È da un po' che non racconto più delle mie avventure a Torino. Non so bene perché. Forse perché avevo altre cose da scrivere, forse perché rimandavo sempre. Oggi, però, volevo lasciare un attimo da parte i libri e concedermi uno spazio forse più personale. Chi ama scrivere, a volte, ha voglia anche di raccontarsi, o semplicemente far fluire i troppi pensieri che affaticano la mente. Sono quasi 9 mesi che sono arrivata qui e avevo voglia di riflettere un po'. Come vanno le cose? Mi sto integrando con questo “profondo e lontano” nord? Provo meno nostalgia? E soprattutto, sono
Il weekend cerco di prendermelo sempre un po' per me e il mio ragazzo, quindi mi tengo lontana da blog e social. Ieri non ero in forma, e oggi la giornata è ancora peggio, ma voglio ugualmente parlare dell'ultimo libro che ho concluso nel mese di giugno (poi, sul mio instagram trovate tutto il recap del mese!). È stato un altro mese di letture interessanti, eccetto l'ultima, che è stata una vera delusione per me, ma voglio parlarne lo stesso. Il Diario di Bridget Jones l'ho conosciuto - e amato - come film. L'ho visto più volte, innamorandomi sempre del caro Mark Darcy (del resto ad
Quella fiamma rende bene il calore percepito in questi giorni a Torino. Volevo uscire a fare un giro per negozi, ma francamente il pensiero di affrontare l'afa e di provare vestiti mi uccide. Quindi, si resta in casa cercando di non morire. Giuro che non voglio essere l'ennesima persona che sa solo lamentarsi, anche perché fino a poco fa io ero una di quelle che riusciva a sopportarlo in qualche modo. Quest'anno, complice anche il fatto che ora vivo in città, mi sento soffocare e ho una costante sensazione di stanchezza, anche se dormo, anche se non faccio poi chissà cosa. Ma andiamo a
La Fattoria degli animali di George Orwell con tavole di Odyr l'ho praticamente divorato nel giro di neanche un'ora. È un graphic novel che si legge davvero velocemente, perché sono ripresi solo gli estratti più salienti del libro, eppure bastano per riuscire a far emergere un'opera meravigliosa quanto dura che tutti dovrebbero leggere. Del romanzo di Orwell ve ne ho già parlato qui. Come anche 1984, i libri di quest'autore fanno molto riflettere e anche provare una certa dose di rabbia. C'è molta attualità nei suoi scritti, anche se ovviamente i suoi sono degli “attacchi” ai regimi dittatoriali della sua epoca. Leggendo le sue pagine però, io ho sempre provato dei brividi assurdi nel notare quanto tutto ciò non sia poi tanto differente dalla nostra realtà.
Jane Austen avrebbe dovuto deporre una corona sulla tomba di Fanny Burney... da - Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf - Esordisco con una frase di Virginia Woolf per parlarvi dell'ultimo romanzo che ho letto, e la cui copia digitale mi è stata inviata, gentilmente, da Fazi Editore, che ringrazio. Quando nella presentazione ho letto che la Burney era una delle autrici più amate e lette dalla mia cara Jane Austen, non ho resistito. Effettivamente, leggendo Evelina - primo romanzo pubblicato da Fanny Burney nel 1778 in forma anonima - si percepisce qualcosa che mi ha rimandato