La prima volta che ho letto questo titolo ho provato un mix di imbarazzo e curiosità.
I monologhi della vagina? Cosa sarà mai, mi sono chiesta. Complici le offerte de Il Saggiatore nel primo lockdown ho preso l'ebook ma solo lo scorso mese ho trovato il tempo di leggerlo. E mi si è aperto un mondo, oltre a donarmi tantissime riflessioni anche sulla persona che sono, sulla società o per estensione sul mondo in cui viviamo.
Questo libro lo ritengo importantissimo. Tutti dovrebbero leggerlo, uomini e donne. Perché attraverso questi “monologhi” teatrali Eve Ensler da un lato aiuta a riflettere sul nostro corpo, a farci aprire gli occhi sulle regole assurde della società, dall'altro dà voce a tutte quelle donne che sono state vittime di violenza, del potere del patriarcato, dell'impossibilità di essere semplicemente se stesse, abolendo quei tabù che la società impone.
Libro letto con il #Christaclub, un club di lettura creato dalla casa editrice E/O.
Sono sempre stata affascinata dalla figura di Cassandra, questa donna, veggente, che per non essersi concessa al Dio Apollo, ha subito da lui la terribile vendetta di non essere creduta. Cassandra che sa guardare oltre, al di là della finzione, che cerca di far aprire gli occhi ai Troiani, alla sua famiglia, non venendo però ascoltata.
Su di lei ho letto la rivisitazione fatta da Marion Zimmer Bradley nel suo romanzo La Torcia, ma nel mese di aprile mi sono unita al gruppo di lettura creato dalla casa editrice E/O e ho letto Cassandra, di Christa Wolf.
Questo libro mi attraeva con forza e ho avuto la splendida opportunità di leggerlo grazie alla mia collaborazione con Let's Book. Sul loro sito trovate già da alcuni giorni la mia recensione ma, come sempre, ho voglia di condividere qualche pensiero anche qui.
Negli ultimi mesi sto cercando di scoprire un po' quella che è la cultura orientale, in modo particolare la letteratura giapponese. Tuttavia, ho voglia di estendere la mia curiosità e l'interesse verso altre culture. Ecco che entra in gioco un perfetto Gruppo di Lettura di tre ragazze su Instagram che di volta in volta ci proporranno un titolo - a rotazione - della Letteratura Giapponese, Cinese e Coreana, più alcuni bonus. La mia speranza è di riuscire a seguirle, per scoprire un po' questi mondi lontani ma densi di fascino.
Piccola cartolina dall'Irlanda.
Oggi si vola in quella magica terra con una commedia davvero divertente di Oscar Wilde.
Per me non è nuova, conoscendo la storia grazie a un bellissimo film che vede il mio amato Colin Firth e Ruper Everett come protagonisti! Però è stato un piacere leggerla, staccando un po' da letture molto più impegnate e a tratti drammatiche.
Ammetto di avere un'anima tendente al tragico. Le mie letture spaziano sempre su temi importanti o su argomenti che possono commuovere, quindi consigliare libri che possano scatenare risate è difficile. In mio soccorso arrivano le opere teatrali, che sono un buon modo per staccare un po' dal dramma e sorridere. Anche se dietro alle risate si può nascondere una sorta di critica sociale e dei comportamenti umani. Come in questo caso, no?
Continua il mio progetto alla scoperta della letteratura italiana non solo di “ieri” ma anche di oggi.
Aprile ho voluto dedicarlo a un'autrice che ho scoperto solo negli ultimi anni, ma che mi ha rapita grazie al suo stile: Elena Ferrante.
La storia di Lila e Lenù mi ha coinvolta sin dalle prime pagine, portandomi nel rione di Napoli del dopoguerra, per poi veder crescere quelle due bambine, tra violenza, soprusi, tentativo di studiare e riscattarsi da una condizione di vita non facile. Un'amicizia forse un po' troppo particolare. In verità mi riesce difficile esprimere il termine amicizia per legare le due protagoniste: c'è troppa invidia, troppa cattiveria tra Elena e Lila. Momenti in cui ti accorgi che non riescono a far meno l'una dell'altra, e altri in cui pensieri e atteggiamenti ti spingono a chiederti: ma è davvero amicizia questa?
Oggi è il 25 Aprile, Anniversario della Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo.
Una data importantissima per il nostro Paese, a cui secondo me dobbiamo dare tutti il dovuto rispetto.
Sono stata fortunata nella mia educazione per due motivi: alle elementari la mia maestra di Italiano ci spinse a fare un progetto proprio sul tema della Resistenza e lo ricordo ancora con affetto. Forse è nato proprio in quel momento il mio interesse per certi argomenti, non facili, no di certo, ma importanti. Ricordo che in classe arrivò anche un partigiano pronto a narrarci la sua storia, la sua lotta, le tante perdite, i dolori, le lacrime di commozione al ricordo.
Sono nata in una verde terra densa di leggende e bellezza: le Marche.
È una regione che, anche se oggi vivo distante, la ritengo parte di me, un faro fisso e luminoso nel mio cuore. Sin da piccola ho cercato il mistero e la magia nella natura, ho immaginato piccoli esseri sfuggevoli allo sguardo umano, mi sono persa nelle fiabe. Crescendo, quell'interesse non si è affievolito, tanto da pensare in tempi di tesi universitaria a un viaggio nel fantastico, focalizzandomi sulle leggende e i miti che troviamo non solo in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda, o altre “terre nordiche” ma anche nella nostra stessa Italia. Ed è per questo, che quando ho visto questo splendido volume pubblicato da ABEditore tutto dedicato al Piccolo Popolo ho dovuto averlo.
Se penso a La Capanna dello Zio Tom ho il vago ricordo di una me bambina totalmente commossa per la sorte del protagonista. È, infatti, una di quelle letture definite “per ragazzi” (anche se non mi spiego troppo il motivo) che in molti abbiamo affrontato, forse in maniera non integrale, in tenera età. Rileggerlo da adulta è stato importante, in parte perché credo che a prescindere da quanto possa piacere o meno sia una di quelle letture da fare per il suo valore storico e politico, ma anche perché ho potuto conoscere totalmente una storia di cui forse in tanti dicono di sapere, ma che ben pochi hanno veramente letto.
Per la terza tappa del mio progetto Una Valigia d'Italia volto alla scoperta della Letteratura Italiana di ieri e di oggi, l'autore scelto è stato Italo Calvino.
Scopo di questo mio programma di lettura è andare a scoprire quegli autori di cui ho letto poco o anche niente, perché sono dell'idea che sia importante conoscere in primo luogo la nostra letteratura, molto spesso messa in secondo piano rispetto ad altre.
Tra le cose belle che mi ha portato Instagram ce n'è una di cui sono molto orgogliosa: far parte del team di Let's Book! Ho iniziato a seguire il loro progetto quasi per caso, ma ora sono felice di poter contribuire nel mio piccolo alla diffusione di questa bellissima passione che è la lettura.
Sonia e Stefano mi hanno dato la possibilità di iniziare a recensire anche altri libri - oltre a quelli da me proposti - in collaborazione con il loro sito e le case editrici che accetteranno la richiesta. E così, potete trovare sul loro sito il primo frutto di questo “lavoro”: la recensione di Una voce sottile di Marco Di Porto, pubblicato da Giuntina che ringrazio per la copia cartacea.