Giornata Mondiale della Salute Mentale: consigli e desideri di lettura

10 ott 2025

Libri

Questo articolo non era nei programmi, ma ultimamente sento il desiderio di seguire l'ispirazione del momento per vedere anche dove mi porterà. Da alcuni anni è nata in me la voglia di dare attenzione ad alcune Giornate mondiali per poter creare una sorta di lista di libri che consiglio o che vorrei leggere. Non ho quasi mai trovato il tempo per farlo, ma ci proviamo. La mia attenzione è molto focalizzata sulle pagine dimenticate della Storia, ma ci sono anche altri temi ai quali mi sento particolarmente legata o toccata. Un esempio è la salute mentale. 

Chiariamo. Non sono un'esperta sulla tematica, ma per vari motivi ho sempre provato un vivo interesse per i libri che trattano di follia, ansia, o comunque di quelle fragilità del tutto umane che, ancora oggi, sono quasi stigmatizzate come di un qualcosa di cui non si dovrebbe parlare, qualcosa di scandaloso da tenere nascosto. Non sto qui a raccontare i motivi per i quali mi sento in qualche modo toccata, perché non riguardano solo me e ho rispetto per l'altro, ma non è sempre facile affrontare un problema che riguarda la mente. L'aspetto che mi lascia perplessa e indignata è questa poca attenzione che ancora sì da alla malattia mentale, come se fosse qualcosa di molto più semplice di una malattia fisica. Passerà, è tutto nella tua testa, non pensarci... sono  spesso le frasi che si sentono. Ma non ci si rende conto che non sono d'aiuto, che forse l'ascolto, la comprensione, o anche un abbraccio o un sedersi in silenzio accanto alla persona che soffre, fanno molto di più. Oltre, ovviamente, a seguire un percorso ben preciso. Mi piacerebbe tanto che finalmente si ponessero queste due malattie nel medesimo piano. Perché, se ben ci si pensa, molto spesso mente e corpo sono perfettamente concatenate. Un dolore mentale può avere riflessi sul fisico, e viceversa. 

Personalmente non ho mai iniziato un percorso psicologico, un po' per paura, un po' forse perché mi accorgo che posso ancora farcela da sola. Anche se spesso l'ansia, gli attacchi di panico e i pensieri intrusivi - spesso anche molto negativi - ostacolano la mia vita. Sono, però, anche dell'idea che la scelta sia mia. Devo sentirmi io davvero pronta a seguire un iter ben preciso, quando ne avrò concretamente la necessità. 

Pensieri e riflessioni a parte, volevo dare spazio ai libri. Quelli che ho letto e che secondo me possono essere rappresentativi, in qualche modo, di questa giornata. Quelli che possiedo e vorrei trovare il tempo di leggere. Quelli che non ho e desidero. 


Libri consigliati

  1. La campana di vetro e Mary Ventura e il nono regno, di Sylvia Plath
    Quando si pensa alla salute mentale credo che tra i primi nomi non si possa non indicare lei, la mia cara Sylvia Plath. L'ho scoperta anni fa e spesso nelle sue parole mi sono perfettamente ritrovata. Sylvia soffriva di depressione, ha tentato più volte di suicidarsi e alla fine, purtroppo, ci è riuscita. Eppure in lei c'era anche una fiamma ardente, un coraggio e un grande amore; e una voglia assoluta di essere accettata per quella che era veramente. 
    Di lei, oltre ai Diari, vi consiglio di recuperare un romanzo, La campana di vetro, che è anche semiautobiografico, perché nella figura di Esther possiamo vedere riflessa la stessa, giovane, Sylvia. Ma anche un racconto simbolico, Mary Ventura e il nono regno, che a mio avviso dà luogo a diverse interpretazioni: da un lato un viaggio onirico che spingerà la giovane protagonista a compiere un gesto per sé stessa, scrollandosi di dosso il senso di obbedienza verso i genitori, ma scegliendo da sola la propria vita, dall'altro lato, invece, ci ho visto dei collegamenti con la sua vita, con la depressione e l'apatia. Entrambi li ho amati molto. Ma Sylvia per me è certezza.

  2.  Follia, di Patrick McGrath
    Altro titolo forse un po' scontato, ma che avevo amato. In questo caso tutto - o quasi - è ambientato all'interno di un manicomio criminale dove arriva la famiglia dello psicologo Max, formata da lui, sua moglie Stella e il loro bambino Charlie. Qui, Stella conosce Edgar, uno dei pazienti della struttura, e pian piano sprofonderà in una sorta di ossessione sessuale che la porterà anche a compiere azioni terribili, fino a crollare in una sorta di abisso, paura e ansia. Ma alla fine, ti viene da domandarti chi sia il vero pazzo tra loro. E quale ruolo giochi davvero il narratore. 

