Il Racconto dell'ancella & I Testamenti di Margaret Atwood - Recensione

10 Jan 2020

Libri

     

Tornata alla base, si cerca di essere più operativa, e aggiornare il blog con più contenuti possibili. Anno nuovo, vita nuova? Ci credo sempre meno. Ogni volta inizio piena di propositi, e poi mi perdo dopo pochi giorni. La verità è che quest'anno non ne voglio fare, vorrei solo provare a uscire dal guscio nel quale mi sono nascosta, e lottare contro quest'ansia del mondo che non mi fa vivere bene anche la più piccola cosa.

In queste ultime settimane ho letto molto, ma non ho avuto modo di mettermi al pc a scriverne pensieri.

Oggi si parla di nuovo di libri, di due libri! Li ho letti per la tappa di Dicembre della #fantadistochallenge promossa da Ambra di Sono Solo Libri e che prevedeva la lettura di un distopico scritto da una donna. Sognavo da tempo di recuperare Il Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood, e finalmente si è presentata la giusta opportunità. E poi, ho voluto continuare con il seguito, I Testamenti, uscito solo lo scorso anno (qualche mese fa). Mi sono piaciuti? Sì, molto.

           

Mi spalmo il burro sulla faccia, cerco di farlo penetrare nella pelle. Non ci sono più lozioni per le mani o creme per il viso, non per noi. Sono considerate vanità. Noi siamo dei contenitori, è solo il dentro dei nostri corpi che è importante. L'esterno può indurirsi e divenire rugoso, come il guscio di una noce. [...] Finché ci imburriamo la pelle per mantenerla morbida significa che crediamo di poter uscire, un giorno, di poter essere ancora toccate, per amore o desiderio.

       

Il racconto dell'ancella è un distopico scritto da una donna che parla di donne. Mai prima d'ora - avendone ancora letti pochi ma comunque importanti - ho trovato un libro in cui si dà così tanta importanza e voce alle donne. Importanza, poi. In verità siamo in un mondo in cui le Donne contano ben poco, in cui sono etichettate a svolgere certi ruoli, e non hanno voce in capitolo, se non forse le Zie che si occupano della preparazione ed educazione delle altre donne, soprattutto delle Ancelle, quelle donne, fertili, che sono viste come meri contenitori, oggetti da usare secondo particolari "rituali" per poter procreare, donare dei bambini ai Comandanti e alle loro Mogli, per poi passare in un'altra casa, e continuare il processo. Eh no, quel bambino non è loro. Non sono chiamate a provare sentimenti, a instaurare rapporti. Chiuse nelle loro vesti rosse e con un copricapo bianco a nascondere il viso, hanno solo questo ruolo, e nulla più.

Eppure un passato c'è stato, e Difred, la protagonista lo ricorda spesso. Perché non è facile dimenticare quello che si aveva, è impossibile rimuovere dalla mente e dal cuore l'uomo amato, e soprattutto quella bambina di cui non compare mai il nome, che le è stata sottratta con violenza.

Ma facciamo un passo indietro. Siamo in un mondo, alla fine del ventesimo secolo, stremato dalla guerra, e la Terra è devastata dalle radiazioni atomiche. Negli Stati Uniti, a seguito di una sorta di golpe, s'instaura un regime totalitario teocratico che si ispira moltissimo alla Bibbia: La Repubblica di Galaad, guidata dai Figli di Giacobbe. Scopo principale? Il controllo del corpo della donna. In poco tempo tutto cambia: le donne vengono licenziate, senza un vero motivo, vengono chiusi i loro conti correnti, e pian piano la situazione degenera. Le donne iniziano a essere sottomesse agli uomini, e divise in vari gruppi: le Zie, che in apparenza hanno potere, e si occupano - come detto - dell'educazione delle giovani ma soprattutto delle Ancelle, anche con metodi assurdi e sadici; le Mogli (dei Comandanti); le Marte, le cameriere, che svolgono le varie mansioni domestiche, (più ce ne sono in casa e più il Comandante ha un certo potere); le Economogli, mogli appartenenti alle classi meno agiate, che non possono lavorare, e se sterili non possono avere figli perché non hanno la possibilità di disporre delle Ancelle; le Non-Donne, inutili al regime, perché non possono procreare o per il proprio orientamento sessuale o religioso, o perché sterili, e che vengono inviate in terribili Colonie dove sono costrette a lavorare con materiale radioattivo e morire così in breve tempo; e, infine, le Ancelle, le vere protagoniste di questo primo libro. Le donne fertili, ma che per qualche motivo non possono essere Mogli. Perché a esempio hanno un secondo matrimonio, vietato dal Regime, o per altre assurde ragioni. Sono  completamente asservite all'uomo, diventano meri oggetti. Senza pensieri, senza emozioni, senza un vero e proprio scopo se non quello di procreare figli sani (anche perché, in un mondo radioattivo, è probabile che escano infanti con problemi fisici...).

