Ci sono autori dai quali non riesci mai davvero ad allontanarti, perché con le loro storie e i loro mondi hanno intessuto una trama di luce nel tuo cuore. Uno dei miei preferiti è sicuramente J.R.R. Tolkien.
No, non sono una di quelle fan espertissime e totalmente fissate, che hanno già letto tutti i libri, le lettere, i saggi; che analizzano ogni piccolo aspetto, o sanno l'elfico e le altre lingue da lui inventate. Sono una semplice lettrice che anni fa ha scoperto i suoi mondi letterari e se ne è semplicemente innamorata. Con il tempo spero anche di riuscire a recuperare molte delle sue opere minori che mi mancano, oltre alle sue lettere e saggi.
Sono giorni strani in cui mi sento bloccata e colta da un'estrema sensazione di stanchezza, e non so nemmeno io il motivo. Faccio una fatica assurda a scrivere recensioni, a pormi al pc in uno stato d'animo positivo. Mi arrabbio facilmente, non sopporto più i rumori. Anelo al silenzio. Ma, ecco, vivere in una grande città, e avere davanti casa i lavori per il parcheggio non aiuta. Quindi, non vi garantisco di riuscire a scrivere qualcosa di sensato, ma ci provo. Io speriamo che me la cavo, insomma, no?
Oggi vi voglio parlare di un romanzo gotico italiano che ho letto per la tappa di agosto della Reading The Dark Challenge che sto seguendo su Instagram. C'era un libro che in particolare aveva attratto con forza la mia attenzione e per cui avevo molte aspettative: Malombra, di Antonio Fogazzaro.
Il mio viaggio nella letteratura italiana ad Agosto mi ha portato a Milano, nel mite inverno del 1944, tra terribili scontri tra partigiani e nazi-fascisti, e il contrastato amore tra Enne2 e Berta. Ma è stato soprattutto un viaggio psicologico, riflessioni importanti su quella che può essere definita umanità e la non-umanità. Tutti siamo uomini, e tutti abbiamo dentro di noi delle forze contrastanti che possono spingerci a fare del bene o a compiere del male. Uomini e no.
Questo caldo mese estivo, quindi, l'ho dedicato alla scoperta di Elio Vittorini, di cui non avevo mai letto nulla. Ho scelto di iniziare da Uomini e no, perché è dedicato a un tema a me caro: quello della Resistenza. Ma tra queste pagine troverete più resistenze. Qualcosa che va oltre la Storia.
Il 6 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica, Little Boy, sulla città di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dall'ordigno Fat Man su Nagasaki. Il tema per il gruppo di lettura giapponese non poteva non essere dedicato a questa pagina di Storia per tale mese. Non avevo ancora mai letto nulla sulle bombe atomiche che colpirono e rasero al suolo le due città Giapponesi, e questa è stata l'occasione giusta per recuperare qualcosa. Son sincera, però. Ultimamente mi sento molto stanca emotivamente, complici anche le recenti notizie dal mondo (vedi Afghanistan), quindi avevo voglia di una lettura apparentemente più semplice, non troppo complessa né dura da affrontare.
La scelta è ricaduta su un titolo che ho visto spesso nel mondo del #bookstagram, e che mi ha colpito molto sin da subito: L'ultima gru di carta, di Kerry Drewery, arricchito dalle splendide illustrazioni di Natsko Seki.
Dopo aver percorso le strade di Torino con Natalia Ginzburg (arriva presto anche l'articolo qui, ma ne ho parlato già su instagram), a Luglio, grazie al mio viaggio nella letteratura italiana, sono giunta a Ferrara per conoscere la penna, la storia e i personaggi di Giorgio Bassani.
Sono sempre stata attratta da questo libro ma non sapevo quasi nulla della trama. Con lui ho percorso i momenti precedenti l'orrore dell'Olocausto, quegli attimi di quiete prima della tempesta, attraverso le storie di alcuni giovani ebrei di Ferrara e della loro spensieratezza su cui grava qualcosa di infausto.
Il libro di cui vorrei parlare oggi l'ho veramente amato.
Se mi seguite da tempo, ormai avrete capito quanto apprezzi i lavori di Cesare Catà. Ne ho letti diversi, e tutti mi hanno lasciato delle emozioni o ancor più delle riflessioni importanti. Tra le mancanze dell'aver lasciato le mie Marche ci sono proprio le sue lezioni-spettacolo.
Eppure... le ritrovo nei suoi libri. E questo mi rende felice.
Ma poi, siamo onesti: se viene pubblicato un libro su William Shakespeare lo lascio in libreria?
Quello che mi piace di questo anno di letture è la mia voglia di scoprire altre culture, altre storie. Se da un lato sto riscoprendo la nostra letteratura italiana che per troppo tempo ho tenuto lontana da me, dall'altro mi sto buttando anche in quella orientale, così distante dal nostro Paese, così interessante e affascinante, ma anche dolorosa. Nel percorso che sto seguendo grazie a un progetto Instagram di tre ragazze, sto scoprendo un po' il Giappone, ma anche la Cina e la Corea, addentrandomi anche in altri paesi, come, in questo caso, il Vietnam.
Cosa so della storia del Vietnam? In verità quasi nulla. Sì, a parte la “famosa guerra”, conoscete altro?
Ma quanto scorre veloce il tempo? Quasi non riesco a stargli dietro.
Proviamoci lo stesso!
Oggi torno a parlare di libri, o meglio, in questo caso vi mostro il graphic novel che ho scelto per la tappa di luglio della #readingthedarkchallenge che sto seguendo da alcuni mesi su Instagram. Ho deciso di focalizzarmi su una scrittrice molto importante del genere gotico/horror, Mary Shelley. Purtroppo per ora la mia conoscenza di lei è limitata al suo meraviglioso romanzo Frankenstein, uno dei miei classici preferiti. Il mio obiettivo, però, è quello di scoprire in futuro altre sue opere e di approfondire la sua vita, la sua biografia.
In un certo senso questo secondo intento l'ho già iniziato con la lettura di Mary Shelley e la morte del mostro, di Raquel Lagartos e Julio César Iglesias che ho trovato davvero intenso e interessante.
E così un'altra calda estate ha inizio.
Non che le temperature così alte e afose siano così particolarmente gradite, ma parliamo di libri!
Sì, perché come per ogni stagione anche per l'Estate ho pensato ad alcune letture che in qualche modo, per un motivo o per un altro, mi sento di consigliare per questi tre mesi!
Scorrendo il blog potete trovare anche i miei consigli per la Primavera, l'Autunno, l'Inverno e non solo!
Quando Marco Capocasa, uno dei due autori del romanzo di cui vi parlo oggi, mi ha contattata per propormi il loro lavoro, sono rimasta subito colpita non solo dalla trama ma anche dalla presentazione accurata. Con tutta sincerità, non è così scontato trovare autori “emergenti” - o che comunque vogliono proporre i loro testi - che rispettino il blogger di turno. Sovente arrivano messaggi tutti uguali, senza neanche capire a chi la e-mail è destinata; o peggio ancora due righe di cui una con un link del libro da acquistare, e poi la richiesta di recensione. Be', con tutto il rispetto, cari autori, da me non otterrete nulla con un simile atteggiamento.
In questo caso, invece, sono subito stata attratta dalla presentazione e, anche se la fantascienza rimane un genere non proprio in linea con i miei gusti - pur avendo affrontato diversi libri sul tema - ho accettato, e a lettura conclusa penso di aver fatto proprio bene.