  3. Beati gli inquieti & Ombra mai più, di Stefano Redaelli
    In Beati gli inquieti ci troviamo nella Casa delle Farfalle, una struttura psichiatrica dove si reca Antonio, un ricercatore universitario desideroso di scrivere un libro sulla follia. Nella struttura troviamo diversi pazienti: Angelo, il genio, con le sue invenzioni, strane cure e la paura di essere costantemente spiato; Carlo, il lavoratore stanco per aver svolto tutti i mestieri del mondo; Simone che lotta contro i Satanini e trova rifugio nella parola scritta; e ancora Cecilia, la poetessa che ama truccare gli altri nel suo modo tutto particolare e, a volte, scivola lontano lasciando il posto al volgare Tom; e, infine, Marta, bellissima e leggera, che profuma di fiori e sembra leggere nel pensiero. Attraverso di loro Antonio sarà chiamato a osservare dentro di sé, a conoscersi più a fondo. Nel seguito, Ombra mai più, invece il protagonista esce dalla Casa delle Farfalle tornando ad affrontare il mondo esterno. Come sarà questo ritorno a una società ritenuta sana? 

  4. Nel giardino della follia, di Edmondo De Amicis
    Spostandoci su un classico, ma forse meno noto, vi consiglio un libriccino nel quale Edmondo De Amicis ci dona un piccolo reportage portandoci con sé in un manicomio, tra donne che hanno smarrito il senno per varie ragioni, e davanti alle quali l'autore riflette anche su qualcosa di molto più intimo, personale e straziante: la perdita di suo figlio. L'autore coglie così l'occasione per interrogarsi sul confine sottile tra ciò è che è ritenuto normale e ciò che è folle, ma anche sul profondo dolore che sente per la sua perdita personale (il figlio è morto suicida).

  5. La carta da parati gialla, di Charlotte Perkins Gilman
    Anche questo splendido racconto, secondo me, potrebbe essere inserito per il tema. In questo caso c'è una riflessione su quella che era definita isteria nelle donne da uomini che volevano averne il controllo, anche con cure ben poche efficaci che, invece, potevano condurre davvero a una vera e propria forma di follia. Del resto fino a non molti anni fa, le donne che osavano essere più libere o non sottomettersi all'uomo o alle leggi della società, venivano spedite facilmente in manicomi o curate con metodi assurdi, accusate di essere pazze o isteriche. Comunque, tema o non tema, Perkins Gilman è una scoperta recente che vi consiglio assolutamente di recuperare.

  6. L'altra verità. Diario di una diversa, di Alda Merini
    Sempre sulla scia di donne, isteria, e manicomi, mi sembra che sia normale collegarlo anche ad Alda Merini, di cui ho letto qualche poesia e questo libro. Qui, la poetessa, descrive con una prosa lirica i quasi dieci anni (dal 1965 al 1972) del suo internamento nel manicomio Paolo Pini di Milano. Il libro è breve, ma talmente intenso da lasciare senza fiato. Alda ci trascina con sé in quella triste esperienza, alternando momenti di poesia e bellezza - come quando le restrizioni si fanno meno dure, e i malati possono uscire, incontrarsi e godere dello splendore della natura, ma anche grazie a quei contatti umani tra di loro - ad altri di dolore e orrore. Ma ci sono anche riflessioni importanti sulla società esterna che, agli occhi di un malato diventa quasi un luogo ostile, dove è molto difficile rientrare. 

  7. Quando tutto diventò blu, di Alessandro Baronciani
    Diamo spazio anche a fumetti e graphic novel, iniziando da Quando tutto diventò blu, dove l'autore affronta temi come gli attacchi di panico e l'ansia - argomenti che comprendo molto -. È la storia di Chiara, una ragazza che soffre di attacchi di panico e nella quale forse in molti possiamo rivederci. Ma è anche un percorso verso la sua rinascita. Non un libro eccezionale, secondo me, ma comunque ha lasciato traccia nel mio cuore di lettrice, soprattutto perché in molti dei pensieri della protagonista, ho rivisto davvero i miei. 

  8. Vincent Van Gogh - La tristezza durerà per sempre, di Francesco Barilli con le illustrazioni di Roberta Sacchi/Sakka
    Credo che nel mondo dell'arte se dovessimo associare il tema della follia o della malattia mentale a qualche artista, il primo nome che verrebbe in mente sia Van Gogh, no? Ed io, torno a consigliarvi questo bellissimo graphic novel scritto da Francesco Barilli con le illustrazioni di Sakka, di cui mi sono subito innamorata. Qui, la follia è co-protagonista dell'opera, rappresentata come un corvo con cui il pittore conversa in maniera ininterrotta. Un lavoro che riflette benissimo la sua anima tormentata che, però, è riuscito a donare così tanto al mondo. Così tanta bellezza.

