È da questa notte che piove e ancora non sembra voler placarsi. Da un lato però sono contenta: finalmente si respira un po', ed è meglio godersi di un po' di fresco - nella speranza che però, da giovedì alla fine della prossima settimana ci sia bel tempo, visto che partiamo per la nostra “vacanza” (dita incrociatissime!) -. Quale occasione migliore, quindi, per mettersi al pc e recuperare le ultime recensioni prima della partenza? Quando mi è stato proposto questo libro da Fabbri Editori/Rizzoli sono subito rimasta colpita dalla trama e ho trovato anche la copertina deliziosa.
Mancano pochi giorni e poi tornerò un po' nelle mie amate Marche. Il mio tentativo è quello di riuscire a scrivere tutte le recensioni, in modo da programmarle e non lasciare del tutto il blog per circa dieci giorni. Ci riuscirò? Lo spero. Oggi vi parlo di un libro che mi è stato proposto dalla casa editrice Ensemble. Una lettura breve, ma allo stesso tempo intensa. A mio modesto parere è uno di quei libri che all'apparenza sembrano di facile e veloce lettura, ma in verità richiedono una dovuta attenzione, e forse anche una rilettura. Blu Stanzessere è il romanzo di esordio
Il buio oltre la siepe di Harper Lee è uno dei miei libri preferiti. L'ho letto anni fa e mi è rimasto impresso nel cuore, come un tatuaggio indelebile sulla pelle. (Qui potete trovare la mia recensione). Ho poi visto il film, innamorandomi ancora di più di Atticus grazie alla splendida interpretazione di Gregory Peck e non ho mai, mai, smesso di pensare alle parole usate con i suoi figli. Alle sue piccole lezioni di vita. Al suo coraggio, al suo perseguire una causa per un forte senso di giustizia, anche se tutti e tutto remavano contro di lui. Sì, Atticus Finch è il mio personaggio preferito della letteratura. Un uomo meraviglioso. Un padre severo ma giusto con i suoi due figli. Un avvocato ligio al dovere e alla giustizia. Una persona che va contro i pregiudizi per amor della verità, in un'America dove il razzismo e le differenze di classe sono ancora molto, molto, forti.
Il weekend cerco di prendermelo sempre un po' per me e il mio ragazzo, quindi mi tengo lontana da blog e social. Ieri non ero in forma, e oggi la giornata è ancora peggio, ma voglio ugualmente parlare dell'ultimo libro che ho concluso nel mese di giugno (poi, sul mio instagram trovate tutto il recap del mese!). È stato un altro mese di letture interessanti, eccetto l'ultima, che è stata una vera delusione per me, ma voglio parlarne lo stesso. Il Diario di Bridget Jones l'ho conosciuto - e amato - come film. L'ho visto più volte, innamorandomi sempre del caro Mark Darcy (del resto ad
Quella fiamma rende bene il calore percepito in questi giorni a Torino. Volevo uscire a fare un giro per negozi, ma francamente il pensiero di affrontare l'afa e di provare vestiti mi uccide. Quindi, si resta in casa cercando di non morire. Giuro che non voglio essere l'ennesima persona che sa solo lamentarsi, anche perché fino a poco fa io ero una di quelle che riusciva a sopportarlo in qualche modo. Quest'anno, complice anche il fatto che ora vivo in città, mi sento soffocare e ho una costante sensazione di stanchezza, anche se dormo, anche se non faccio poi chissà cosa. Ma andiamo a
La Fattoria degli animali di George Orwell con tavole di Odyr l'ho praticamente divorato nel giro di neanche un'ora. È un graphic novel che si legge davvero velocemente, perché sono ripresi solo gli estratti più salienti del libro, eppure bastano per riuscire a far emergere un'opera meravigliosa quanto dura che tutti dovrebbero leggere. Del romanzo di Orwell ve ne ho già parlato qui. Come anche 1984, i libri di quest'autore fanno molto riflettere e anche provare una certa dose di rabbia. C'è molta attualità nei suoi scritti, anche se ovviamente i suoi sono degli “attacchi” ai regimi dittatoriali della sua epoca. Leggendo le sue pagine però, io ho sempre provato dei brividi assurdi nel notare quanto tutto ciò non sia poi tanto differente dalla nostra realtà.
Jane Austen avrebbe dovuto deporre una corona sulla tomba di Fanny Burney... da - Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf - Esordisco con una frase di Virginia Woolf per parlarvi dell'ultimo romanzo che ho letto, e la cui copia digitale mi è stata inviata, gentilmente, da Fazi Editore, che ringrazio. Quando nella presentazione ho letto che la Burney era una delle autrici più amate e lette dalla mia cara Jane Austen, non ho resistito. Effettivamente, leggendo Evelina - primo romanzo pubblicato da Fanny Burney nel 1778 in forma anonima - si percepisce qualcosa che mi ha rimandato
È sempre complicato per me parlare di Sylvia Plath ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di leggere libri su di lei o scritti dalla sua penna. L'ho scoperta un po' per caso e ho iniziato dal suo unico romanzo: La Campana di Vetro. Un libro che ho amato, ma che fa ugualmente male. E poi ho puntato ai Diari. Ma, come potete vedere, non sono mai riuscita a scrivere qualcosa di più dettagliato a riguardo. Li ho letti in un periodo non facile e mi sono sentita così affine alla sua anima, da averne anche paura. Sì, un sorta di muto terrore di cadere nella trappola del suo demone inte
Negli ultimi mesi ho scoperto una piccola casa editrice che mi ha particolarmente attratta: la ABEditore. Al Salone del Libro sono passata più volte davanti al loro stand, con timidezza, con curiosità, fino a quando l'ultimo giorno ho deciso di fermarmi e portare a casa con me alcune delle loro opere. Sì, definirle opere credo sia la parola giusta. Perché colpiscono tantissimo per la cura in ogni dettaglio. Sono dei piccoli scrigni che racchiudono tesori. Testi interessanti. Qualcosa, a mio parere, di nuovo. Se è vero che non bisogna giudicare un libro dalla sua copertina, è anche
Ieri questo mio piccolo spazio virtuale ha fatto già tre anni. Come vola il tempo! Ci stavo riflettendo poco fa con le mie amiche. Vediamo crescere i nostri nipotini così velocemente che quasi non sembra vero. Corre, corre, questa vita. E a volte si fa fatica a starle dietro. In verità, come detto tante volte, non è il mio primo blog. Scrivo praticamente da sempre: sono partita da diari personali, con fatti di vita e pensieri forse troppo personali, per poi passare ai libri, e infine racchiudere le mie passioni in un unico spazio. Ne ho usate diverse di piattaforme, perché non so st