Chi dà luce rischia il buio, di Giulia Ciarapica

8 Jun 2023

Libri

Progetti, impegni, pensieri mi hanno portata a un ritardo mostruoso per quanto riguarda le mie riflessioni sui libri letti. Ne ho tanti che vorrei consigliare, ma partiamo con ordine. 
Di Giulia Ciarapica vi ho già parlato nel mio blog, avendo molto amato il suo primo libro “Una volta è abbastanza”, che mi ha trascinata nelle mie amate Marche, a Casette D'Ete a conoscere la storia di Giuliana e Annetta, di Valentino, e delle altre voci che affollano le strade di questo piccolo paese. Tornare in quei luoghi per proseguire il viaggio è stato davvero bello. Al luogo e ai personaggi finisci ben presto per affezionarti, ed è tanta la voglia di saperne di più. In questo secondo romanzo, questa curiosità è abbastanza ripagata. Sono felice di essere tornata tra queste pagine, di aver ritrovato le Marche. Perché, siamo sinceri, non è una regione che si trova molto nei libri, e quando accade, non puoi non recuperare subito quel testo!


La luce è piena di ombre, e se esistono le ombre è lì che la luce splende più forte.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Chi dà luce rischia il buio inizia proprio dal punto in cui eravamo rimasti nel primo romanzo. Gianna è scomparsa, e tutti sono in apprensione. Che fine ha fatto la bambina? È Gigio, il fratello storpio di Valentino Verdini, a trovarla. Lei che si è allontanata da casa senza fare parola, perché tanto a sua madre Giuliana non sarebbe importato nulla. Così crede la piccola, che cerca nei libri e nelle parole un modo per evadere dal buio, o per trovare le risposte. Si torna subito a uno dei temi che abbiamo già letto nel primo, ma che viene approfondito ora: il rapporto conflittuale tra una figlia e sua madre. Le difficoltà di una madre di provare vero affetto, di dimostrarlo, e quelle di una figlia nel riuscire a comprendere perché un atteggiamento simile nei suoi riguardi. Perché Giuliana tesse lodi a Bianca Maria, la primogenita, e dimostra affetto per il piccolo Geremia, mentre sembra non provare interesse per la seconda? Credo che il rapporto tra queste due figure sia uno degli aspetti che continua a piacermi tantissimo, proprio per il modo in cui Giulia riesce a descriverlo. In Gianna c'è tanta luce, ma attorno a sé tanto buio. E forse questo contrasto tra luce e buio riguarda un po' tutti i personaggi di questa storia corale.

Tornando a Casette D'Ete, questa piccola frazione nel sud delle Marche, ritroviamo molte di quelle figure che abbiamo già conosciuto, e altre che rappresentano una novità. Ritroviamo Rita, ad esempio, ancora scossa da quell'amore tormentato e perso, ma colpita anche da un male più grave. Rita e la sua maledizione. Ma c'è anche Annetta, una  delle figure più belle tratteggiata dalla penna dell'autrice. Gli anni passano, ma lei resta quella donna testarda, indipendente, forte, che sceglie di restare sola, perché sa bastare a se stessa. Ma... le resta dentro sempre un vuoto, una solitudine che si fa più forte, quando pensa a ciò che ha perso: quel figlio voluto, quell'istinto di madre che le viene strappato via troppo presto.

E poi c'è, naturalmente, la famiglia Verdini la cui storia s'alterna tra lavoro nella fabbrica di scarpe e ambiente privato, con i tanti tradimenti di Valentino e le difficoltà affettive di Giuliana, ma anche i problemi con i loro tre figli. In particolare la ribellione di Bianca Maria, che si sente stretta in quella piccola frazione che non comprende e dalla quale vuole scappare; e Gianna, così diversa, sensibile e studiosa, persa in quei mondi di carta e d'inchiostro, in cui cerca risposte a quel buio che la circonda, a quella madre che non sembra - almeno all'apparenza - amarla. 

Casette D'Ete, più spavalda di prima, è ancora pronta a schierarsi dalla parte di chi vuole la rivoluzione, ma solo per ricordargli quanto sia difficile andare lontano. Si può scappare dalla verità ma non si può fuggire dalla provincia. La provincia è dentro, come un fantasma che ossessiona e divora i suoi figli in qualunque tempo.

