[Teatro] Frankenstein: chi è il vero mostro?

6 May 2020

Arte, Musei e Teatro

 

 

... I am lonely.
All I ask is the possibility of Love.

Sull'account YouTube del National Theatre di Londra è possibile vedere fino al 7 e all'8 maggio il riadattamento teatrale della meravigliosa opera di Mary Shelley: Frankenstein, classico letterario che ho recuperato solo quest'anno ma che resterà sempre impresso nel mio cuore.
Proprio oggi ho concluso la seconda versione di quest'opera teatrale, e ho voglia di parlarne un po' nel mio blog. Come avrete capito, qui non voglio soffermarmi solo sui libri, ma estendere tutto anche ad altre mie passioni sempre affini al tema principale: la cultura.

Le versioni, in verità, sono due: da un lato troviamo Benedict Cumberbatch nel ruolo della Creatura e Jonny Lee Miller nelle vesti di Victor Frankenstein, dall'altro lato i due attori invertono i ruoli, dando vita a nuove sfumature che sta allo spettatore notare. Personalmente non so dire bene quale delle due io abbia amato maggiormente. Ho trovato entrambi gli attori protagonisti veramente intensi e splendidi, capaci di donare sfumature diverse ai due personaggi, ma forse ho una piccola preferenza in più per Benedict nel ruolo della Creatura. Non so, mi ha colpita leggermente di più. A mio parere, ha avuto un controllo del corpo - soprattutto nella scena iniziale - davvero perfetto, da lasciarmi senza fiato.

Pur essendoci delle sottili differenze con l'opera letteraria, sono rimasta entusiasta della rappresentazione teatrale di Nick Dear, con regia di Danny Boyle, che, a mio parere, è riuscita a trasmettere tutte le riflessioni scaturite dalla penna della Shelley.
Scenografie, luci, costumi e attori mi hanno convinta, ma... i due protagonisti, ovviamente, sono quelli che risaltano di più e che mi hanno travolta per la loro intensità.

frankenstein

L'inizio vale tutta la visione dell'opera. Mi ha lasciata totalmente senza fiato.

Un ventre che pulsa di vita. Una sorta di guscio protettivo dal quale la creatura viene spinta fuori, buttata nel mondo, contro la sua volontà. Un cuore che batte. Un essere che si muove con difficoltà, che non sa tenersi in piedi, che deve prendere consapevolezza del suo corpo, che non sa formulare parole. La creatura. Un bambino, un neonato, nel corpo di un mostro. Un ammasso di carne umana, ricucita grossolanamente, a cui lo scienziato nel ruolo di un uomo che sfida Dio o la Natura, ha scatenato quella scintilla di vita.
E poi, quello stesso scienziato, spaventato, fugge via. Abbandona la sua creatura a se stessa, in un mondo spietato, che caccia il diverso, ne ha paura, non riesce ad andare al di là della mostruosità fisica.

Abbandonato, percosso, cacciato, umiliato.

Un periodo di luce lo vive nei boschi, a contatto con uno dei due esseri umani che proveranno un po' di pietà per lui. O meglio, qui incontra il signor De Lacey, un anziano signore, povero e... cieco. L'uomo non può vedere il Mostro, e riesce ad andare oltre. Scorge la bontà, la purezza in quell'essere; gli insegna a parlare, a leggere, gli permette di imparare, di riflettere. E quella Creatura dimostra di saper apprendere tutto: dalla letteratura, ai pensieri degli antichi, dalla politica, alla bellezza dei suoni della natura, del canto degli uccelli. Prova commozione, e sogna. E poi, cerca di comprendere cosa sia l'Amore.

Come un Adam dell'Eden, vuole chiedere al suo Dio la sua Eve. Ed è così, che dopo essere di nuovo rifiutato, disprezzato e allontanato dagli esseri umani - il figlio e la bella moglie dell'anziano signore - inizia a covare rancore e un forte desiderio di vendetta. La sua sarà tremenda.
E poi va, verso Ginevra, alla ricerca di quel Padre che lo ha abbandonato.

La Creatura si trasforma pian piano in un essere che cova vendetta, e non si fermerà neanche dinnanzi all'innocenza. Con un orribile stratagemma, riesce a incontrare Frankenstein, e ha inizio un duello verbale molto intenso, tra i più belli. Frankenstein vorrebbe ucciderlo, lo rifiuta, lo definisce il suo esperimento sbagliato, una mera equazione scientifica, uno schiavo, il niente. Il mostro, al contrario, grida al mondo un'altra verità: lui è un essere vivente, non uno schiavo, ma libero. Non vuole uccidere, vuole dialogare. Vuole stringere un patto con lo scienziato, e poi giura che si allontanerà per sempre. Vuole una donna, simile a lui. Una donna da amare e che non lo rifiuti. Frankenstein, dopo un po' di esitazione, tira fuori tutto il suo orgoglio e la sua follia: accetta, con l'idea di creare una nuova vita, una Dea e non un Demone.

Ma qualcosa accade. Quando è a un passo dal rispettare il patto, lo rompe in maniera selvaggia, violenta. Scatenando un odio infernale nella sua Creatura, che giura vendetta.
E lo farà. Proprio contro l'unica persona che riuscirà a provare una vera e sincera pietà per lui. Ed è qui che si vede ancor di più l'ossessione di Frankenstein per la scienza, per quella voglia di ergersi al ruolo di Dio. Una follia che lo porta ad allontanarsi sempre più dagli affetti più cari, da un padre, una moglie, un fratello che lo amano, ma che lui quasi non vede. Oppresso da un bisogno sempre più forte di governare la vita, quando potrebbe generarla in maniera molto più naturale, come lo fa riflettere Elizabeth, sua sposa.

Can I man be a God?

Ormai gelo e neve hanno preso il posto del calore e della bellezza nel cuore della Creatura. E la medesima voglia di distruzione corrode l'anima di Frankenstein, in un viaggio continuo ed estenuante che li legherà per sempre, fino a una possibile morte.
Il finale è il terzo punto più intenso e commovente per me, insieme all'inizio, e al primo scontro tra i due.

Ma chi è il vero mostro? Cosa può provocare questa ossessione per la scienza? Può l'uomo ergersi a Dio?

Bellissima è anche la frase:

I did not ask to be born, but once born, I will fight to live.
All life is precious - even mine.

La creatura non ha mai scelto di nascere, così come l'uomo. Ma una volta in vita, lotterà con ogni mezzo per non soccombere. Ogni vita è preziosa. Anche quella di un miserabile, di un diverso da noi, di un uomo ritenuto un mostro solo perché orrendo da vedere.
Ma che in fondo, vorrebbe solo amare e sentirsi amato.

All I wanted was your love.

Una versione teatrale intensa e veramente molto bella, con due attori eccezionali, a mio modesto parere. Manca ancora un giorno per recuperare la prima, e due per la seconda versione. Se non lo avete fatto, correte a vederle! Lasciatevi trasportare dalla magia del teatro, e da un'opera meravigliosa, piena di significati e riflessioni profonde.

Vi lascio il trailer!
https://www.youtube.com/watch?v=DmkQHV8e4Rk

Commenti
Ancora nessun commento.

TAGS