Mi piace associare al mio viaggio nelle opere di Shakespeare saggi che mi possano permettere di approfondire personaggi e temi. Negli ultimi mesi, in particolare, mi sono approcciata a due volumi che, seppur in maniera leggermente differente, parlano dell'Amore.
Amarsi con Shakespeare di Maurice Charney è un saggio di facile lettura, che appassiona e regala elementi nuovi, riflessioni importanti sulla natura dell'amore e l'aspetto sessuale, ma affronta anche i temi delle definizioni di genere e dei discorsi omoerotici. Charney ci guida così in un vero e proprio percorso nelle opere del Bardo inglese, che non può non colpire chi, come me, ama perdersi nella sua scrittura e nel suo genio.
L'amore in Shakespeare si esprime nel desiderio fisico, e anche quando si fa estasi (come in Romeo e Giulietta), non si stacca mai dalla propria base sessuale.
Non posso non sorridere quando penso quanto sia facile ritenere Shakespeare solo poesia. Mano a mano che vado avanti nella lettura delle sue opere mi accorgo di quanto faccia molto spesso uso di doppi-sensi e riferimenti anche espliciti al sesso. L'autore del saggio che vi presento oggi, infatti, sin dall'introduzione sostiene che "la concezione dell'amore in Shakespeare non corrisponde alle concezioni platoniche e neo-platoniche di Marsilio Ficino, in cui l'amore fisico viene sempre trasceso in qualcosa di più alto e di più spirituale". L'amore in Shakespeare, infatti, si esprime nel desiderio fisico, non si allontana mai dalla propria base sessuale. L'opera del Bardo appare piena di contraddizioni riguardo alla natura dell'amore e al comportamento degli innamorati, e spesso sembra prendersi gioco delle assurdità dell'amore e dell'innamorato che si strugge (pensiamo a Mercuzio che prende in giro Romeo).
Il Saggio di Charney è strutturato in otto capitoli dove si affrontano tutte le varie sfaccettature dell'amore:
- Capitolo 1: Innamorarsi
Shakespeare si rifà a pose e atteggiamenti del petrarchismo e insieme le irride.
Gli occhi sono al centro del discorso amoroso.
In molte delle opere di Shakespeare la fase dell'innamoramento è strettamente collegata all'amore a prima vista. Basta uno sguardo e si scatena un'improvvisa passione, un forte sentimento, che lega i due amanti. Un amore irrazionale e privo di moderazione.
La malinconia d'amore.
è uno dei segni dell'innamoramento oppure il sintomo di un amore che è venuto a noia o è stato rifiutato.
Shakespeare è divertito dai segni della malinconia dell'amore, soprattutto nei maschi innamorati, e tende a farsi beffe di loro: come nel caso più riuscito, quello di Romeo, che è infelicemente innamorato della bella Rosalina ma non da lei ricambiato. - Capitolo 2: Amore comico
Mai vicenda di vero amore poté scorrere liscia.
Il tema dell'amore si presta bene alle commedie di Shakespeare. In queste opere, infatti, nonostante le difficoltà da affrontare, l'amore vince sempre, e si arriva a un lieto fine che sfocia sempre nelle nozze o nella promessa di matrimonio. Interessante, in questo capitolo, è la riflessione sulle donne: capaci di definire la natura dell'amore e valutarne la forza.
Donne argute e intelligenti che dominano questo mondo, educando gli uomini all'amore e sgonfiando la loro presunzione e spacconeria. - Capitolo 3: L'amore secondo Amleto (e nei problem plays)
Nei cosiddetti problem plays l'amore è tendenzialmente frustrato e inappagato.
Nel parlare delle dark comedies, spesso ho riportato la definizione di un finale amaro. Sono opere che, infatti, non possono essere definite semplicemente tragedie o commedie, perché uniscono alcuni elementi delle prime ad altri delle seconde.
L'amore, in queste opere, è fonte di fallimento e delusione, qualcosa di difettoso, colmo di rancore e risentimento. Anche i matrimoni - in Misura per Misura e Tutto è bene quel che finisce bene - risultano forzati e imperfetti. E le donne sono rappresentate in toni amari e disillusi. - Capitolo 4: Amore senza tragedie?
L'amore che funziona benissimo nelle commedie, vista come una forza positiva e qualcosa di festoso, non si presta invece bene alla tragedia shakespeariana.
In questo capitolo si analizzano tre opere in particolare: Romeo e Giulietta, i due giovani innamorati nati sotto cattiva stella, che sembrano divenire dei capri espiatori, quasi dei martiri la cui morte è necessaria per porre fine alla faida tra Capuleti e Montecchi, perché il vero amore non è possibile in un mondo di faide insensate e sanguinose.
C'è poi Antonio e Cleopatra, una tragedia romantica: la morte per amore dei due protagonisti sembra un gesto trionfale; gli amanti trionfano nella morte e raggiungono quell'unione spirituale che è impossibile in questo mondo vile.
E, infine, Otello che l'autore definisce l'unica tragedia d'amore riuscita come tale che Shakespeare abbia scritto, perché soltanto quest'opera evoca quella pietà e quella paura che nella Poetica di Aristotele sono i requisiti del tragico. - Capitolo 5: I nemici dell'amore
Ci sono numerosi nemici dell'amore nelle opere di Shakespeare: dai giovani maschi che disdegnano l'amore e le donne, come Adone e Beltramo, e il cui amor proprio impedisce di amare gli altri, come anche l'esempio di Malvolio (che vuole amare solo per essere elevato di classe), a quelli che sbeffeggiano questo sentimento, come Mercuzio che è in grado di immaginare l'amore solo in termini sessuali. E poi ci sono i 'cattivi incalliti' come Aronne, Riccardo III ed Edmund e soprattutto Iago, il più incisivo ed eloquente tra gli avversari dell'amore in tutto Shakespeare. Per lui l'amore non è che un impulso pericoloso. - Capitolo 6: Definizioni di genere
Che cosa comporti essere un uomo o una donna è una costruzione sociale e storica, e nella società patriarcale dei tempi di Shakespeare il ruolo delle donne è circoscritto.
