Negli occhi di Luna, i falò di Luigi Dal Cin

18 Aug 2022

Libri

Quando ho letto per la prima volta “La luna e i falò” di Cesare Pavese, ho provato come la sensazione di sentirmi a casa, di essere compresa, di ritrovarmi in alcuni dei suoi pensieri. È un libro che mi ha segnata, che ho sentito almeno in parte mio, e che mi ha spinta a voler recuperare altro dell’autore, e spero di riuscire a farlo presto. Nel frattempo, però, ho scovato tra le recenti uscite editoriali un romanzo per ragazzi che riprende personaggi, luoghi, frasi e tracce dell’opera di Pavese, per avvicinare i più giovani al suo lavoro e non ho resistito. 

“Negli occhi di Luna, i falò” di Luigi Dal Cin adempie, a mio avviso, allo scopo, creando una storia secondo me perfetta da leggere in estate. Magari in mezzo al verde, con le colline in lontananza. 


E così ora mi sento invisibile: per mio padre ma, in fondo, anche per mia madre che in tutto questo lo appoggia. Invisibile per queste colline, per i prati, i sentieri, il fiume, gli alberi, i vigneti, i boschi, i falò, la luna e tutto il resto.
E io stesso ora non so più bene cosa desidero.
Nonna, che è cieca, è l’unica per cui non sono invisibile. 
Lei mi vede bene. 
Più di mio padre e di mia madre messi insieme.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Il giovane Anguilla - sì, è proprio soprannominato come il protagonista del romanzo di Pavese - torna, insieme a sua madre, a Santo Stefano Belbo, nel paese in cui vive la nonna cieca per trascorrere il periodo estivo. Ma la sua estate non è destinata alla spensieratezza. Suo padre, rimasto a Torino per lavoro, ha un progetto ben preciso per lui: un posto nella succursale del suo studio di progettazione in America. Tuttavia, suo figlio, il suo erede, è risultato insufficiente proprio nella materia su cui ha costruito tutto il suo lavoro: la matematica. Quindi non c’è tempo da perdere: testa bassa, nessuna distrazione, studio, studio e ancora studio. Non deve fantasticare sulle parole, i libri, e quelle storielle che scrive per i bambini, deve solo impegnarsi a recuperare il debito e pensare a fatti più concreti, a lavori importanti, utili, non frutto di futili sogni.Anguilla si sente invisibile. Invisibile per suo padre, sua madre, e anche quel paesaggio da cui è stato costretto ad allontanarsi per un periodo ora gli risulta lontano, prova la sensazione di non esserne più parte. Privato di qualcosa di sé.

Suo padre non riesce ad andare oltre il suo pensiero, non lo ascolta, resta distante, incapace di scorgere i suoi più intimi desideri, il suo talento, la sua vera essenza. Con sua madre le cose non vanno tanto meglio, è come se per lei diventasse visibile e apprezzabile solo se fa le cose per bene, se non sporca la casa appena pulita, se riesce a trovare in lui qualcuno a cui confidare la sua tristezza per un marito assente, ma è incapace di trasmettere il medesimo affetto e comprensione. A vedere realmente quello che è il ragazzo, quello che prova, quello che vorrebbe diventare è proprio l’unica persona che fisicamente non riesce più a scorgere nulla: sua nonna. Il personaggio al quale forse mi sono più affezionata, forte, coraggiosa, capace di scorgere davvero le cose, anche se la vista è venuta meno, amante dei libri e delle storie. La nonna alla quale si ritrova ancora a leggere libri, che riesce a comprenderlo, a capire non solo il suo dolore, ma anche la passione per le parole, per la scrittura, e il suo amore per… Luna. 

Luna la ragazza del paese di cui è innamorato, ricambiato. 

Luna che riesce a colorare e illuminare una grigia estate. 

Luna, che ha perso suo padre, e che ha sempre difficoltà a parlare di suo fratello con lui.

Luna per la quale a volte disobbedisce ai genitori, per trascorrere del tempo con lei, tra le vigne e le colline, in mezzo a grandi prati, o passando davanti alle cascine, o lungo le rive ombrose, ascoltando il canto delicato dei grilli e il frinire assordante delle cicale, tra i noccioli e gli alberi di mele e di pesco. Luna, ragazza magica e misteriosa, parte integrante della natura, che inventa storie e accompagna il protagonista ai riti di paese e ai falò. 

Quei falò che sembrano spuntare all’improvviso, quasi per magia.


