libro! Se non riuscite a trovarlo in quest'edizione - noi abbiamo la prima, con il titolo “La Storia Fantastica” - cercatelo nella più corretta traduzione “La Principessa Sposa”. Vi giuro che saprà regalarvi molti momenti di ilarità, stupore, e divertimento, ma anche riflessioni come un buon libro dovrebbe sempre suscitare nel lettore!
Ho conosciuto per la prima volta Teresa Radice e Stefano Turconi con il bellissimo Graphic Novel “Non stancarti di andare” dove, traendo ispirazione da personaggi e fatti veri, ci è stata donata una storia d'amore, di rispetto per altre culture, di famiglia e altri sentimenti profondi, che assomiglia per la mole di pagine e per le tante parti scritte a un vero e proprio romanzo. Da lì, è sorto in me il desiderio di recuperare quante più opere possibili. Ho ancora in libreria Il Porto Proibito, ma quando ho visto l'uscita di La Terra, il cielo e i corvi, non ho resistito e ho preferito leggerlo prima.
Oggi voglio parlarvi proprio di quest'ultimo lavoro che ho adorato. Ancora una volta, prendendo ispirazione da qualcosa di reale - in questo caso le lettere del fratello del nonno materno di Teresa Radice disperso in Russia - hanno realizzato un graphic novel denso di emozioni, e ambientato nella Russia del 1943. Un periodo storico di cui ho avuto modo di leggere due anni fa, grazie a quella sorta di diario, di ricordi, di un uomo che è riuscito a toccarmi il cuore: Mario Rigoni Stern.
Oggi ricorre l'anniversario della nascita di uno dei miei scrittori preferiti: J.R.R. Tolkien. Quale occasione se non questa per parlare di uno degli ultimi libri che ho concluso? Ebbene sì, nei giorni natalizi ho deciso di affrontare la mia prima lettura in lingua originale - dopo troppo tempo! - scegliendo un libro che volevo leggere da moltissimo: Letters from Father Christmas. In Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Bompiani con il titolo Lettere da Babbo Natale.
Se pensiamo a Tolkien, lo immaginiamo come un (sub)creatore di mondi fantastici. Noto ai più per i famosi Lo Hobbit, Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, in verità ha scritto molte altre storie minori.
In questo volume sono state raccolte tutte le lettere che Tolkien scriveva ai suoi quattro figli, John, Michael, Christopher e Priscilla, nelle insolite vesti di un uomo molto speciale e particolare: Babbo Natale.
Io ho avuto l'opportunità di leggerlo in un'edizione davvero preziosa: quella deluxe pubblicata da Harper Collins.
Le nuove edizioni illustrate da MinaLima e pubblicate in Italia dall'Ippocampo, mi hanno sempre attratta con forza. Hanno esercitato su di me un magico richiamo. Insieme al mio compagno siamo riusciti a collezionarle tutte fino a ora. Dopo il meraviglioso Il Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett, ho deciso di buttarmi in queste settimane “natalizie” tra le pagine de La Bella e la Bestia, nella versione di Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve.
Sono ovviamente partita senza farmi troppe aspettative, consapevole di non ritrovare tra queste pagine la versione Disney che amo molto. E alla fine ho trovato una fiaba diversa sì, ma ugualmente interessante. Non eccezionale, ma godibile. Sicuramente molto più magica e più legata non solo alle antiche fiabe, ma anche al folclore e a quel Piccolo Popolo che tanto amo.