Nei suoi testi, Shakespeare riprende molte delle convenzioni sociali, degli attributi degli uomini e delle donne, ma contro questi stereotipi il Bardo mette in campo idee nuove: i suoi personaggi sabotano categorie prestabilite.
L'animo tenero e le lacrime, ad esempio, non si addicono a un uomo, sono più 'elementi femminili'. Interessante in questo capitolo è soprattutto l'analisi di alcune figure di donne che si ritrovano a dover assumere ruoli e aspetti da uomo: come nel caso di Lady Macbeth, Volumnia e la Regina Margaret.
Lady Macbeth per riuscire a convertire il marito al violento piano per diventare re, non può più essere una donna sensibile e amorevole, deve anzi liberarsi di ogni tenero sentimento di compassione.
Volumnia rifiuta l'associazione mentale tra la donna e la pace, e predica valori guerreschi. In Coriolano la mascolinità è esaltata quale virtù più alta dell'amore.
La regina Margaret (nell'Enrico VI) viene definita da York come un cuore di tigre ammantato nella pelle d'una donna: non dolce, affettuosa e compassionevole, ma anzi dura, feroce, aspra e indifferente al rimorso. - Capitolo 7: Discorsi omoerotici
Ci sono discorsi esplicitamente omoerotici, tra amanti dello stesso sesso, nei drammi di Shakespeare: e rappresentano un aspetto importante del tema generale dell'amore.
Le convenzioni sociali dell'epoca elisabettiana attribuivano all'amicizia maschile un valore più alto dell'amore eterosessuale: con amore si descriveva ogni genere di rapporto affettuoso.
Alcuni esempi in cui ritroviamo questi discorsi omoerotici - abilmente mescolati con altri di natura eterosessuale - sono: I due nobili cugini, I due gentiluomini di Verona (qui Valentino è disposto a donare Silvia per amore dell'amico Proteo).
Ne La Dodicesima notte c'è il personaggio di Antonio che è fortemente attratto da Sebastiano.
Ma, forse, il dramma più apertamente omoerotico è Troilo e Cressida, che mette in luce la storia d'amore tra Achille e la “sua puttana maschio” Patroclo.
Tuttavia il discorso omoerotico più corposo lo si trova nei Sonetti: nei primi 124, infatti, Shakespeare si rivolge a un giovane, un Nobile Amico (i successivi a una Dark Lady). - Capitolo 8: Amore, lussuria e doppi sensi
Amore e lussuria in Shakespeare il più delle volte sono poli opposti e la lussuria è in genere associata ai 'cattivi'.
Il linguaggio di Shakespeare è tutto incentrato su giochi di parole, bisticci, doppi sensi e allusioni sessuali. Ho trovato molto interessante, in questo capitolo, l'esempio di diverse parole che possono avere un doppio significato (un esempio: il francese baiser, utilizzato nell'Enrico V, è ambiguo. All'epoca significava ancora baciare, ma qui potrebbe già essere inteso come 'scopare').
I più tipici giochi di parole e le freddure a carattere sessuale sono in genere utilizzati dai buffoni, dai clown nelle commedie, personaggi spesso di basso ceto sociale che si fanno gioco del lirismo amoroso dei personaggi altolocati.
Ma la lussuria, come già detto, è anche legata ai cattivi: tutti i cattivi di Shakespeare sono lussuriosi perché credono soltanto nell'ordinamento naturale.
Ho tentato in questo modo di trasmettervi degli input, dei piccoli frammenti di ciò che potrete trovare in questo coinvolgente saggio.
Shakespeare pur riprendendo le convenzioni sociali e narrative della sua epoca, e fonti scritte da altri, cerca di 'metterci del suo', di andare oltre. Nelle sue parole, nei suoi personaggi, nei temi tratteggiati risulta molto attuale, quasi contemporaneo. E forse è per questo che ancora oggi riesce a far affiorare nei lettori - e non solo - tanto fascino e passione.
Ho trovato questo saggio estremamente interessante e di facile lettura, per cui lo consiglio a chiunque voglia approfondire il tema dell'amore 'shakespeariano' nelle sue diverse sfumature. Come per ogni testo simile, però, mi preme sottolineare che dovendo analizzare delle opere, è facile trovarci degli 'spoiler'. Quindi sta a voi decidere cosa fare: dal mio punto di vista, per quanto riguarda le opere di Shakespeare non è un problema conoscere già la trama. Anzi, volumi simili possono aiutarmi ad approfondire ancor di più le opere lette o che andrò a leggere nei prossimi mesi.
Ho adorato, poi, in questo caso, l'analisi non solo delle tragedie, dei drammi, o delle commedie più conosciute, ma anche il soffermarsi sui poemetti e sui sonetti. I saggi che ho letto finora non hanno affrontato anche queste opere, che non vedo l'ora di leggere il prossimo anno per il mio progetto #aTeatroconShakespeare.
Quindi sì, è un saggio che consiglio di recuperare se anche voi amate alla follia il Bardo inglese. Non fatevi spaventare, è un testo molto chiaro e interessante.