Mary e il Mostro, di Lita Judge

9 mag 2023

Libri

Quando ho visto questo libro me ne sono subito innamorata. Mary Shelley è una di quelle donne e scrittrici che ammiro moltissimo, non solo per le sue opere ma anche per la sua vita. Mary ha osato sfidare le regole assurde di una società patriarcale e bigotta per seguire l'amore, ma anche dedicarsi alla scrittura. Mary ha lottato, ha vissuto la solitudine, la perdita, l'abbandono, ma è andata avanti. Seguendo i suoi ideali, il suo cuore, il suo spirito indomito. È una figura che continua ad affascinare anche oggi. Su di lei avevo letto e amato la biografia romanzata di Martina Tozzi, Il nido segreto, ma anche - ovviamente - alcuni suoi romanzi, Frankenstein, La ragazza invisibile e Matilda. Eppure, la voglia di leggere altro su e di lei non si ferma. Vi avevo già proposto un libro illustrato in passato Mary Shelley e la morte del mostro, di Raquel Lagartos e Julio César Iglesias, ma ora voglio consigliarvi di  cuore un piccolo gioiello illustrato che ripercorre tutta la sua vita: Mary e il mostro, di Lita Judge, pubblicato dalla casa editrice Il Castoro. Sono sicura che anche voi ve ne innamorerete all'istante!

Le ragazze dovevano essere gentili 
e obbedire alle regole. 
Le ragazze dovevano essere silenziose
e ingoiare punizioni e dolore.
La bandirono dalla società
perché amava un uomo sposato. 
Gli amici la oltraggiarono.
Il padre la cacciò di casa.
Ma lei non si nascose. 
Non si lasciò zittire.
Lottò contro la crudeltà della natura umana.
Scrivendo.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Mary e il mostro è un gioiello illustrato che ripercorre la vita dell'autrice inglese, dalla sua infanzia più lieta, accanto all'affetto di suo padre e di sua sorella Fanny, in una casa piena di poesia e libertà, e il ricordo sempre vivido della madre che non ha mai potuto conoscere, per poi proseguire con l'arrivo di un'altra donna che sembra guastare non solo quell'atmosfera più serena, ma anche l'amato padre William Godwin, che sembra allontanarsi sempre di più da quei pensieri di libertà, amore e uguaglianza per le donne che tanto decantava. C'è poi l'incontro e l'amore contrastato con Percy Bysshe Shelley, i loro viaggi in compagnia dell'amata-odiata sorella Claire, la famosa esperienza a Villa Diodati insieme a Lord Byron e John Polidori, in cui presero vita due dei romanzi più famosi e importanti della letteratura gotica, e via via, fino ad arrivare alla morte dell'amato Percy e a ciò che ne seguì. Non mancano i riferimenti alla dolce Fanny, ragazza che si è sempre sentita un peso, incapace di reagire, di ribellarsi a un destino già scritto. Il tutto è narrato con versi lirici, quasi piccoli sonetti che riflettono i pensieri e le emozioni di questa giovane donna, che ha tanto amato quanto perso, che ha sofferto, ma ci ha regalato opere che riflettono un po' se stessa. Ovviamente si dà molta importanza al suo scritto più famoso, Frankenstein, a quella creatura scaturita dalla sua immaginazione, da un incubo, che è germogliata dapprima nei suoi pensieri, per poi confluire sulla carta. Una gestazione lunga come un parto, nove mesi di scrittura, che si riflettono in questo libro nelle nove parti in cui è strutturato.

Di giorno viviamo come semi che fluttuano nei raggi del sole, 
passeggiamo per strade intricate come labirinti,
guardando edifici di pietra dal color dell'oro. 

Di notte scriviamo poesie, 
poi ne facciamo barchette di carta a cui diamo fuoco,
per donare loro l'anima delle stelle.




