Il settimo sigillo, di Ingmar Bergman

9 Mar 2023

Libri

Qualche anno fa sono andata a vedere un evento culturale e filosofico nel meraviglioso teatro della mia città natale: si parlava di due grandi registi, Ingmar Bergman e Federico Fellini. In verità ero lì in veste di “aspirante giornalista” per poter elaborare poi un articolo per il corso di giornalismo che stavo seguendo. Ed è così che ho scoperto, tra le altre opere, Il Settimo Sigillo. Ho sempre voluto leggere anche il libro - sceneggiatura, e finalmente sono riuscita a farlo! Dopo, naturalmente, ho ri-visto il film, apprezzandolo forse ancor di più (se volete potete trovarlo tranquillamente su youtube).

È un'opera che apre a riflessioni sulla morte e sull'esistenza di Dio. Che cosa c'è dopo la fine di questa esistenza terrena? Se un Dio esiste perché permette alla peste di portare una scia di sangue e dolore sulla Terra? Quali sono i motivi di quel fanatismo religioso che porta a fustigarsi o bruciare sul rogo ragazzine accusate ingiustamente di stregoneria? E cosa è veramente importante in questa vita? Be', questo genere di lavori a me colpiscono molto. Far pensare è quello che chiedo a ogni opera culturale, che sia un libro, un film, un racconto teatrale o musicale.

Karin: E quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece nel cielo un silenzio di circa mezz’ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono loro date sette trombe…


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Dopo dieci anni in Terra Santa il cavaliere Antonius Block e il suo fido scudiero Jöns fanno ritorno a casa. Durante il tragitto, però, Block è tormentato da assillanti pensieri e troppe domande senza risposta. Qual è stato il senso della sua vita? Esiste davvero un Dio in nome del quale hanno dovuto affrontare la Crociata? E se sì, perché non risponde né si manifesta? La scena si apre su una spiaggia e sull'incontro particolare con un soggetto tutto vestito di nero e dal pallido volto: la Morte. Sì, è lei a incrociare il cammino del cavaliere, lei che lo ha sempre seguito e che ora è lì a reclamare la sua anima. Ma Antonius Block chiede una sorta di proroga per un motivo ben preciso: prima di morire vuole compiere almeno un gesto che abbia un senso, un'azione utile per riempire il vuoto che sente dentro. E gli propone di giocare una partita a scacchi.

CAVALIERE: Chi sei?
MORTE: Sono la Morte.
CAVALIERE: Sei venuto a prendermi?
MORTE: È già molto tempo che ti cammino a fianco.
CAVALIERE: Me n’ero accorto.
MORTE: Sei pronto?
CAVALIERE: È il mio corpo che ha paura, non io.
MORTE: Be’ non c’è da vergognarsene.

Il viaggio prosegue, e la scena si sposta anche su altri personaggi che i due uomini incroceranno durante il loro cammino verso casa. C'è una giovane strega, una ragazzina appena, torturata e accusata di essersi concessa al Diavolo e aver scatenato la peste che sta uccidendo innumerevoli persone. Ci sono attori e saltimbanchi, in particolare una piccola famiglia che dona luce a una storia densa di tenebre: il poeta Jof, la cantante Mia, e il loro piccolo Mikael rappresentano tutti quegli aspetti gioiosi della vita - c'è anche un'interpretazione secondo la quale rappresentino la Sacra Famiglia -. In loro traspare un tenero e vero amore; sorridono e vivono d'arte, di musica, e poesia, ed è grazie a loro che Antonius Block non solo comprenderà quanto siano importanti le piccole cose - come la condivisione del latte appena munto, o di una ciotola di fragole -, ma anche il vero senso della vita. Sono la speranza e il futuro in un mondo tanto oscuro. Le ombre si fanno sempre più strada a causa di un fanatismo religioso che spinge uomini, donne, e bambini a flagellarsi, credendo che la peste, quel terribile morbo che si propaga con velocità, sia solo colpa dei peccati commessi. Non mancano i ladri, i falsari, gli uomini traditi e chi si concede alla lussuria e ad altri peccati, incuranti di possibili ripercussioni.

