Lucifero e la bambina, di Ethel Mannin

31 Mar 2023

Libri

Uno dei temi che amo più affrontare nelle mie letture è quello relativo alle Streghe e alla Magia, sia romanzi storici con riferimenti a fatti reali, sia storie più fantastiche o soprannaturali. Da sempre poi ho una vera passione per gli Angeli e gli Angeli caduti, in particolar modo per Lucifero, la Stella del Mattino, il Portatore di Luce, che osò sfidare Dio e fu condannato alla caduta. Sì, lo so, detta così posso sembrare stramba, ma ognuno ha le sue passioni, no? Proprio per questo motivo quando allo scorso Salone del Libro di Torino ho visto il libro di cui vi voglio parlare oggi, l'ho desiderato subito e ancor di più dopo aver ascoltato la descrizione dell'editore Max Baroni di Agenzia Alcatraz (per conoscere meglio la casa editrice vi lascio il link all'intervista che abbiamo fatto).

E così Lucifero e la Bambina di Ethel Mannin è tornato a casa con noi e, dopo averlo letto, ha conquistato il mio cuore di lettrice.


Ciao, Strega!


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Londra, 1931.
Jenny Flower non ha neanche sette anni ma ha già sfoderato un carattere del tutto particolare, si potrebbe anche dire unico. Non è una bambina docile e rispettosa, non ama andare a scuola, né essere comandata. Lei vuole essere libera. La piccola vive con la sua famiglia, la madre Ivy, il padre Joe e i suoi fratelli, nell'area portuale di Londra in un quartiere popolare. Durante una gita scolastica in campagna ben presto la bambina si discosta dal gruppo e nella foresta fa il suo primo incontro con il Tenebroso Straniero, un uomo, dall'aspetto simile a un marinaio, che ha sul capo delle misteriose corna e la chiama “Strega”. Non è neanche un giorno come un altro quello: bensì, il primo Agosto, il Lammas, uno dei quattro sabba maggiori in cui le streghe si uniscono per svolgere i loro rituali. Ma del resto, la piccola è nata proprio durante uno di questi Sabba, nella notte di Hallowe'en e si dica discendere da alcune streghe arse sul rogo secoli prima.

L'incontro con il misterioso uomo, che non rivela mai il suo nome ma che la giovane protagonista pian piano inizierà a chiamare Lucifero, è come una finestra che apre a cose nuove, a una nuova prospettiva di vita. Jenny vive un'esistenza difficile, in un'umile casa, costretta a seguire lezioni scolastiche che non sopporta e forse bloccano un po' anche la sua creatività, il suo pensiero diverso da quello comune, e soprattutto tormentata da una madre opprimente, Ivy, che non la capisce, un padre, Joe, silenzioso e incapace di donare affetto a moglie e figli. Genitori che usano la violenza per farsi, invano, rispettare. È come se quel nuovo legame con il suo Lucifero, uno straniero che tornerà a trovarla quasi a ogni Sabba, le conferisse un nuovo potere, non solo per se stessa, ma  anche da riversare sugli altri. Lui, l'unico che sembra comprendere il suo spirito ribelle e indomabile, che le racconta storie fantastiche di viaggi in mare o tra le fiamme dell'inferno. Quelle stesse fiamme da cui è costantemente attratta, in maniera morbosa, strana, a tratti inquietante. 
Grazie anche all'incontro con Ma' Beadle, una vecchia megera ripugnante, che vive in una casa sporca e piena di gatti, una donna definita strega, capace di leggere il futuro e creare pozioni per indurre all'aborto, e che le mostra libri di spiriti maligni, angeli caduti e magia oscura, Jenny cercherà un modo di fuggire a un destino già segnato e che lei non accetta. 

Accanto a questi Angeli Caduti, ci sono però anche gli Angeli di Luce: coloro che cercano di seguire la retta via, di allontanare i bambini dai pericoli, che pensano di essere nel giusto, di far del bene, ma che rischiano lo stesso di cedere al peccato. Come Marian Drew, la maestra di Jenny, figlia di un parroco di campagna, che è rigidamente chiusa nella sua moralità ed è incapace di credere alla magia.

