Tre domande a... Nutrimenti

20 giu 2025

Interviste

Ho avuto modo di conoscere questa casa editrice grazie a una collaborazione per me preziosa e che mi ha dato la possibilità di leggere Non siamo numeri. Le voci dei giovani di Gaza, un libro secondo me fondamentale da recuperare proprio ora. Ne ho già scritto sul blog in questo articolo. Questo mi ha dato modo, poi, di approfondire meglio la realtà editoriale in questione proprio durante il Salone Internazionale del Libro di Torino.
Oggi voglio farvi conoscere Nutrimenti, e ne abbiamo parlato con il direttore editoriale Andrea Palombi che ringraziamo per il tempo che ci ha concesso.


Chi siete e cosa vi caratterizza e vi distingue dagli altri?

Nutrimenti nasce nel 2001 e ci occupiamo sostanzialmente di tre settori: narrativa, saggistica e mare e vela.

All'interno di questi tre settori, la saggistica è molto di attualità legata a temi giornalistici; la narrativa è nata intorno a quella americana contemporanea poi in realtà negli anni si è allargata agli europei e, per ultimo, agli italiani. Per la narrativa italiana dall'anno scorso facciamo una collana seguita da un mini collettivo di editori che sono Giulia Caminito, Loredana Lipperini, e Mattia Insolia. Un modo bello e anche produttivo di fare ricerca e scouting tra le voci italiane.
Nel mare e nella vela ci occupiamo a 360° della grande letteratura di mare, ad es. Conrad, Stevenson, fino ai diari di bordo di navigatori contemporanei, e ai manuali tecnici. Credo che in questo settore siamo ormai editore di riferimento per gli appassionati di mare e di vela. Per ultimo abbiamo pubblicato il libro in cui Giovanni Soldini racconta immagini di dieci anni di collaborazione con Maserati, e proprio qui al Salone nautico abbiamo fatto una presentazione del libro con Soldini e John Elkann che è venuto a presentare il libro.

La nostra storia è fatta di tante tappe. Una di quelle che ricordo con più piacere, era ancora il 2007 credo, è stata la pubblicazione della biografia di Barack Obama, ancora politico sconosciuto in Italia e poi destinato a diventare presidente degli Stati Uniti d'America. Per cui Nutrimenti, piccola casa editrice romana ha pagato i diritti d'autore al Presidente degli Stati Uniti d'America: sono quelle cose buffe che possono succedere nell'editoria. Poi al di là di questo tanti altri piccoli e grandi successi e premi ricevuti: per ultimo abbiamo avuto Adelaida di Adriàn Bravi nella dozzina del Premio Strega e poi vincitore del Premio Comisso e del Premio Basilicata, è stato anche finalista al Premio Napoli e al Premio Elsa Morante Isola d’Arturo, e adesso è molto tradotto all'estero. Da questo punto di vista le scoperte sono state tante, segnalo che come tutte le case editrici indipendenti c'è quasi un destino scritto, quello di scoprire autori che poi hanno un certo successo e a quel punto intervengono i grandi (non sto a far nomi, ma ci sono tanti autori scoperti da Nutrimenti che poi sono passati sotto le insegne delle major). Però siamo soddisfatti, pensiamo di avere riscontri sempre molto positivi, compreso quest'ultimo Salone.

Segnalo un libro che in questo momento sta avendo tanto successo, per fortuna o purtroppo non lo so, è una raccolta di racconti dei giovani di Gaza, che al di là dell'informazione molto superficiale che si fa in genere sui numeri delle vittime, sugli sfollati, ecc, raccontano quella che è la realtà all'interno di Gaza e offrono a noi occidentali molto materiale per riflettere su una delle tragedie più enormi che si stanno consumando senza che nessuno dica nulla. Il libro è Non siamo numeri ed è curato da Ahmed Alnaouq e Pam Bailey, e sottolineo che uno dei due curatori, appunto Ahmed Alnaouq, ha avuto 21 parenti uccisi da una sola bomba israeliana, e alcuni degli autori dei racconti sono nel frattempo purtroppo morti. Uno degli autori (Mosab Abu Toha) però ha appena ricevuto il Premio Pulitzer nella categoria Commentary. E poi è un libro in cui ovviamente si denuncia la disperazione, la distruzione, l'esilio, e via dicendo, ma incredibilmente c'è dentro anche della speranza, la speranza di poter vivere un giorno in un paese pacificato, di poter contribuire al proprio paese, di avere accesso a un sistema di istruzione migliore, di imparare bene l'inglese e di trovare lavoro, insomma incredibilmente c'è anche molta speranza. 


