C'è un lago artificiale in Alto Adige che mi ha sempre affascinato molto: il lago di Resia. Quel campanile che sorge dalle acque mi ha sempre fatto pensare a qualcosa di magico, di poetico, un luogo d'incanto. Ma quanta ignoranza ho avuto finora! No, non sapevo nulla della storia di quel luogo, di Curon Venosta, quel piccolo comune e quel lago dove in tanti turisti arrivano per farsi selfie in maniera del tutto superficiale. E quanto diventano importanti, allora, i libri: quelle finestre sulla storia, su mondi di cui conosciamo poco o forse niente. In questo caso ad aprirmi gli occhi è stato sicuramente Marco Balzano con il suo romanzo “Resto qui”. Questo è uno di quei casi per cui amo il mondo del bookstagram: scoprire libri che poi finiscono per piacermi tantissimo e soprattutto che mi fanno conoscere pagine di storia di cui fino a quel momento non sapevo molto.
Vorrei ancora vedere quel lago? Ovviamente sì, ma ora lo farei con uno sguardo diverso, con un profondo rispetto per quello che è stato e per ciò che quelle acque nascondono. Nulla di così poetico e magico, anzi, una storia molto più straziante.
C'è una casa editrice che ho scoperto di recente e che apprezzo molto, una di quelle con cui ho la fortuna di collaborare. Al Salone del Libro di Torino ho avuto il piacere di conoscere di persona il responsabile di Roberto Nicolucci Editore: Paolo Baldassarre. Uno dei pochi che è riuscito a scovarmi nella moltitudine di “profili che parlano di libri” e darmi fiducia, senza che io mi affannassi per emergere. Non smetterò mai di ringraziarlo per questo. È stata una delle belle novità tra le case editrici presenti quest'anno, e non potevo non approfittarne per porre anche a lui le nostre tre domande. Pronti a scoprirne di più?
Il tema della follia mi attrae ma allo stesso tempo smuove dentro una sorta di paura. Del resto viviamo in una società dove ancora oggi andare dallo psicologo viene visto quasi con timore, con disprezzo, come se fosse un male. Eppure, per me la lettura è anche un modo per riempire i vuoti, per conoscere, per avvicinarmi a quelle zone d'ombra che possono spaventarmi, ma da cui posso trarne poi bellezza e profondi insegnamenti. Quando ho visto questi due titoli nello stand di NEO edizioni, lo scorso anno al Salone del Libro, non ho resistito. E francamente sono felice di averli presi e letti, perché Stefano Redaelli riesce a mostrarci molta umanità dietro certe fragilità. A volte, poi, mi sono chiesta: ma sono davvero i folli a farci paura, o forse dovremmo averne di più di quelli considerati sani, ma pronti a far violenza?
Comunque, ammetto che ho un po' di difficoltà oggi nel buttar giù i miei pensieri su questi libri. Ma posso dirvi di già di recuperare “Beati gli inquieti” e poi il suo seguito “Ombra mai più”, perché sono letture davvero molto interessanti e degne di nota se si vuole affrontare l'argomento.
Il Salone del Libro è un'occasione per conoscere nuove realtà editoriali difficili da trovare in libreria. Quest'anno, in particolare, ne abbiamo scovata una focalizzata sul Fantasy e la Fantascienza Italiana: Lumien.
Una casa editrice nuova e giovane, che mi ha subito colpito per le storie ma anche per la bellezza delle copertine. Abbiamo colto l'occasione per intervistare Giulia Padovan, responsabile marketing, quindi, se siete curiosi di scoprirne di più, vi invito a leggere le sue risposte alle nostre tre domande!
Progetti, impegni, pensieri mi hanno portata a un ritardo mostruoso per quanto riguarda le mie riflessioni sui libri letti. Ne ho tanti che vorrei consigliare, ma partiamo con ordine.
Di Giulia Ciarapica vi ho già parlato nel mio blog, avendo molto amato il suo primo libro “Una volta è abbastanza”, che mi ha trascinata nelle mie amate Marche, a Casette D'Ete a conoscere la storia di Giuliana e Annetta, di Valentino, e delle altre voci che affollano le strade di questo piccolo paese. Tornare in quei luoghi per proseguire il viaggio è stato davvero bello. Al luogo e ai personaggi finisci ben presto per affezionarti, ed è tanta la voglia di saperne di più. In questo secondo romanzo, questa curiosità è abbastanza ripagata. Sono felice di essere tornata tra queste pagine, di aver ritrovato le Marche. Perché, siamo sinceri, non è una regione che si trova molto nei libri, e quando accade, non puoi non recuperare subito quel testo!