     

(c) Una Valigia Ricca di Sogni

           

Insomma, siamo di fronte a una realtà terribile, e in quanto donna ho molto sofferto in questa lettura. Ho provato a immaginare di vivere in un contesto simile - che poi, sì abbiamo molte libertà, ma stiamo sprofondando di nuovo in una sorta di medioevo dove le donne sono comunque attaccate - e ho avuto dei brividi assurdi. Provate a immaginare di perdere tutto, all'improvviso: non avete più la possibilità di svolgere un lavoro, non avete più un conto corrente personale, vi sottraggono i vostri cari di cui presto non saprete più nulla (che fine ha fatto la vostra bambina? E il vostro compagno?), e poi siete costrette a sopportare un regime assurdo che si fonda su molti dettami biblici opportunamente rielaborati per i propri scopi, come a esempio, nel caso delle Ancelle, un passo della Genesi:

   

"Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!». Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?». Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei». "Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei." (Genesi 30,1-4)

      Come vi sentireste? Male, vero?  

A Gilead sono vietate moltissime cose: sono dichiarati illegali gli altri credi religiosi, i matrimoni al di fuori della Chiesa di Stato, la lettura (solo gli uomini e i membri della gerarchia gaaladiana possono leggere). Chi si oppone viene subito eliminato - ed esposto sul Muro, a monito per tutti - o esiliato nelle colonie.

Anche gli uomini, comunque, sono suddivisi in varie classi: sotto i Comandanti - che detengono il potere - ci sono gli Angeli, la parte armata, che possono avere Mogli e Ancelle; gli Occhi, i membri della Polizia Segreta; i Custodi, l'equivalente al maschile delle Marte, che spesso fanno da autisti ai Comandanti; e gli uomini comuni sposati con le Economogli.

In questa terribile realtà si trova a vivere Difred, l'Ancella protagonista, che lascia a noi lettori - e come si apprende in seguito - a chi verrà dopo, la sua terribile testimonianza. Ci sono molti rimandi al suo passato, scene di una vita antecedente a quegli orrori, in cui ogni donna poteva avere dei propri pensieri, una vita vera, per poi tornare sempre al presente. Difred - così chiamata perché è l'Ancella del Comandate Fred - ci racconta ogni cosa che accade e vede con i suoi occhi, oltre quel copricapo bianco: dalla normale routine quotidiana - la spesa, la possibilità di passeggiare ma sempre in compagnia di un'altra Ancella -, ai rapporti spesso di disprezzo con le altre donne, dagli incontri con il Comandante, alla Cerimonia - l'atto in cui l'Ancella diventa solo un tramite per procreare (la descrizione mi ha lasciata senza parole. Il pensiero che la Moglie e l'Ancella si dispongano in un determinato modo sul letto, quasi ad essere un prolungamento l'una dell'altra, o meglio, l'Ancella che si immola a semplice contenitore senza dover mostrare neanche una reazione di fronte all'atto sessuale, mi ha turbata moltissimo), ma anche a molti altri eventi - spesso orribili, che faccio davvero fatica a descrivere - a cui devono partecipare le donne, soprattutto le Ancelle. Ci sono anche rimandi alla loro educazione, alle terribili torture in caso fossero scappate, alle umiliazioni, alle parole da ripetere, anche al momento del parto che diventa un vero e proprio rituale. Insomma, è un libro bello ricco, che fa molto male, o almeno a me ne ha fatto.

 

(c) Una Valigia Ricca di Sogni

     

È terribile pensare a come l'uomo possa davvero far male alle donne. E, vedendo anche quello che è successo in passato e quanto accade ancora oggi, io non ho alcun dubbio che una cosa simile possa accadere, e questo mi mette davvero i brividi.