Ammirazione, Orgoglio e Sogno.


Qualcosa di altre case editrici che ammirate e/o che avreste voluto fare voi.
Mi è difficile individuare questo o quel soggetto, ma ci sono tanti editori bravi che fanno cose molto belle. 


Qualcosa di cui siete particolarmente orgogliosi.

Aver dato voce a molti autori italiani giovani o esordienti che poi hanno segnato una loro strada importante nel mondo del libro. Ne cito solo uno, Domenico Dara, che ha pubblicato due titoli con noi, che hanno ricevuto un sacco di premi, che sono stati molto venduti, sono stati riconosciuti, e portati anche all'estero con grande successo in Germania, ad esempio. E ora è diventato un autore Feltrinelli. Però c'è orgoglio per aver proposto voci nuove in modo originale alla nostra letteratura. E allo stesso modo anche per la saggistica, cito un altro titolo ormai storico perché lo abbiamo pubblicato se non erro nel 2004 o 2005, L'Armadio della vergogna. È il libro che testimonia le stragi nazifasciste avvenute tra il '41 e il '43 seguite da regolari inchieste; poi tutto è stato sepolto nel Palazzo della procura militare a Roma in un armadio con le ante rivolte verso il muro e chiuso. E lì è documentata una delle pagine più nere della Repubblica Italiana, una strage tra i 15 e i 20mila civili per lo più donne, bambini, anziani uccisi dalle truppe naziste che risalivano l'Italia. Quello appunto, pubblicato da Nutrimenti è un libro che poi in qualche modo è stata anche una pagina di storia civile sulla base del quale è stata fatta una commissione parlamentare d'inchiesta. Però anche qui convinti che la memoria per essere davvero una memoria condivisa deve essere una memoria completa. Ci sembra di aver dato il nostro piccolo contributo. 


Il Sogno nel cassetto.
Il nostro sogno, che è poi l'ambizione un po' di ogni editore, è quello di produrre libri nella lingua di origine, e proporre anche all'estero autori del proprio paese.



Pro e contro di questo Salone

Molti più pro che contro. I pro perché il Salone, come si vede in questi giorni, offre una grande visibilità agli editori, a tutti gli editori, compresi quelli indipendenti che spesso e volentieri fanno molta più fatica in un sistema sbilanciato come quello italiano. L'Italia è l'unico paese al mondo in cui penso sia permesso a una stessa proprietà di avere più marchi editoriali, una società di distribuzione e una rete di librerie contemporaneamente, e questa cosa non è permessa da nessuna altra parte del mondo. Si tratta della famosa concentrazione verticale: in Italia ci sono quattro grandi gruppi che occupano in questo senso e creano uno squilibrio evidente, rispetto agli editori indipendenti. Il Salone è una grande vetrina, come non può succedere in libreria; l'editore può rappresentare tutto il proprio catalogo e quindi il proprio progetto, in libreria, specialmente, è difficile trovare soprattutto per gli editori indipendenti due o tre libri per volta.

Secondo me è un pro naturalmente tutto quello che è legato alla promozione della lettura che una manifestazione come il Salone del Libro produce. 

I contro... dovremmo entrare nelle piccole cose logistiche. L'unica cosa che mi dispiace un po', non solo per il Salone del Libro, ma per diverse altre fiere editoriali, sono i prezzi del biglietto d'ingresso molto alti. Capisco tutto,  capisco le esigenze di far quadrare i conti, però quello sarebbe bello se si riuscisse a tenere basso, a contenere, perché così ci sembra francamente di togliere un po' di potenzialità a un evento come questo.



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice



Per scoprire il loro catalogo questo è il Sito.
Contatti:

 @nutrimentiedizioni

 @nutrimenti_edizioni



Come vi dicevo, io ho già letto e scritto del libro Non siamo numeri, un libro prezioso per ascoltare la vera voce dei giovani di Gaza, partendo dal 2015 fino alla fine del 2024, per comprendere ancora di più quanto tutto questo non sia iniziato il 7 ottobre. Anzi. Mentre al Salone abbiamo preso anche Il signore delle acque, di Giuseppe Zucco un romanzo distopico che per la trama ha colpito molto sia me sia il mio compagno. In un mondo che sembra ormai perduto, attraverso gli occhi di un bambino, l'autore cerca di esplorare le ragioni profonde della vita e dello stare insieme. Vi farò sapere che ne penso appena riuscirò a leggerlo!

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