La rappresaglia, di Laudomia Bonanni

16 giu 2025

Libri

Scoprire, curiosare, conoscere, comprendere. È quello che amo fare, per non restare chiusa sempre dietro le stesse quattro mura. Di Laudomia Bonanni ammetto con sincerità di non averne mai sentito parlare. Nel mio caso fa parte di quelle autrici della letteratura italiana che forse sono state troppo e immeritatamente dimenticate. Quando ho visto la pubblicazione di La rappresaglia riportata in libreria da Cliquot edizioni non ho saputo resistere. Da un lato c'era in me la curiosità di conoscere un'altra penna della nostra letteratura, dall'altra mi ha colpito soprattutto per il tema trattato: la resistenza, incarnata in questo caso da La Rossa, una partigiana in avanzato stato di gravidanza che viene catturata da un gruppo di fascisti, nelle montagne d'Abruzzo. 


Sì, questa orribile femmina che hai davanti ama l'umanità più di voi.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Nell'inverno del 1943, tra le montagne abruzzesi, un gruppetto di fascisti - i neri - abbandona le proprie case alla volta dell'eremo di Acquafredda, ma il loro passo è interrotto da una donna dal ventre enorme. Viene trovata con un'asina carica di legna che nascondeva armi e catturata. A lei si addossano le colpe dei recenti attacchi effettuati dai partigiani che hanno portato alla morte di civili. A lei è destinata una sola sorte: la morte per fucilazione, ma forse per un senso di pietà nei confronti di chi non ha colpe, si attende la fine della gravidanza. 

Attraverso lo sguardo di un maestro legato ai Neri, ma che sceglie di non impugnare armi, noi seguiamo tutto il periodo che precede il drammatico epilogo. L'uomo, ormai anziano, ritrova quelle carte scritte nel tentativo di raccontare la vita, le passioni e le angosce, la guerra e il sangue e, come uno spettatore impassibile, ci fa conoscere pian piano quella che è l'esperienza della guerra vista dalle persone più umili, ma in particolare attraverso un personaggio che non può non rimanere impresso per la sua forza e potenza: La Rossa. Così iniziano a chiamarla e di lei non sapremo mai il vero nome. Ben presto scopriamo di non essere davanti a una figura gracile e docile, anzi, sin dalle prime battute si rivelerà essere provocatoria e spietata, cercando di mostrare tutto il suo coraggio in un mondo dominato dalla violenza maschile.

Lei, strega e sibilla, sembra destabilizzare la volontà degli uomini. Figure del popolo che hanno aderito a un'ideologia, ma che forse non sanno neanche veramente il motivo per cui stanno combattendo. Uomini che oscillano tra il desiderio di ritornare alle loro incombenze quotidiane e il richiamo a un ruolo che hanno assunto. Tra di loro un bambino, una vittima, un agnello sacrificale, a cui però la guerra ha spazzato via la fanciullezza, rendendolo spietato, affamato anche lui di sangue e di vendetta. 

A questo gruppo, si unisce ben presto un altro personaggio: quello di un giovane prete, che deciderà di rimanere lì, e accompagnare la donna fino al giorno del giudizio, cercando a suo modo di farla confessare, e redimere. Noi siamo lì a seguire queste vicende umane, nella speranza di poter assistere a un finale diverso. 

Ma non può esserci pietà, chi semina morte, morte riceve. 


«Il museo degli orrori è dentro ognuno di noi» essa gridò con rinnovato parossismo «l'ha scoperto già qualcuno». E afflosciandosi, con un'aria sfiancata e affranta «L'inferno è in terra».


Accanto a due donne e madri come Ida ne La storia di Elsa Morante, e Agnese ne L'Agnese va a morire di Renata Viganò, va a unirsi dunque anche La Rossa, che però appare in un certo senso diversa, perché lei è costretta a uccidere. Le narrazioni sono sicuramente differenti, ma queste donne letterarie restano indelebili nei cuori dei lettori.

Io sono rimasta molto affascinata da questa figura indomabile, furiosa, piena di coraggio, ma anche con le sue fragilità quando si avvicina il giorno della sua fine. Questa donna sola, non più così giovane, che partorisce senza l'aiuto di nessuno. Che vorrebbe vivere ancora, con il desiderio di entrare in un nuovo mondo e magari renderlo diverso grazie alle donne stesse. C'è una componente molto femminista tra queste pagine: lei, una bambina del popolo, ha tentato di uscire fuori dal fosso, nella speranza di crescere, di studiare, di non rimanere relegata all'ombra della Storia - come a troppe donne è sempre successo -.


«Può darsi» dice la Rossa guardando il prete «che un giorno si mettano a crescere davvero e che la loro crescita aiuti finalmente il mondo a farsi»


Quello usato da Laudomia Bonanni è un linguaggio duro, aspro, quotidiano, fatto anche di bestemmie (sono bene in chiaro in più di un'occasione), che è il riflesso della brutalità dell'esperienza vissuta. C'è un ampio uso di dialoghi, e molte sono le riflessioni portate avanti dai protagonisti. Da un lato dai neri, questo gruppo di uomini che appaiono come figure molto deboli, dei poveri sbandati che non sanno veramente per cosa si stiano battendo; c'è poi il linguaggio religioso, quello del giovane prete che cerca sempre affidare gli altri a Dio; e quello del narratore/maestro che è una sorta di alter ego/doppio della stessa autrice. Anche lei, infatti, ha avuto dei primi collegamenti con il fascismo, dal quale si è poi discostata, ed era maestra e scrittrice. E, infine, le riflessioni sibilline de La Rossa, che mena la lingua a dritta e a manca come una frusta e in fondo svela in anticipo ciò che accadrà a quegli uomini e allo stesso tempo rivela quello che è sempre stato il mondo e continua a esserlo: un inferno in terra. Una guerra si sussegue all'altra, la catena delle rappresaglie non si fermerà davvero mai. Una guerra può anche finire, si può parlare di pace, ma la verità è che il ciclo delle morti violente non potrà mai avere fine. Quanto è attuale questo messaggio osservando come è sempre andato il mondo e come sta andando ancora oggi? 


«La catena delle rappresaglie non si romperà mai. Ma per questi qui non occorre andare lontano. A questi il conto sarà saldato prima. Anche il vostro Dio fa la rappresaglia. Lui che dice “la vendetta è mia”.»


Laudomia Bonanni ha proposto questo suo manoscritto a Bompiani nel 1985, ma è stato rifiutato. E lei ha deciso così di rinunciare alla scrittura, di fermarsi. Il suo lavoro è stato riscoperto solo nel 2003 dalla casa editrice Textus, e oggi è tornato in libreria grazie a questa splendida edizione di Cliquot.
Non è forse un testo facile e scorrevole, ma le riflessioni che ne emergono sono così potenti che merita sicuramente di essere recuperato. E poi, se come me non conoscete l'autrice, è sempre bellissimo andare alla scoperta di altre voci della letteratura italiana che sono state messe da parte e che meritano, invece, di essere sottratte dall'ombra. 


Per scoprire e acquistare il Libro.

IL LIBRO

La rappresaglia
Laudomia Bonanni
Casa editrice: Cliquot edizioni
Pagine: 176
Prezzo: 18.00€ / E-book: 8.99€
Anno di pubblicazione: 2025
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