Difred ti conduce con mano attraverso questa Repubblica, e senti quasi sulla pelle quello che provano queste donne. Sì, le Ancelle hanno forse il ruolo più sgradevole di tutte, ma non sono riuscita neanche a condannare del tutto le altre. Nessuna donna, a Gilead, ha un ruolo facile. Non avere la libertà fisica e mentale, la possibilità di esprimere le proprie emozioni, i propri pensieri, di amare, è terribile. Un mondo in cui non vorrei mai davvero ritrovarmi a vivere. E questa angoscia - tipica di questo genere letterario - si avverte tutta, penetra in profondità, sotto pelle, ti ferisce e ti spinge quasi a urlare.

Il finale resta un po' in sospeso, così come molti altri aspetti di cui avrei forse voluto sapere di più, ma apre anche alla speranza. Perché una lotta c'è. Non si può restare immobili, non si può sopportare a lungo. Ma non vi dico di più.

Sulla mia paura tra mondo fittizio e realtà attuale vi invito a riflettere su questo passo del libro e su quanto sia così vicino a noi, purtroppo.

       

È Janine che racconta di essere stata stuprata da una banda a quattordici anni e di avere poi abortito. [...] «Ma a chi va data la colpa?» chiede Zia Elena, sollevando un dito paffuto. «A lei va data la colpa, a lei, a lei» salmodiamo all'unisono. «Chi li ha provocati?» Zia Elena è raggiante, contenta di noi. «Lei. È stata lei. Lei.» «Perché Dio ha lasciato che accadesse una cosa tanto terribile?» «Per darle una lezione. Darle una lezione. Una lezione.»

           

Molte cose, però, sono chiarite nel secondo volume: I Testamenti. Qui, infatti, al contrario del primo, troviamo diverse voci di tre donne. Da un lato abbiamo Zia Lydia, in apparenza la più terribile e potente delle Zie, ma che in verità tra queste pagine impariamo a conoscere meglio, grazie anche alla sua testimonianza su come è stata "costretta" a divenire Zia, e molte delle sue scelte. Da un lato la disprezzi per quello che ha fatto, dall'altro però, alla fine è facile mutare un po' la tua idea. Poi abbiamo due ragazze, in apparenza molto diverse, ma in verità legate - in un modo in cui non posso spiegare per non fare spoiler -: Agnes Jemima, una delle figlie dei Comandanti, che ci racconta quello che accade all'interno di quel mondo spietato, perché è lì che è cresciuta, e non sa nulla della realtà precedente o di quello che c'è al di fuori di Gilead, e Daisy, una ragazza del mondo “moderno”, del Canada, esterna, distante da quel contesto, di cui ode solo degli echi a Scuola o per le strade.

Il lettore ha così la possibilità di avere molti più elementi per ricostruire l'universo creato dalla Atwood, e trovare alcune risposte interessanti. Qui, non abbiamo solo il punto di vista di un'Ancella, ma differenti realtà, occhi, voci. Tutte di Donne. Apprendiamo di come le ragazze - figlie di Comandanti e delle loro Mogli - venivano educate, di come fossero costrette poi a sposarsi, con uomini decisi dalle Zie, o potessero scegliere una via diversa: quella delle Ragazze Perla - che uscivano dal Regime per cercare di convertire altre donne - per poi assumere loro stesse il ruolo di Zia. Ma si vive il tutto anche da un punto di vista esterno, di una ragazza più libera, che si ritrova però all'improvviso catapultata in quel mondo. Si avverte la paura. Ma anche la speranza di porre fine a tutti quegli orrori.

Il più “affascinante” seppur terribile resta il “racconto” della Zia. Ci sono molti passaggi che anche qui provocano dolore e angoscia. Tutto sommato, non avendo visto io la serie, trovo che questo seguito sia stato molto interessante, anche per avere una diversa visione, forse anche più completa, di quest'idea della Atwood.

Due libri che consiglio. Non so se avrò il coraggio di vedere anche la serie, ma chissà. Voi la consigliate?

     

Nolite te bastardes carborundorum

     
raccontodellancellaIl Racconto dell'Ancella, di Margaret Atwood Ponte Alle Grazie Traduzione di: Camillo Pennati Pagine: 398 Prezzo: trovato a 8,40 euro da Libraccio Voto: ♥♥♥♥.5               itestamentiI testamenti, di Margaret Atwood Ponte alle Grazie Traduzione di: Guido Calza Pagine: 502 Prezzo: 18 (io trovato a 9 euro tra le bancarelle) Voto: ♥♥♥♥
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