La nuova madre, di Lucy Clifford

5 mar 2025

Libri

Mi sono sempre sentita attratta dalle fiabe, quelle non edulcorate dalla Disney, perché sono convinta che abbiano sempre qualcosa da dire, non solo nell'epoca in cui sono state scritte, ma anche oggi. Sono poi affascinata dalle atmosfere oscure e quando si tratta di storie che possono rappresentare un mondo quasi realistico dove subentra un fatto inspiegabile e soprannaturale, ecco che quelle lasciano proprio il segno. Per questo quando ho scoperto una nuova casa editrice e, in particolare, la collana Oltre il Margine, ho desiderato fortemente recuperare il primo titolo proposto. Quello di una scrittrice che non conoscevo assolutamente: Lucy Clifford. 
Si tratta di un'autrice vittoriana, amica di vari autori famosi, tra cui Henry James, che la definì “la più coraggiosa delle donne e la più bella delle amiche”. In particolare Storie Effimere - questo il nome della realtà editoriale di cui vi parlo oggi - ha proposto una raccolta di quattro brevi racconti, intitolata La nuova madre. E se vi dicessi che proprio dall'eponimo racconto, anche Neil Gaiman prese ispirazione per la sua Coraline? Vi ho convinto a continuare nella lettura?

... allora, io dovrei andarmene e lasciarvi, e mandare a casa una nuova madre, una madre con gli occhi di vetro e una coda di legno.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Questo breve libriccino presenta quattro brevi racconti - l'ultimo, è più una fiaba in versi che un vero e proprio racconto - tratti dalle raccolte Anyhow stories (1882) e The last touches and other stories (1892). Sono fiabe oscure che possono rientrare perfettamente nei cosiddetti cautionary tales, quei racconti di ammonimento che mettono in guardia dalle possibili terribili conseguenze di una trasgressione - un po' sulla scia delle fiabe dei Fratelli Grimm. Qui, però, non troviamo alcuna speranza o conforto.

Sono racconti per bambini, ma forse più per adulti, che lasciano sicuramente una certa inquietudine, brividi sulla pelle, e sì, anche una grande tristezza per certi finali che forse non ti aspetteresti da certe fiabe. Ma sono mondi totalmente distanti da quelli perfetti e dolci a cui ci ha fin troppo abituati la Disney. Qui, i comportamenti sbagliati portano a reazioni terribili; ma anche la diversità porta a un finale forse non così lieto, e bisogna distinguere tra apparenza e realtà.

Nel racconto che dà il titolo anche alla raccolta, La nuova madre, troviamo due sorelline - Occhi Azzurri e Tortorella - che vivono serene con la loro madre e la sorellina, in una casetta solitaria ai margini della foresta. Il loro padre è lontano, in mare, ma scrive loro delle lettere, che le piccole vanno a recuperare al villaggio vicino. Durante uno di questi spostamenti, incontrano una strana figura scura, che si rivela essere una ragazza dall'aspetto selvaggio, seduta su una ghironda - uno strumento curioso, molto simile a una chitarra nella forma -. Attaccata a un lato c'è una piccola scatola quadrata, all'interno della quale sembrano essere nascosti un omino vestito da contadino e una donnina con un vestito rosso, che ballano meravigliosamente al suono della musica. Ma... solo i bambini molto cattivi possono vederli! 
Occhi Azzurri e Tortorella sono troppo curiose e allo stesso tempo sempre più decise a diventare cattive pure di ottenere il loro scopo: vedere i due omini danzare! Ma la loro mamma le mette tristemente in guardia: se continueranno a compiere gesti inopportuni, se ne andrà, e al suo posto arriverà una nuova madre dagli occhi di vetro e la coda di legno. Cosa accadrà?

È una fiaba che lascia sicuramente sconcertati, non solo al pensiero di questa temibile nuova madre, pronta a prendere il posto della vera e buona mamma, ma anche riflettendo sui comportamenti di certi adulti nei confronti dei più piccini. C'è il pericolo del mondo esterno, rappresentato dalla vagabonda, che cerca di condurre le due piccine a compiere i più malvagi atti; ma anche il comportamento della vera madre, pronta ad abbandonare sul serio le sue piccole, lascia un po' senza parole. Si riflettono, tra queste pagine, anche le paure dell'infanzia: il pericolo dell'abbandono dei genitori, ma anche l'angoscia per il senso di colpa. Soprattutto, ciò che lascia forse stupiti, è anche questa assenza di speranza che pervade anche tutti gli altri racconti di questa raccolta.