La Valens, la loro ditta di scarpe, si è evoluta e riesce a oltrepassare i confini italiani, per vendere i suoi prodotti anche all'estero. Eppure i venti della Storia scuotono, anche se in maniera più ovattata, anche Casette D'Ete. Siamo tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta: il Paese è scosso da contestazioni, scioperi, rivolte sindacali ma anche echi di violenze molto più profonde ed estremiste. Scioperi giungono anche lì, in quella sorta di bolla marchigiana, accompagnati anche da truffe da parte di concorrenti che rischiano di bruciare tutto il lavoro di una vita. Ma finché la famiglia resterà unita, e sbocceranno nuove idee, il buio non potrà vincere. 

Oltre al difficile rapporto madre-figlia - Giuliana e Gianna - che è forse l'aspetto più interessante e profondo di questo secondo romanzo, ci sono altri due elementi che mi hanno particolarmente colpita. 
Si avverte forse ancor di più il legame profondo che Giulia Ciarapica ha per la sua terra, per le Marche, ma in modo particolare per Casette d'Ete in cui vive. Ed è il paese stesso che diventa una sorta di personaggio: una realtà di provincia che ti resterà sempre dentro, anche se proverai a scappare. Una terra che accoglie o che ferisce, alla quale ci si sente profondamente connessi, ma dalla quale si vorrebbe fuggire via. Un punto di partenza, ma anche un ritorno. 

E poi questo dialogo profondo con i morti: sono tanti i “fantasmi” che sembrano ancora invadere le strade, le case abbandonate, quasi come un'emanazione della memoria del luogo, o la voce della coscienza che spinge a riflettere sugli errori, sugli sbagli. Come se, nonostante la morte, quei personaggi fossero ancora lì, come monito, consiglio, riflessione.

Insomma, la storia della famiglia Verdini, riesce davvero a entrarti dentro.

Ciò che li lega non è l'amore né l'odio, come Giuliana ha pensato anni fa; è qualcosa che non ha nome, che non possono dire né immaginare. Qualcosa che si nasconde sotto le unghie, dietro i capelli, che s'infila su per il collo e li stritola dolcemente. Non si tratta di sentimenti. 
È forse la certezza che per vivere ci vuole coraggio, che non c'è luce senza buio, che quel che conta non è la strada fatta ma tutto ciò che ancora c'è da fare. Si vive con prepotenza per morire con soddisfazione.

Perché lo consiglio?
Perché, come dicevo, è insolito trovare le Marche nei libri, e secondo me è una regione che ha tanto da dare
Perché ai personaggi tratteggiati con cura dalla penna di Giulia Ciarapica - uno stile davvero bello il suo, che merita di essere scoperto! - finirai per affezionarti davvero tanto: io, ad esempio, ho provato un moto d'affetto soprattutto per Gianna ed Annetta, anche se Giuliana alla fine riesce a sorprendermi e, in fondo, si può comprendere la sua difficoltà affettiva.
Perché c'è un pezzo di storia italiana vista da una diversa angolazione: quella di una piccola realtà di provincia, attraverso gli occhi di lavoratori, persone del popolo con le loro luci e le loro ombre. 
Perché c'è la Storia che arriva anche nel piccolo paese; ma c'è anche la famiglia con tutte le sue contraddizioni. C'è un forte senso di solitudine che alla lunga rischia di schiacciare la persona, e anche i fantasmi di una vita. 

Perché, in fondo, venendo anche io da una piccola provincia, posso comprendere bene quello che traspare da queste pagine: quella sensazione di legame profondo per la mia terra, nella quale mi identificherò sempre e sarà sempre mia, ma dalla quale ho spesso provato l'impulso di fuggire. E ora che sono lontana, il mio cuore batte sempre per lei, il mio sguardo torna spesso indietro, alle mie amate, amatissime Marche.

È stato bello tornare a Casette d'Ete, e spero di vivere presto altre emozioni. 

IL LIBRO

Chi dà luce rischia il buio
Giulia Ciarapica
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 384
Prezzo: 19.00€
Anno di pubblicazione: 2022
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