«Basta che guardi dentro di te e dentro la tua storia. Ci vuole solo un po’ di attenzione e capacità di sguardo per sapere chi siamo, da sempre.»
«Da sempre?»
«Da sempre. Ciò che ti rende felice, che ti viene naturale fare, che sta al centro di te. Quella è la tua passione, la tua essenza. È lì, sì, da sempre.»


Andarsene, sparire, a volte sembra essere la soluzione migliore per non sentire più parole che fanno male. Una frase che dice Luna ad Anguilla, perché entrambi sono scossi da problemi personali, da parole che feriscono, umiliano, dalle sensazioni di invisibilità ed esclusione. E allora viene in aiuto una pozza d’acqua nella quale immergersi fino a sparire, fino a non sentire più nulla, per essere purificati, e poter rinascere. E forse capire quello che è il proprio destino, imparare ad ascoltarsi, anziché rispettare sempre il volere, i desideri, degli altri, quello che altri hanno voluto scrivere anche per noi.

Anguilla deve trovare quel coraggio: rispettare se stesso, rispondere al richiamo dei libri, della scrittura, delle parole, che spesso possono essere la cura di fronte ai mali, alle incomprensioni, un valido aiuto per riuscire a sistemare situazioni difficili e arrivare al cuore. Deve arrivare a comprendere quella frase che Nuto dice all’Anguilla di Pavese e che Luna ripete al giovane amico:“Tuo padre sei tu”.

È un romanzo di formazione che scorre leggero, che tratta argomenti anche molto importanti, nei quali forse molti ragazzi possono ritrovarsi. Quella sensazione di essere invisibili agli occhi di un padre o una madre, che hanno stabilito per te un determinato percorso di vita, anche se non è quello che vorresti fare tu. Quel muro che alzano, anziché andare oltre, vedere e provare a sentire quello che prova una persona. L’esclusione del diverso, che rischia di essere allontanato da tutti, anche se a volte è solo paura e incomprensione. E poi la bellezza delle storie, dei miti, delle usanze del paese. Quella della luna in cielo e dei falò. Il mistero della terra e delle stagioni. Ci muoviamo con i giovani protagonisti andando anche alla ricerca delle tracce di Cesare Pavese, ritrovando determinati personaggi e frasi dei suoi libri, sorridendo nel percorre di nuovo quelle zone che abbiamo già vissuto attraverso la sua scrittura. 


Ecco, anch’io devo narrare, ho pensato.
È l’unica via perché i bambini possano vivere un’emozione. E dunque comprendere.
È l’unico linguaggio che può avvicinarsi al loro mondo. E dunque alle loro vite.


Se devo essere sincera non sempre la scrittura di Luigi Dal Cin mi ha colpito positivamente: e forse è l’unico elemento che non mi ha convinta del tutto. Le continue ripetizioni, le frasi a volte troppo brevi, i discorsi tra padre e figlio scritti in uno scorrere di pensieri senza pause, non sono riuscita sempre a trovarli piacevoli da leggere. Ma anche qui, come sempre, è una questione di gusti. Perché il libro, oggettivamente, è scritto molto bene. Le descrizioni ti trasportano benissimo in quei luoghi, i personaggi sono vividi sulla carta, sembrano quasi reali, e il linguaggio spesso è molto evocativo, a tratti poetico. E ci sono alcuni momenti molto commoventi, ma di cui non voglio anticiparvi nulla.

È un libro che consiglio sia ai più giovani, per avvicinarli un poco a Cesare Pavese e magari spingerli ad affrontare anche il suo lavoro, ma anche per gli adulti che vogliono ritrovare tra queste pagine le tracce di un grande scrittore italiano, ma anche restare incantati da un’estate tra il verde delle colline delle Langhe. E, in fondo, perché no, per ricordare sempre che dobbiamo seguire i nostri sogni, e non lasciarci frenare da chi vuole costruire la nostra vita, e rischia di smarrirsi, di sacrificare la sua umanità, i suoi affetti, la sua vita, sull’altare del mestiere e dell’apprezzamento altrui.


Ci sono parole che arrivano solo alla nostra mente suscitando semplice nuova informazione: sono quelle che in questa vicenda hanno utilizzato gli adulti.

Ce ne sono altre che invece arrivano anche al nostro cuore, suscitando emozioni, sentimenti, affetto, movimento, cambiamento. Sono le parole della narrazione.

[…]

Le nostre vite si modificano raramente se aumentano solo le informazioni, ma quando ci commuoviamo allora è la volta buona che decidiamo il cambiamento.


IL LIBRO

Negli occhi di Luna, i falò
Luigi Dal Cin
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 224
Prezzo: 16.00€ / E-book: 9.99€
Anno di pubblicazione: 2022
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