La terra, il cielo, i corvi, di Teresa Radice e Stefano Turconi

7 Jan 2021

Libri

Ho conosciuto per la prima volta Teresa Radice e Stefano Turconi con il bellissimo Graphic Novel “Non stancarti di andare” dove, traendo ispirazione da personaggi e fatti veri, ci è stata donata una storia d'amore, di rispetto per altre culture, di famiglia e altri sentimenti profondi, che assomiglia per la mole di pagine e per le tante parti scritte a un vero e proprio romanzo. Da lì, è sorto in me il desiderio di recuperare quante più opere possibili. Ho ancora in libreria Il Porto Proibito, ma quando ho visto l'uscita di La Terra, il cielo e i corvi, non ho resistito e ho preferito leggerlo prima.

Oggi voglio parlarvi proprio di quest'ultimo lavoro che ho adorato. Ancora una volta, prendendo ispirazione da qualcosa di reale - in questo caso le lettere del fratello del nonno materno di Teresa Radice disperso in Russia - hanno realizzato un graphic novel denso di emozioni, e ambientato nella Russia del 1943. Un periodo storico di cui ho avuto modo di leggere due anni fa, grazie a quella sorta di diario, di ricordi, di un uomo che è riuscito a toccarmi il cuore: Mario Rigoni Stern.

È proprio lui uno degli autori importanti per questa storia, perché a lui si sono ispirati sia per le sue opere, sia per il titolo che è ripreso da un passo de Il ritorno sul Don:

Non si vedono villaggi: solo terra, terra arata e no, cielo, e corvi che si alzano gracchiando al nostro passaggio.

 

Ed io ho veramente respirato le atmosfere di dolore, coraggio, rabbia, difficoltà, ma anche solidarietà che avevo trovato nella lettura de Il sergente nella neve, e forse anche questo è uno dei motivi per cui ho veramente amato questo volume e ve lo consiglio.

Mi chiamo Attilio Limonta, classe 1919. Vengo da un paese sui monti del lago di Como. 
E questa è la storia di come sono morto.



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Isole Solovetskij, Russia, marzo 1943.
In una base militare russa, un tempo monastero e poi gulag, due prigionieri di guerra tentano la fuga: il tedesco Fuchs, “volpe”, e l'italiano Attilio. A unirsi a loro, volente o nolente, c'è anche Vanja, che da secondino del carcere, diviene una sorta di guida in quel mare ghiacciato che è la Russia in quel periodo dell'anno.
Tre uomini diversi, tre lingue diverse, tre diversi scopi, e un lungo percorso nella neve e nel gelo, con il rischio di essere scoperti, presi e uccisi. Perché lì c'è la guerra, una guerra impietosa, che rende tutti nemici.
Non è un mero percorso fisico, un ritorno a casa o perlomeno nei propri eserciti, o forse un più semplice avanzare anche se senza una meta, ma anche un percorso di crescita umana, un viaggio più intimo che permetterà soprattutto ad Attilio, voce narrante, di riavvolgere i ricordi, di conoscere meglio se stesso, di comprendere il suo scopo.

Tre uomini differenti, tre possibili nemici, che potrebbero uccidersi facilmente a vicenda, ma che pian piano affronteranno momenti particolari, emozionanti e importanti, che faranno anche crollare le loro maschere, lasciando affiorare le fragilità del tutto umane e per questo preziose.
Il valore di una risata, il condividere ricordi, speranze, progetti, l'importanza dei piccoli gesti che possono scaldare il cuore, anche in un periodo così terribile come la Seconda Guerra Mondiale.

Teresa Radice ha deciso di lasciare le due lingue straniere - il tedesco e il russo - senza una traduzione, così da far sprofondare il lettore ancor di più nella storia narrata. Io l'ho trovata una scelta davvero giusta. Sarà Attilio a farci vedere ancor di più il mondo che vive con i suoi occhi. È facile sentirsi persi per colpa di una tale difficoltà, ma il tutto contribuisce a rendere più vero il racconto. Ed ecco che ci troviamo lì, a cercare di comprendere delle lingue forse a noi sconosciute, a provare il freddo gelido della Russia, i piedi congelati, la difficoltà del cammino, la paura sempre viva di essere presi e uccisi. L'avverti mentre leggi, sei lì con loro. Eppure, ci sono anche momenti di pura bellezza. Non importa se gli idiomi sono differenti e incomprensibili, a correre in aiuto arrivano i gesti, le espressioni, il linguaggio del cuore. E così, anche se sei un possibile nemico, nelle izba vieni accolto con calore, con gesti di puro affetto e rispetto. E si parla con i silenzi, i sorrisi, gli sguardi. Si arriva a comprendere che non si è poi così diversi, è solo la guerra a mettere tutti gli uni contro gli altri.

Immagini dense di calore, che grazie all'uso dei colori caldi - in contrapposizione a quelli freddi dell'esterno - riescono a emozionare, ad acquietare l'ansia, le difficoltà, la paura.

Ridere è riequilibrare le disgrazie, è impedire alle circostanze avverse di mandarti fuori di testa. 
Il che non significa negare la sofferenza, ma proibirle di demolire le cose divertenti. È una difesa, uno scudo, una risorsa da esseri umani. L'ilarità contagiosa scioglie il gelo più che il vapore la neve sul cappotto.

Alla bellezza delle parole, che io trovo sempre intrise di poesia, si collega la meraviglia delle tavole, dipinte ad acquerelli. Avevo già imparato ad amare i disegni di Stefano Turconi: si percepisce la sua accurata ricerca storica, la ricchezza dei dettagli, lo splendore delle ambientazioni. Personalmente amo moltissimo anche la capacità di sprigionare le emozioni umane, i vari sentimenti, le espressioni del viso. Tutto appare molto realistico.

Contrasti tra uomini, ma anche contrapposizioni di colori.
Ai colori freddi dei paesaggi invernali russi, si contrappongono, come ho già detto, quelli caldi dei ricordi di Attilio, del suo passato, della sua infanzia e giovinezza; ma anche quelli di rifugi in cui trovano riparo, aiuto, e anche una sorta di solidarietà.

Ho visto uccidere per denaro, paura, invidia e potere. Ma gli assassini più spietati lo fanno in nome delle loro idee.

È una storia che mi ha molto emozionato.
Un racconto importante, da leggere e consigliare.
I personaggi non sono totalmente buoni o completamene cattivi, ma perfettamente umani, reali.
E quando le maschere crollano, arriva la vera essenza, che può anche far commuovere.
Tra queste pagine, all'inizio di ogni capitolo, troverete anche vari estratti delle opere di Tolstoj, ma personalmente - conoscendo poco di letteratura russa - ho respirato maggiormente la scrittura, i pensieri, l'esperienza con cui Mario Rigoni Stern mi aveva molto toccata anni fa.

Una storia che profuma di nostalgia, malinconia, di rabbia, ma anche di ricordi, amore, solidarietà, di risate, di un nuovo inizio dove forse meno te lo aspetti. Una storia per chi si sente perso, senza meta, senza scopo, ma che forse proprio nella disperazione troverà la sua strada.

Ve lo consiglio con tutto il cuore.
Un'altra opera meravigliosa da conservare con cura.





© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice




IL LIBRO

La terra, il cielo, i corvi
Teresa Radice, Stefano Turconi
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 208
Prezzo: 20.00€
Anno di pubblicazione: 2020
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