Mi è piaciuta moltissimo!


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice



A volte una canzone vive più a lungo delle mani forti che si guadagnano il pane e viaggia più lontano del corridore più veloce.

In Tony testa di legno ci troviamo in un villaggio tra le montagne svizzere, e qui c'è un bambino diverso da tutti gli altri: è il più ozioso di tutto il paese! Nell'epoca vittoriana l'ozio era considerato un peccato dalla società e questo si riflette anche nelle parole di alcuni adulti, tra cui il padre, che trovano il bambino molto sciocco e un vero problema. Tony ama trascorrere il suo tempo nella natura, con la quale ha un rapporto molto profondo. Dalle nuvole sembra aver imparato un canto che nessuno conosce. Tony non fa, ma la sua mente sogna e spera. Spera di restare lontano e piccolissimo così da poter stare tranquillamente tra le braccia di sua madre - l'unica che riesce ad amarlo così com'è - e di non dover fare cose che non è capace di compiere o che dimentica. Il bambino si chiude sempre più nel suo mondo, inizia a parlare sempre di meno, e desidera quasi di diventare come quelle statuine di legno che il padre intaglia e vende ai mercanti. Sì, anche a quel mercante che gli offre la possibilità di allontanarsi... di andare lontano. 

La solitudine di Tony diventa quasi una sorta di resistenza alle aspettative della società. In un mondo che vuole che siano tutti uguali, tutti operosi, Tony risulta molto diverso. Quasi un piccolo sognatore che sembra non far veramente parte di quella realtà. Alcuni hanno interpretato questa legnosità del bambino come una sorta di prima descrizione dell'autismo - 62 anni prima dell'identificazione di tale condizione -; ma può essere visto anche come una sorta di Pinocchio all'inverso

È una storia che ho sentito subito molto mia, e ho amato tanto.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Povero pesciolino! Quanto devi sentirti solo senza nessun altro.

Il pesciolino finto è sicuramente la storia che più mi ha commosso, per il suo tristissimo finale. 
In questo caso protagonista è un pesciolino di latta che sogna di essere un pesciolino vero, ma ben presto subentra in lui una sorta di sindrome dell'impostore. Il pesciolino, insieme a delle paperelle finte, viene infatti preso da una bambino che li porta con sé, per farli vivere in una vasca più adatta. Il piccolo, emblema di quella purezza incapace ancora di distinguere il falso dal vero, prova una sorta di tenerezza mista a tristezza verso quel pesciolino solo, che ama profondamente. Lo immagina vero, e così decide di portarlo nel mare, con la speranza che possa riempire il vuoto di quella solitudine. Ma... non è così semplice. Soffrirà infatti la distanza da quell'unica persona che si prendeva cura di lui. E, qui mi fermo. 

Solitudine, lutto, contrasto tra finzione e realtà. Questi i temi di una storia che potrebbe far scattare la lacrimuccia - o almeno gli occhi lucidi -.



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

'Come fare per essere reali?
Siamo belle ma senza sostanza.' - dissero loro.
'E parliamo di vaghi ideali'.

L'ultima, come dicevo, è più una fiaba in versi che un vero e proprio racconto. Intitolata La barchetta di carta è una brevissima storia in cui l'io narrante ci conduce con sé in un mondo di carta, dove ci sono bambole di cartoncino che si chiedono come diventare reali, così belle ma senza sostanza, capaci solo di parlare di vaghi ideali. Anche qui, quindi, torna il tema dell'opposizione tra finzione e realtà e sembra essere anche una sorta di satira nei confronti della buona società inglese dell'epoca Vittoriana fatta solo di mere apparenze. Forse è quello che mi ha dato meno, ma comunque resta una bellissima raccolta da recuperare.

Sono molto felice di aver potuto conoscer una nuova realtà editoriale dedita alla riscoperta di autori e autrici dimenticati. Amo queste case editrici che vogliono andare a scoprire qualcosa di nuovo che, molto spesso, può donare davvero moltissimo al lettore. Come questa piccola perla che a me ha lasciato davvero un bellissimo segno nel mio cuore di lettrice. 

Il testo è arricchito dalle illustrazioni di Julia Jane Martens.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

IL LIBRO

La nuova madre
Lucy Clifford
Casa editrice: Storie Effimere
Traduzione di: Donatella Marcatajo
Pagine: 72
Prezzo: 9.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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