È la Creatura che narra la vita della sua autrice, che le rende omaggio. Creatura che è un vero e proprio riflesso di Mary stessa. Come lei non ha una madre e il padre lo rifiuta, ed è costantemente oltraggiato da una società che non lo accetta. Mary è uno scandalo perché si è innamorata di un uomo sposato ed è scappata con lui. Cacciata di casa dal padre, allontanata dagli amici, in queste pagine si riflette tutta la malinconia, la tristezza, ma anche la solitudine che deve affrontare solo per aver osato seguire i suoi ideali, in una realtà dove, soprattutto se sei donna, devi chinare la testa ed obbedire. Si avverte lo strazio dei figli persi, quelle piccole anime volate via troppo in fretta; quel legame profondo verso una madre, Mary Wollstonecraft, con cui si sente affine, ma verso la quale prova anche un senso di colpa, perché alla sua nascita ne è seguita la morte. Eppure ci sono anche tanto coraggio, forza, determinazione. Mary Shelley segue il suo cuore, riversa i suoi pensieri nelle pagine, ama con tutta se stessa un uomo difficile ma anche pieno di poesia, non si arrende. 

Lita Judge rende un omaggio meraviglioso a questa donna che ancora oggi ha tanto da insegnare. 
E lo fa non solo attraverso la poesia dei versi, ma anche con delle illustrazioni in bianco e nero che sono una vera e propria delizia per gli occhi. Toni cupi, tinte gotiche, spettri e incubi, sguardi e gesti della creatura che sembra confondersi perfettamente con la sua autrice, amore e morte. Sono pagine intrise di una bellezza che appassiona e fa commuovere, come del resto è stata la vita di questa straordinaria autrice. 

Fanny, sei morta guardando le stelle,
pregando che Shelley e io 
venissimo a salvarti?





Sono stata felice di ritrovare anche il personaggio di Fanny, la sorella che più mi è entrata nel cuore. Lei che non ha avuto lo stesso coraggio di Mary, lei che ha scelto troppo spesso di chinar la testa e si è sentita costantemente un peso per quei genitori non suoi. Lei, bimba e giovane donna orfana. Spezzata e sola. Incapace di sopportare tanto dolore. E tristemente dimenticata nel silenzio. Un silenzio a cui, però, Mary vuole dar voce attraverso la sua scrittura, in quelle parole strappate dalla mente che palpitano come un cuore pulsante.

Insomma, è stata una lettura che mi ha totalmente coinvolta, appassionata, commossa. E mi sento di consigliare a tutti coloro che amano questa grande scrittrice, e vogliono affrontare la sua vita unendo al lirismo della parola scritta, la meraviglia delle illustrazioni che incantano occhi e cuore.

Possiamo incidere sulla vita delle generazioni future,
se siamo abbastanza coraggiosi da dispiegare le ali
della nostra immaginazione
e creare!






Sai, Mary...
anche se oggi noi donne abbiamo forse più libertà, la società continua ugualmente a giudicarti se non segui una linea prestabilita. Devi studiare, e poi assolutamente lavorare, formare una famiglia, occuparti dei figli, e via dicendo. Se segui una via diversa o se hai delle difficoltà, vieni subito giudicato e visto male. Come ti permetti, del resto, di far qualcosa di diverso?
Di te continuo ad ammirare la forza. Tu hai deciso la tua vita, hai scelto di amare profondamente, anche se non è stato per nulla facile. Hai lasciato scorrere su carta dei personaggi meravigliosi, che ancora oggi restano nel cuore, e nei quali forse ritrovare un po' noi stessi. Hai perso così tanto, ma hai avuto sempre il coraggio di andare avanti. Ti ammiro, tantissimo. Vorrei avere la tua stessa forza, quando arrivano dei momenti di profonda fragilità, nei quali ti senti un peso. Forse il problema è che ammiro te, ma mi sento così profondamente legata a Fanny. In lei, mi rivedo così tanto, soprattutto nei miei momenti pieni di ombra. Ma si va avanti, un passo alla volta. Grazie, per l'esempio della tua vita, e per le tue storie.





IL LIBRO

Mary e il mostro. Amore e ribellione. Come Mary Shelley creò Frankenstein
Lita Judge
Casa editrice: Il castoro
Traduzione di: Rossella Bernascone
Pagine: 312
Prezzo: 15.50€
Anno di pubblicazione: 2018
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