Jenny si spinse in avanti, come se volesse precipitare tra le fiamme, e c'era in lei il desiderio terribilmente intenso che le fiamme bruciassero e divampassero con furia crescente.

Quello che può sembrare un mero racconto fantastico/horror, grazie alla presenza di sabba, oscuri rituali, riferimenti all'inferno, in realtà nasconde qualcosa di più profondo. Ethel Mannin è un nome quasi sconosciuto in Italia. In effetti, io prima d'ora non avevo mai letto nulla di suo (anche perché finora è stato pubblicato pochissimo). La sua era una personalità complessa e molto interessante. Antifascista, prima socialista militante e poi anarchica, bisessuale, femminista, pacifista e altro ancora; ha scritto numerosi libri (oltre un centinaio!), non soltanto storie dove il soprannaturale s'incrocia con il reale, ma anche libri di viaggio, biografie e molto altro (per saperne di più vi invito anche a leggere la preziosa prefazione di Max Baroni).
Lucifero e la bambina è stato pubblicato per la prima volta nel 1945, ed è stato bandito nella cattolica Irlanda, visti i riferimenti all'angelo caduto e i temi trattati. Eppure, come dicevo, questo testo nasconde molto altro e può anche essere molto attuale. 
È, infatti, una critica pungente alla società dell'epoca, così piena di ingiustizie e contraddizioni. Ma soprattutto un ritratto di diverse tipologie di donne, vere e proprie protagoniste della narrazione.

Il bene e il male sono solo una questione di definizione, signorina, come ciò che è giusto e sbagliato.

Jenny può essere il riflesso del diverso. Non è una bambina che corrisponde ai canoni prestabiliti dalla società. È ribelle, solitaria, libera, fuori dagli schemi. È forse il simbolo di chi non vuole accettare un destino già scritto per lei, chi reclama a gran voce il diritto di essere se stessa, anche a costo di compiere azioni drastiche. Jenny è una bambina e poi ragazzina che vorrebbe essere compresa, accettata per la sua diversità, vuole qualcuno capace di essere dalla sua parte. Allo stesso tempo è anche attratta da quelle situazioni e persone considerate emarginate, quasi viste con paura dai 'rispettosi cittadini', come appunto Ma' Beadle, dalla quale si reca anche contro il volere di sua madre.

Le persone hanno sempre paura di ciò che non comprendono. Fa emergere il veleno che si portano dentro.

Ma accanto a lei ruotano anche altre donne.
La già citata Marian, contrapposta alla bambina, e in un certo senso anche una sorta di rivale. Lei che vorrebbe portare luce nelle vite delle piccole creature, ma che non accetta comportamenti lontani da quelli impartiti dalla Chiesa, chiudendosi in un finto perbenismo che in verità limita il bambino stesso.
Ma' Beadle, anche lei considerata una strega, una diversa, da un lato allontanata e disprezzata per il suo aspetto dall'altro cercata per via delle sue conoscenze, del suo “potere”. 
E poi ci sono altre due donne: Nell Flower e Ivy.
Nell Flower è una donna cinica che sceglie di vivere la vita in maniera più spensierata, senza rigidi paletti, senza neanche rispettare troppo rigide moralità. È un personaggio molto importante e strettamente connesso a Jenny, per motivi che però vi invito a scoprire. Apparentemente sembra anche lei uno spirito libero e indipendente, ma in verità è ossessionata da uomini e lusso, per i quali ha una vera e propria dipendenza. 

