Nel giardino della follia, di Edmondo De Amicis

25 feb 2025

Libri

La mia pagina Instagram, che ho creato per collegarla a questo blog, mi ha permesso negli anni di avere anche molte soddisfazioni: dalle collaborazioni con case editrici, alla scoperta non solo di nuovi titoli, ma anche di numerose realtà editoriali che sono difficili da trovare in libreria. Ma non è solo questo.

I social, se ben utilizzati, permettono anche di creare dei bellissimi scambi di pensieri e riflessioni, di incontrare persone che seppur nella distanza hanno delle affinità con te o apprezzano molto quel che fai - cosa che spesso è ricambiata -. A Natale ho ricevuto un libro che non mi aspettavo proprio. Giovanna (che su instagram potete trovare come @sgranocchia_libri) mi ha fatto una bellissima sorpresa. Un piccolo libriccino di Caravaggio Editore che avevo inserito nella mia lunga lista desideri. Mi sono commossa, perché a volte bastano dei piccoli gesti a farti sentire apprezzata, a vedere che quello che fai, forse un senso ce l'ha davvero. Grazie, di nuovo, di cuore, Giovanna! 

Oggi, quindi, vi parlo di Nel giardino della follia, di Edmondo De Amicis, un piccolo reportage del papà di Cuore, che ci porta con sé in un manicomio, tra donne che hanno smarrito il senno per varie ragioni, e davanti alle quali l'autore riflette anche su qualcosa di molto più intimo, personale e straziante: la perdita di suo figlio. Fa parte della collana I classici ritrovati pocket.


Ci rimettemmo in giro. E vidi altre sventurate, sedute a terra, con le ginocchia strette al petto, col capo tra le mani e con gli occhi immobili, che parevan cadaveri accucciati, che aspettassero il seppellitore; giovani distese bocconi sull'erba, in atteggiamenti graziosi di Maddalene penitenti; vecchie Ofelie che coglievan fiori cantando, con atti vezzosi e capricciosi di fanciulle trilustri...



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

La tematica della follia mi ha sempre incuriosito molto. Vorrei tanto, infatti, poter recuperare pian piano tutti i titoli che ho sul tema.

In questo breve racconto, una sorta di reportage, Edmondo De Amicis ci porta con sé nell'esperienza vissuta all'interno di un manicomio, insieme al suo secondogenito, Ugo. Qui lo scrittore del ben più famoso romanzo Cuore, guidato dal dottore dell'istituto, suo amico, può conoscere una serie di donne, di varie età e condizione sociale, che sono soggette a differenti forme di alienazione mentale.

C'è la Sonnambula, una ragazza d'alta statura e dal corpo esile, con un viso segnato da una tristezza infinita, immobile e bianca come una statua, segnata da un mal d'amore. C'è una donna sulla cinquantina, vestita con garbo e con tre penne bianche di cappone nel nodo dei capelli, in forma di raggiera, che sembra apparentemente sempre allegra, quasi non colpita dal germe della follia, e che non vuole uscire assolutamente da quel luogo - Dove potrei stare meglio? -. Ci sono donne nobili, che vogliono combattere per la patria od organizzare eventi, o altre che hanno perduto ogni riserbo, e corrono e urlano, o sputano nel vedere un uomo. C'è ancora una piccola signora bionda e magra, con uno strambo cappello conico di paglia, che continua ad attendere il suo amante giovane e bello, che possa ricondurla a Firenze. Ma sono solo alcuni esempi delle varie figure femminili che passano sotto gli occhi di De Amicis. 


Sventurate che sembrano cadaveri, Maddalene penitenti, vecchie Ofelie con i fiori tra le dita, signore romantiche che passeggiano con lo sguardo rivolto al cielo, quasi in cerca di ispirazione, o ancora donne che si rivoltano a terra avendo perso ogni forma di discrezione. 

Donne impazzite per un mal d'amore, per una perdita, dopo un parto, o per una fissazione religiosa, o che forse dovrebbero solo essere ascoltate. A volte i loro atteggiamenti non sono poi così diversi dalla vita che avevano prima. E viene da chiedersi, insieme all'autore, quanto sia labile il confine tra normalità e follia. 

Davanti a quella cacofonia di canti soavi, risate sfacciate, nomi d'amori e ricordi vaghi, rimpianti di una vita più felice, desideri di libertà e lamenti, in netta contrapposizione con la bellezza primaverile del cielo e del giardino nel quale sono immerse, Edmondo De Amicis s'interroga non solo sul confine tra ciò che è definito normale o folle, ma anche sul profondo dolore che sente. Le sue riflessioni, infatti, si fanno via via sempre più intime, portandolo a riflettere su quel figlio perduto.

Questo racconto, infatti, è stato concepito in un periodo funesto: la morte della madre al quale era legato, la separazione definitiva dalla moglie, e ancor più grave il suicidio del primo figlio, il ventiduenne Furio, nel Parco del Valentino di Torino. Un dolore che riversa anche tra queste pagine, soprattutto nel finale: sarebbe stato più facile sopportare la sua presenza in quell'istituto di malattie mentali anziché la sua assenza? 

Sarebbe forse una tortura che mi farebbe impazzire; ma sarei forse meno miseramente, meno disperatamente infelice di quello che sono!





© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice



Questa edizione curata da Enrico De Luca e pubblicata da Caravaggio Editore, è arricchita anche da diversi dipinti di Vincent Van Gogh, che sembrano un po' lasciarci sprofondare proprio nei colori accesi del giardino, dove però si riflette anche il dolore della follia.

Un testo molto interessante non solo per riflettere sul tema della salute mentale e su quanto sia sottile il limite tra quello che è considerato normale o meno, ma  anche per approfondire qualcosa in più della penna e della vita di un autore che forse tutti conosciamo quasi o solo per il suo romanzo più famoso. 

IL LIBRO

Nel giardino della follia
Edmondo De Amicis
Casa editrice: Caravaggio Editore
Pagine: 80
Prezzo: 8.90€
Anno di pubblicazione: 2024
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