Dal diario di una Sognatrice: 3 consigli culturali + 3 libri

8 Sep 2023

Arte, Musei e Teatro
Libri
Musica e Film

In questi giorni mi frullava in testa un'idea per un piccolo progetto da inserire nel mio blog. Non avrà una cadenza ben precisa, sarà solo dato dal frutto di quel che riuscirò a fare nei prossimi giorni, settimane, mesi. Insomma, nella mia vita. Mi piaceva l'idea di tornare in qualche modo all'origine di questo mio sito: la commistione di diverse passioni. E allora, perché non riprovarci? Visto che, però, ormai mi sto focalizzando sempre più sulle letture, i libri non mancheranno! L'idea è quella di proporvi eventi culturali di diverso genere, mostre, ma anche film o cartoni animati e associare - sperando di riuscirci ogni volta - un determinato libro che, a mio modesto parere, può essere facilmente collegato per tematiche o altri spunti. Riprendendo così, perché no, l'altro mio progetto che avevo un po' messo da parte: #3LibriperunTema.


Spero che potrà piacervi ed esservi in qualche modo utile! Ovviamente con la mia poca fantasia con nomi e titoli, mi sono buttata semplicemente sul mio “Diario di una Sognatrice”, del resto è come appuntare quel che mi accade sulle pagine di un diario, ma in questo caso condividere qualche mia impressione anche al di fuori di quello scrigno chiuso e personale. No?


Oggi vi propongo una Mostra qui a Torino, un Film e un Anime! Pronti? Via!


Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Dove vederla: Camera (Centro Italiano per la fotografia) Torino. 
Fino all'8 Ottobre 2023

Sono sempre stata molto colpita da forse quello che è lo scatto più famoso della fotografa americana Dorothea Lange: Madre Migrante. Il volto preoccupato di una madre che non guarda verso la telecamera, circondata da tre dei suoi figli di cui però non si possono scorgere i visi, rannicchiati su di lei, nascosti. L'immagine vivida e potente di un periodo storico tragico per la storia Americana.

Fra il 1931 e il 1939, il sud degli Stati Uniti fu colpito da una grave siccità e da continue tempeste di sabbia, che spinsero migliaia di persone a dover lasciare le proprie case e migrare altrove. Un gruppo di fotografi furono chiamati dalla Farm Security Administration (agenzia governativa incaricata di promuovere le politiche del New Deal) per documentare l’esodo dei lavoratori agricoli in cerca di un’occupazione nelle grandi piantagioni della Central Valley.

Tra di loro spicca anche Dorothea Lange, appunto, insieme al futuro marito, l'economista Paul S. Taylor. Attraverso le sue numerose foto, la Lange riesce a raccontare al proprio paese e al resto del mondo i luoghi e i volti marchiati dalla tragedia, dalla miseria, dalla povertà, dalla difficoltà di trovare il cibo, dal duro lavoro nei campi di raccolta. Dalle piantagioni di piselli in California, a quelle di cotone degli Stati del Sud, dove la segregazione razziale è ancora piuttosto presente, mostrando realtà ancora più degradanti, se possibile. Sono volti consumati dalla fame, dalla disperazione, dalle difficoltà. Uomini, donne, ragazzi e ragazze, ma anche bambini molto piccoli. Dorothea Lange è capace di raccontare perfettamente tutto con una tale intensità che è difficile trovare le parole per descrivere tutto quello che si può provare osservando quegli occhi, quelle lunghe fila, quelle condizioni di miseria nelle quali sono costretti a vivere. 

Il percorso espositivo ci invita a fare un vero e proprio viaggio: permettendoci di avere un primo sguardo sulla crisi economica anche nelle città, con lunghe code per ottenere un po' di cibo o un lavoro, scioperi e manifestazioni di protesta. 
Viene poi raccontato l'esodo americano, e tra le altre spicca un'immagine con un messaggio piuttosto cinico: un cartello con una scritta “La prossima volta prova il treno” lungo la strada in cui si vedono due migranti a piedi in mezzo a una terra desertica. 
Seguono, come dicevo, fotografie dolorose che espongono visi, e tende in cui le condizioni di vita sono terribili. Ma poi c'è anche una sorta di speranza quando, proprio grazie a questo progetto di documentazione, il governo inizia a stanziare fondi per migliorare questa situazione.