E poi c'è Ivy, che è l'immagine della perfetta donna di casa, che spende la sua vita a occuparsi della famiglia, del marito, dei figli, cercando di farli rigare dritto e considerandosi una buona madre, che ama i bambini. Il problema è che la frustrazione di vivere con un uomo che in verità non la ama, e di veder infrangersi il sogno di avere una figlia perfetta, una bambolina rispettosa da vestire con cura, la porta a compiere violenza proprio nei confronti di quei piccoli esseri umani. Come se quei gesti potessero modificare i comportamenti in meglio. Ivy è proprio il riflesso delle donne che sono strette in ruoli ben precisi, decisi dalle convenzioni della società e dai quali risulta impossibile uscire.

L'incanto era per lei la foresta profonda attraverso cui si muoveva con la belladonna in mano e una vipera che le strisciava ai piedi; era la sua testa sulla spalla del tenebroso Straniero, la notte senza stelle e il verso di caccia del gufo; era la luce della Terra sulla Luna e nessuna ombra dal Sole, e nessun essere vivente nelle desolate distese vulcaniche; era la solitudine inesprimibile, la solitudine dello spazio e dei mondi morti, e dell'infinito. Era il mistero del rospo che vive la sua vita segreta sotto una pietra, tra il bidone della spazzatura e lo scarico. Era questa oscura cucina di strega che brulicava di gatti.

Lucifero e la bambina è quindi un romanzo dove, attraverso l'uso del soprannaturale, l'autrice cerca di indagare la società, di far riflettere sulle luci e le ombre, sui problemi reali: in modo particolare trattando argomenti come la condizione della donna, la lotta e la disparità di classe, l'educazione dei bambini, ma anche un'analisi del rapporto tra uomo, natura e religione. Interessante è anche la sua critica verso quelle colte 'presunte femministe' - nel testo, colleghe di Marian - che non esitano a giudicare male (o prendersi gioco) proprio quelle persone di ceto inferiore che vorrebbero aiutare. Ma anche la contrapposizione che fa tra il verde della campagna, con i suoni della foresta, degli animali, del vento, che sembrano ristorare un po' l'anima e credere forse nella magia, e il grigio triste e opprimente della città. Mannin descrive benissimo quei quartieri più poveri di una Londra tra le due guerre mondiali, squallidi e sporchi, dove i bambini corrono e giocano tra le strade, e gli adulti tentato di sopravvivere, ma sembrano sempre più soli. Uomini e donne che si mettono in mostra per nascondere il vuoto interiore, la solitudine, l'impotenza emotiva e fisica.

È una storia che invita a riflettere sul diritto di essere se stessi, di non seguire per forza binari prestabiliti, avere la capacità di sospendere l'incredulità, di credere alla magia, e anche nel proprio potere. Di scegliere la propria strada, senza lasciarsi soffocare da chi ha deciso per noi quello che dobbiamo essere, quello che dobbiamo fare. Di comprendere che in fondo...

... il soprannaturale è semplicemente il naturale con qualcosa in più.

Lo stile di Ethel Mannin è molto interessante, a tratti poetico. Mi ha incantata. Vorrei davvero condividere molte più frasi che ho segnato, ma mi fermo qui, perché è giusto che siate voi a scoprirle e ad amare la sua scrittura come è accaduto a me. La magia della narrazione che ti fa sprofondare altrove, ma anche riflettere su di te e il tuo presente.
Ho adorato questa storia, anche se alla fine ti lascia con un dubbio che non ha risposta: ma siamo davvero di fronte a Lucifero e alla sua piccola Strega, oppure no?
Sta a noi lettori rispondere, sulla base di un'altra domanda: siamo o meno propensi alla sospensione volontaria dell'incredulità?

Insomma, se non si fosse capito, vi consiglio di leggere questo libro.
Mente bene aperta, paletti religiosi abbattuti, lasciatevi rapire dalla penna di Ethel Mannin e potrete vivere un viaggio molto importante e profondo. 

Credi solo un po' nella magia... solo per stasera!


IL LIBRO

Lucifero e la bambina
Ethel Mannin
Casa editrice: Alcatraz
Traduzione di: Stefania Renzetti
Pagine: 448
Prezzo: 16.00€
Anno di pubblicazione: 2021
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