Credo che non sia mai semplice parlare di malattia mentale, anche se oggi forse si inizia a capirne pian piano l'importanza, a non relegarla nell'ombra rispetto a un male fisico. L'ansia, la depressione, gli attacchi di panico e altro ancora sono dei mali che si affacciano sempre più nelle nostre vite, forse ancora di più ora che il mondo si muove con maggior frenesia, dove sembra che devi sempre correre per essere al passo con gli altri, con ciò che detta la società. Essere perfetti. Già, ma la perfezione non esiste. Quello che ormai vediamo, soprattutto sui social, è pura apparenza. Sono immagini che ognuno di noi sceglie di condividere, ma poi quanto altro c'è dietro? Cosa nascondiamo dietro quei sorrisi, quell'illusoria realtà? 

Ho accettato di leggere questo libro perché, in fondo, un po' mi sono rivista in Marta, nelle sue emozioni, in quella timidezza, in quella forte sensibilità che la caratterizza. Forse con il tempo sono diventata più dura, rispetto alla sua bontà d'animo evidente dalle sue parole, ma chissà, potrebbe anche essere una corazza che ho costruito per non rimanere ferita. Comprendo anche ciò che ha provato: non so se io abbia mai davvero vissuto un vero e proprio attacco di panico, ma ammetto che l'ansia l'ho provata anche sulla mia pelle, in più di un'occasione. In dei momenti sono stata molto male, in altri ho forse cercato di gestirla meglio. Comunque non voglio parlare di me, ma di un'altra Marta! Oggi vi consiglio il primo libro di Marta Preto, Un tocco delicato, nel quale racconta, come se fosse una sorta di diario, del suo attacco di panico e della sua rinascita.

Un libro che tratta un argomento non facile con grande delicatezza, un modo per lei visto come una terapia per le forti emozioni, ma anche un monito per tutti per comprendere l'importanza di chiedere aiuto, per poter vedere di nuovo i colori dopo un periodo di buio. 

... un attacco di panico è come un punto e virgola: ecco perché vedi quel simbolo sul mio braccio. Non è una fermata totale, è un fermarsi momentaneo; quel campanello d'allarme necessario a ricominciare ad ascoltarsi e vivere nuovamente con più serenità.

Il 9 luglio 2018 Marta comprende che potrà anche ferirsi fisicamente, ma l'anima rotta fa ancora più male. Sulla sua pelle prova i sintomi di un vero e proprio attacco di panico: vampate di caldo, brividi, fame d'aria, la terribile sensazione di non essere più in possesso del suo corpo, di rischiare di morire. Un cupo terrore, una stanchezza indefinibile, una tensione fortissima e i battiti del cuore alle  stelle. Ma quel momento di buio, sarà anche per lei un nuovo inizio. Aiutata dalla delicatezza di una psicoterapeuta, Marta troverà il modo di elaborare le sue emozioni, di accettare anche quelle negative, e capirà anche l'importanza del rallentare, del rispettarsi e farsi rispettare. I segnali del corpo vanno ascoltati e non si deve ricorrere quell'ideale di perfezione che non esiste. Occorre imparare a dire no quando non ce la sentiamo, a fermarsi quando le cose proprio non vanno, a respirare. 

Questa esperienza per lei sarà il primo segnale di una lenta risalita, una rinascita che non solo le permetterà di toccare con delicatezza le sue ferite e accettare tutte le emozioni - anche e soprattutto quelle negative - ma anche di riscoprire sé stessa con nuovi occhi, quella parte di sé a lungo rimasta nascosta nell'ombra.

Marta ama i numeri, ma trova nella scrittura una valida terapia al suo dolore. E così, getta i suoi pensieri su queste pagine che decide poi di pubblicare, anche per trasmettere a persone, che forse hanno provato le medesime emozioni, l'importanza di chiedere aiuto. Non è un libro perfetto, forse non è adatto a chi è alla ricerca di un romanzo, ma è una sorta di diario che mette in luce la sua anima e, come dice anche lei nell'introduzione, il suo scopo è quello di renderlo quasi come una sorta di mano, di sostengo in un momento di difficoltà.

Come puoi spiegare a chi ti vuole bene che hai l'anima rotta e che non hai nessuna possibilità di mettere un cerottino come quando hai un taglio su un dito?

No, non troverete un libro focalizzato solo sul suo attacco di panico o su una descrizione dettagliata della sua esperienza con la psicoterapeuta. Marta sceglie di non addentrarsi del tutto in quella stanza intima, che sceglie di tenere socchiusa, lasciando trapelare solo alcuni aspetti. Ma attraverso un incontro molto speciale, cerca di condividere la sua vita, le sue emozioni, le sue passioni, di mostrarci non solo la Marta adulta, ma anche l'adolescente e la bambina che è stata. Una bambina molto timida ed estremamente sensibile che trova nel violino un po' di conforto prima, per poi sviluppare una vera e propria passione per il calcio. Leggiamo del suo amore per la Juventus e Del Piero, del suo lavoro, delle sue attività di volontariato e teatro, e altro ancora. Come dicevo, è come scorrere delle pagine di un diario che decide di aprire per noi. E lo fa attraverso dei dialoghi immaginari con una persona molto importante che purtroppo ha perso: sua nonna Margherita, un'assenza che però risulta sempre presente, nei suoi sogni, nei suoi pensieri, nel suo cuore. 

Ci sono delle parti dove forse si dilunga un po' su certe passioni, in altri casi potrebbero esserci delle ripetizioni di concetti, ma vedendolo come questa sorta di diario delle sue emozioni più che un romanzo in sé, io l'ho trovato molto delicato e interessante. Forse leggere quello che ha attraversato può davvero essere una sorta di stimolo per chi ha provato emozioni  simili. O forse, semplicemente, si può ascoltare una voce amica che sceglie di rivelare almeno una parte di quel che ha dentro, di accarezzare gentilmente un'altra anima rotta.

Inoltre, il suo scopo è anche quello di destinare le vendite di questo libro a due associazioni: una di volontariato per i malati di Alzheimer (malattia che ha colpito sua nonna), e una dedicata alla malattia mentale. Un nobile intento, sicuramente. 

Ma probabilmente chi parla poco e vive nella propria tranquillità spesso ha bisogno di essere ascoltato un po' di più.