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e l'ingresso degli Stati Uniti in guerra, l'attenzione di Dorothea Lange si sposta verso un altro avvenimento poco noto - in effetti, non sapevo proprio nulla a riguardo! -: con l'attacco del Giappone a Pearl Harbour, la popolazione americana di origine giapponese viene allontanata dalle proprie case e “ricollocata” in alcuni campi di detenzione con la War Relocation Autority (WRA). La fotografa e suo marito, disapprovando il progetto, sono costantemente controllati:  non le è consentito ritrarre il filo spinato, le torri di guardia e i militari armati, e non può conservare i negativi delle sue immagini. Eppure, le sue fotografie riescono a narrare lo stesso tanto. Ragazzi, bambini, uomini e donne che si sentono americani o che aspettano rassegnati un destino ingiusto.
Questa parte della mostra mi ha colpito molto perché non conoscevo questa pagina di storia, ed è stato davvero arricchente. 

Mi sono forse un po' dilungata nella descrizione, lo riconosco, ma mi andava di raccogliere anche nel mio blog alcuni aspetti di un'esposizione che mi ha davvero emozionato. 
Crisi climatica, migrazioni, razzismo, campi di prigionia. Quanto sono ancora attuali questi aspetti? 
È una mostra fotografica che ci permette di osservare un pezzo di storia del passato, ma che fa riflettere anche sul nostro presente. Sicuramente.

Libro consigliato: Furore, di John Steinbeck.
Forse un po' scontata come scelta, ma del resto Steinbeck racconta attraverso la letteratura ciò che Lange ha narrato prima di lui con le sue foto. E poi la Madre Migrante mi ha subito riportato alla bellezza di un personaggio meraviglioso uscito dalla penna dello scrittore americano: Ma'! 
Insomma, se potete recuperate sia la mostra sia il libro!






© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


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Cyrano (film del 2021)


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Su Prime Video qualche sera fa ho finalmente recuperato un film che volevo vedere da tempo: Cyrano. Film uscito nel 2021 e diretto da Joe Wright, è l'adattamento dell'omonimo musical di Erica Schmidt, a sua volta tratto da Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.

Nei ruoli di Rossana e Cyrano abbiamo rispettivamente Haley Bennett e Peter Dinklage (che sicuramente in molti conosceranno come Tyrion de Il Trono di Spade).

La bella Rossana è ormai orfana e senza soldi, riesce ad andare avanti soprattutto perché di lei si è innamorato il Conte De Guiche, che la vuole sposare. Ma lei vuole dire di sì, solo per amore. Durante una serata a Teatro, dove incontreremo anche un duellante Cyrano, amico d'infanzia della donna, lo sguardo di lei incontra quello di un soldato, Cristiano, e tra i due sboccia subito un'infatuazione. 
Rossana chiede un incontro privato con Cyrano, che in cuor suo spera di essere ricambiato nel suo amore immenso per lei, ma viene subito deluso quando lei gli racconta di essersi innamorata a prima vista di Cristiano, gli chiede di organizzare un possibile incontro con il giovane, e di proteggerlo. Cyrano, seppur col cuore spezzato, cerca di andare incontro all'amata, e dalla sua anima sgorgheranno intense lettere d'amore, firmate da Cristiano, incapace di comunicare a parole i suoi sentimenti. Ma Rossana è innamorata di Cristiano o dell'anima di Cyrano? E se quest'ultimo avesse messo da parte il suo orgoglio, le sue paure, e avesse rivelato il suo amore alla sua amica, forse ci sarebbe stato un finale diverso?

