Ricordo che da piccola osservavo un'anziana del mio paesino fare uno strano rituale con acqua e olio a mia nonna. Non ho nitidi tutti i dettagli, ma so che era per togliere l'invidia, il malocchio. Tradizioni che ormai si sono perse (e mi dispiace non aver appreso nulla a riguardo) o che, forse, continuano a essere ancora vivide in quelle piccole realtà di campagna dove la modernità e il progresso non hanno eroso del tutto certe credenze. Crescendo è sempre rimasta in me la passione per il folklore, per quelle antiche suggestioni, che forse facevano paura, ma permettevano di dare una risposta - forse - a certi eventi inspiegabili.
Quando ho visto Le malaveglie di Filippo Cerri pubblicato di recente da effequ (ringrazio di cuore Silvia per la copia cartacea!), ne sono subito rimasta attratta. Si tratta di una raccolta di storie folk-horror che si nascondono nei luoghi della Maremma, e che l'autore ha scelto di far riaffiorare a suo modo.
Quando si pensa alla figura della Strega la si collega sempre a un qualche animale: un gatto (nero soprattutto), un rospo, a volte un cane, ma anche un corvo. Un famiglio, insomma. Ma qual è il vero legame tra la strega e il suo famiglio? Come possiamo analizzare l'argomento da un punto di vista non solo storico, ma antropologico e folkloristico? Un valido spunto letterario potrebbe essere il testo di Francesca Matteoni, ripubblicato di recente dalla casa editrice effequ (che ringrazio infinitamente per avermi omaggiato di una copia cartacea): Il famiglio della Strega.
Sono sempre stata affascinata dai cosiddetti mostri della letteratura. Ho letto vari libri sul tema, altri ne vorrei leggere. Per questo, quando ho visto un saggio che analizza proprio questo aspetto, riflettendo anche sull'umanità, non ho resistito! I mostri ci aiutano a capire noi stessi, a porci davanti a uno specchio e vedere il nostro riflesso. I mostri rappresentano un qualcosa di cui non possiamo avere un vero controllo, hanno a che fare con la paura ma anche con la nostra stessa identità. Pensiamo a personaggi letterari come Frankenstein e Quasimodo, per fare due esempi. La creatura è il vero mostro, o forse lo è il suo creatore/padrone? Quasimodo è ritenuto un mostro da deridere e tenere lontano, ma c'è molta più umanità in lui rispetto a un Frollo o a un Febo che incarnano perfettamente il lato malvagio ed egoistico dell'essere umano. Sono solo due degli esempi che troverete nel Saggio Pop Monstrumana. L’umanità del mostruoso, la mostruosità dell’umano, di Francesca Giro e Gaetano Pagano pubblicato da effequ, una realtà editoriale indipendente che sono molto curiosa di approfondire.