CAVALIERE: Abbiamo bisogno di crearci un’immagine delle nostre paure e a quell’immagine diamo il nome di Dio.
MORTE: Tu ti tormenti.
CAVALIERE: La Morte è venuta a cercarmi questa mattina. Abbiamo cominciato una partita a scacchi. Questa proroga mi permette di sbrigare una faccenda che mi sta a cuore.
MORTE: Di che si tratta?
CAVALIERE: La mia vita è stata vuota, l’ho passata ad andare a caccia, a viaggiare, a parlare a vanvera di cose insignificanti. Lo dico senza amarezza né rimorso, perché so che la vita della maggior parte della gente è così. Ma ora voglio utilizzare questa proroga per un’ultima azione che abbia un senso.


Siamo quindi in un Medioevo in cui incontriamo una serie di personaggi che rispondono in forme differenti alle domande sulla religione e la filosofia. C'è l'anima turbata di un cavaliere che si crogiola alla ricerca di risposte, non trovando mai la voce di quel Dio per cui ha combattuto per dieci lunghi anni lontano dalla donna amata e dalla sua terra. Il credente che inizia a vacillare, ad avere dubbi sulla religione, sull'esistenza stessa di Dio e del Diavolo, su quello che troverà quando la Morte lo porterà via con sé nella sua Danza Macabra. C'è uno scudiero che, invece, si dimostra molto più cinico, quasi indifferente alle credenze, al fanatismo, pronto a proteggere gli altri, ma a pensare anche a se stesso. C'è chi si sottopone a pratiche violente istigato dai religiosi, per espiare i propri peccati, spaventato dalla morte vicina; e chi, invece, decide di darsi al piacere prima di morire. Ma c'è anche chi quasi non bada al terrore che lo circonda, perché preso da un amore e un rispetto reciproco che lo porta ad andare semplicemente avanti, a osservare il possibile futuro con più serenità.

JONS: Ecco qua lo scudiero Jöns, che si fa beffe della Morte, se la ride del Signore, prende in giro se stesso e sorride alle ragazze. Il suo mondo è un mondo a sua immagine, incredibile per tutti, tranne che per lui stesso, ridicolo per tutti, compreso lui stesso, senza senso per il cielo, indifferente all’inferno.

È una storia dove dominano gli opposti: Tenebre e Luce, Male e Bene, Dio e Satana,  Amore e Lussuria, Scelta e Destino, Fede e Cinismo, ma anche Disperazione e Speranza. 

Ho trovato anche interessante un'immagine che mi ha ricordato molte delle opere di Shakespeare: a un certo punto, il Cavaliere guida la famigliola e gli altri personaggi che si sono uniti attraverso una foresta - dove verrà giustiziata la presunta strega - e ancora una volta quel luogo oscuro diventa una sorta di rito di passaggio per affrontare se stessi e uscirne cambiati.

Nella disperazione e nelle domande di Antonius Block forse in tanti si possono rivedere: in quel senso di vuoto, di disillusione, di dubbio ed angoscia. O chissà, magari c'è chi è più in sintonia con il cinismo di Jöns, o riesce a scorgere ancora la bellezza del mondo come il poeta Jof, che sembra avere delle visioni che descrive sempre con parole di pura poesia e malinconia, come quella Danza Macabra finale; o sua moglie Mia, innamorata del suo uomo e del loro bambino, sempre sorridente e speranzosa. La famiglia composta da Jof, Mia e Mikael oltre a rappresentare la luce, il futuro e la speranza, può essere vista anche come la Vita che si contrappone alla Morte, sempre presente, sin dai primi istanti. 

CAVALIERE: È così crudelmente impensabile percepire Dio con i propri sensi? Perché deve nascondersi in una nebbia di mezza promesse e di miracoli che nessuno ha visto?

Il Settimo Sigillo è la trasposizione cinematografica di una rappresentazione teatrale, “Pittura su legno”, scritta dallo stesso Bergman nel 1954 per un saggio di fine anno dei suoi allievi all'Accademia di Malmö, e l'ispirazione è venuta grazie a degli affreschi presenti nelle chiese campestri della sua Svezia. A me è piaciuto davvero molto, per cui vi consiglio di cuore di recuperare se volete questa sceneggiatura su carta ma anche il film vero e proprio! 

Jons: Che cosa dipingi?
Pittore: La Danza della Morte.
Jons: E quella è la Morte?
Pittore: Sì, che danza trascinandosi dietro tutti quanti.

IL LIBRO

Il settimo sigillo
Ingmar Bergman
Casa editrice: Iperborea
Traduzione di: Alberto Criscuolo
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 1994
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