Quando penso a Cyrano de Bergerac mi commuovo sempre. Per le sue parole, per la sua sorte. Anche questo adattamento mi è piaciuto molto, seppur con le sue varianti. Non ricordavo che fosse un musical, anche se questo è soltanto un punto in più, visto quanto amo questo genere. Sì, forse vedere dei soldati danzare fa un po' sorridere, ma l'ho trovato tutto molto ben fatto.

A differenza dell'opera originale di Rostand, dove Cyrano si vergognava del suo grosso naso, qui il problema è un altro: il nanismo. Cyrano è un nano che non riesce a rivelare i suoi sentimenti alla bella Rossana, perché ha paura di non essere ricambiato per quel suo aspetto. L'orgoglio lo schiaccia, mentre da parte di lei forse c'è un po' troppa superficialità. Eppure, si arriva a un finale in cui gli occhi si fanno facilmente lucidi. Inutile dire che, anche in questo caso, Peter DInklage mi ha colpito tantissimo! 


Forse rispetto all'opera di Rostand, manca un tocco di comicità in più: mi è parso tutto molto più tragico, tralasciando alcuni elementi e particolarità che mi avevano fatto ridere o comunque aggrottare le sopracciglia per l'assurdità di certe scene. Ma, da amante delle tragedie, non mi è dispiaciuto per nulla.
Personalmente vi dico di recuperarlo!

Libro consigliato: Cyrano de Bergerac, di Edmond Rostand. Ovviamente. 
Secondo me è sempre bene recuperare l'opera originale di ogni adattamento! 

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Lady Oscar


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Ma come Lady Oscar?!
Ebbene sì, miei carissimi lettori. Ho da poco scoperto che è stato inserito nel catalogo di Prime Video, e chi sono io per non rivedere il mio cartone animato preferito?!? E, infatti, l'ho iniziato di nuovo. Mi regalo qualche puntata ogni sera - o quasi - e riprovo tutte le bellissime emozioni di quando ero bambina e cercavo di non perdere neanche un episodio! È uno di quei rari anime che sono riuscita a completare tutto, anche più di una volta. È bello fare un tuffo nei ricordi. Mi sembra di tornare piccina, di rivedermi quando accendevo la tv ogni pomeriggio, per sprofondare così nella Francia ai tempi dell'ingenua Maria Antonietta, fino ad arrivare alla Rivoluzione Francese.

Forse è da lì che è nata la mia fissa per questo periodo storico, chissà! E chissà se anche quella per le rose bianche... i fiori preferiti di Madamigella Oscar. E poi come non innamorarsi della storia di Lady Oscar, cresciuta come un uomo, e del suo fido André, innamorato di lei; del bel Conte di Fersen, e tutti gli intrighi, la bellezza della corte, ma anche la miseria nelle strade di Parigi.

Di Oscar, poi, ammiro tantissimo il suo meraviglioso carattere: non solo è bella e coraggiosa, ma ha anche una nobiltà d'animo incantevole. Condivido il suo forte senso di giustizia, la rabbia nel notare l'egoismo e la crudeltà dei nobili. Che personaggio splendido. Se solo si fosse accorta prima dell'amore per il suo amico d'infanzia... 
Non mi stancherò mai di vederlo ed emozionarmi ogni volta.

Libro consigliato: La collana della regina, di Alexandre Dumas.
(Ma prima dovete leggere Cagliostro, eh!). 
Secondo romanzo del Ciclo di Maria Antonietta e della Rivoluzione ci porta proprio lì, tra complotti e intrighi, amori e scandali, focalizzandosi soprattutto sullo Scandalo della Collana (che del resto verrà trattato, ovviamente, anche in Lady Oscar). 


Spero che questa nuova rubrica/progetto vi possa piacere! 
Quali libri vi vengono in mente da associare a questi tre aspetti culturali che vi ho consigliato? Vi aspetto, se vi va, nei commenti.

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