  9. Nodi, di Fiamma
    Si tratta di un graphic novel autobiografico attraverso il quale Fiamma cerca di elaborare un profondo dolore, ma anche di tornare a prendersi cura di sé. Un nodo che ti blocca, un sogno che sembrava essersi spento. Ma il dolore non può essere superato nascondendo la testa sotto terra come uno struzzo, o fingendo di avere una corazza ben salda. Perché il crollo è lì, può ripresentarsi all'improvviso. Nodi, insicurezze, dubbi, ma anche depressione. E allora forse bisogna cercare di fare un vero e proprio viaggio dentro sé stessi per ritrovarsi e, magari, tornare a dare forma ai propri sogni. 

  10. Vita su un pianeta nervoso, di Matt Haig 
    Concludo i miei consigli con un saggio che mi aveva molto colpito. In un mondo così frenetico che ci porta molto spesso a sentirci soli e infelici, Matt Haig - che ha sofferto di depressione e attacchi di panico - ci aiuta a soffermarci anche su aspetti positivi, a fermarci, a guardarci dentro, a mettere da parte per qualche ora la tecnologia per goderci la bellezza del cielo, dei rapporti umani, dei libri, ma anche riservare dei momenti a quegli amici animali che possono donarci tanto. A staccarci per qualche tempo dall'online e vivere con più tranquillità l'offline. A mantenere l'empatia, restare umani, guardare anche le notizie belle che possono confortarci, non cedere alla rabbia che può semplicemente portare altra rabbia. Respirare, amare, soprattutto se stessi.


Libri ancora da leggere 

  1. L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Oliver Sacks
    Non ho ancora letto nulla di suo, ma questo mi ispira particolarmente. Sacks è un neurologo che presenta una serie di casi clinici frutto della sua stessa esperienza, fiabe o storie - come le chiama lui - che sono molto curiosa di scoprire.
  2. La casa capovolta, Elisabetta Pierini
    Eva è considerata una bambina intelligente è difficile, che deve prendersi cura di una madre con una grave malattia psichiatrica. Ma la piccola ha un dono, ossia la capacità di creare un mondo immaginario grazie al quale forse riesce ad andare avanti e trovar respiro. 
  3. Qualcuno volò sul nido del cuculo, di Ken Kesey
    Questo è noto, no? Io ho solo visto il film, ma devo assolutamente leggere presto il libro.
  4. Il cappotto bianco, di Luana Trapé
    Sulla base di alcune lettere del 1876, l'autrice rielabora una storia d'amore, ma anche di manicomi, ambientata nelle mie Marche. Curiosissima!
  5. Città sola, Olivia Laig
    Solitudine, un racconto intimo e letterario che affronta le umiliazioni, le paure e le ossessioni comuni dello scoprirsi soli, con la speranza che rivelare significhi talvolta anche curare. 
  6. Nell'abisso, Anthony David
    L'autore è un neuropsichiatra inglese, che qui raccoglie sette storie di sette pazienti. Unisce scienza e narrativa e fa parlare la malattia e insieme la persona, dando vita a racconti universali di sofferenza e perdita, ma anche di resistenza e speranza. 


Libri nella lista desideri

  1. Malacarne. Donne e manicomio nell'Italia fascista, di Annacarla Valeriano
    Di questo ho visto la mostra, e per la tematica anche storica voglio recuperarlo per forza.
  2. Donne e follia in Piemonte. Storie e immagini di vite femminili rinchiuse nei manicomi, di Bruna Bertolo 
    Vivendo ormai da anni in Piemonte, sono curiosa di scoprire anche queste storie.
  3. Le libere donne di Magliano, di Mario Tobino 
    Anche qui un medico, e riferimenti soprattutto alle donne. 


Conoscete questi libri? Quali altri mi consigliate?


Vi lascio con un frammento preso da Non siamo numeri, le  voci dei giovani di Gaza... perché mi chiedo spesso anche lì come faranno molti di loro a superare l'orrore, a fare i conti con tutto ciò che hanno dovuto sopportare e purtroppo continueranno a vivere se le cose non cambiano. Ecco le parole di Asmaa Tayeh.


Lavoro duro per cercare il modo di non cadere vittima di una profonda depressione. Provo a fare nuove esperienze  (anche se qui le opzioni sono un po' limitate) e a condividere i miei pensieri e sentimenti con gli amici. Cerco persino di dormire più del solito nel disperato tentativo di smettere di pensare troppo e, a volte, mi costringo a partecipare ad attività con persone nuove, in modo da essere troppo occupata per soffermarmi sul fatto che non sto bene. Di recente, per sfuggire alla depressione, ho provato a dormire meno e a seppellirmi in un mucchio di lavoro. Ma nel profondo il mostro della depressione è in agguato. Lo dico apertamente e non significa che sono debole o patetica. Credo che significhi che sono umana. Un'umana malata e stanca di apparire forte.

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