La canzone di Achille, di Madeline Miller - Recensione

16 Jul 2020

Libri

La mitologia, le leggende, le fiabe, mi hanno sempre attratta con particolare forza. I miti greci e norreni, in particolare, sono quelli che più rapiscono la mia attenzione. Ho amato l'Iliade e l'Odissea, e spero di riuscire a rileggerli senza il dovere dello studio. Per questo motivo quando su Instagram ho visto una nuova idea di lettura - #iltesorogreco -, ho deciso di seguirla per quel che posso.

Chiara (@sorrideredibrutto) e Cecilia (@eccoilibri) hanno deciso di donare più attenzione al Mito Greco, leggendo ogni mese dei libri seguendo un tema specifico. Il mese di luglio prevedeva quindi una lettura sugli Eroi Greci. Complice una promozione della Feltrinelli, ho deciso di recuperare un libro di cui ho tanto sentito parlare - il più delle volte davvero bene - e mi sono persa tra le pagine della Miller, assaporando in maniera forse un po' diversa la storia di Achille e del suo più amato amico - e forse qualcosa di più! - Patroclo.

   

Il bagliore roseo delle sue labbra, il verde febbricitante dei suoi occhi. Il suo viso non aveva nemmeno una ruga, nemmeno un’increspatura, un accenno di grigio; era fresco e perfetto. ⁣⁣ ⁣⁣ Lui era primavera, dorato e splendente. La Morte invidiosa avrebbe bevuto il suo sangue, e sarebbe diventata giovane di nuovo.⁣⁣ ⁣

    lacanzonediachille


Ricordo bene la loro storia. Studiata a scuola, era una di quelle letture che non si sono rivelate un peso - Scusatemi Dante e Manzoni, ma voi sì! Anche se spero di leggervi con più calma prima o poi - anzi! L'Iliade mi è rimasta particolarmente impressa. Ricordo che avevo odiato in maniera totale Agamennone, per il suo atteggiamento arrogante, così come del resto Paride e anche Elena - che avevano creato tutto quel caos. Che poi, a ben guardare, la guerra ci sarebbe stata comunque. Quello era solo un pretesto utile soprattutto ad Agamennone per espandere i suoi territori. E anche uno spiacevole gioco degli Dei, che si divertivano a intromettersi nella vita degli uomini.

Avevo tanto amato Ettore, inorridita poi dalla sua morte. Ma in fondo, è facile comprendere Achille. Ettore aveva ucciso l'amico più amato.

Solo amico? In verità sul rapporto di Achille e Patroclo ci sono state idee divergenti. Solo amici o si può parlare di amore tra i due?

Madeline Miller sceglie questa seconda strada e riversa in queste pagine preziose tutto l'amore contrastato, complicato, ma altrettanto forte tra due ragazzi. Tra un semi-dio e un semplice umano, esiliato, messo quasi da parte, ma... verso il quale il Pelide prova particolare attenzione, come mai è successo fino ad ora.

Achille mi stava guardando, gli occhi profondi come la terra.⁣⁣ “Verrai con me?” chiese.⁣⁣ ⁣⁣ Il tormento infinito dell'amore e del dolore. Forse in un'altra vita, avrei potuto rifiutare, avrei urlato strappandomi i capelli, lo avrei lasciato solo ad affrontare la sua scelta. Ma non in questa. In questa sarei salpato per Troia e lo avrei seguito, persino nella morte.⁣⁣ ⁣⁣ “Sì” sussurrai. “Sì”.

   

La canzone di Achille parla, attraverso la voce di Patroclo, delle loro vite. Dalla nascita, all'infanzia, al loro incontro; dall'emergere di una splendida amicizia che pian piano si trasforma in qualcosa di più profondo, che inizialmente sconcerta e un po' sconvolge, ma che poi arriverà a essere immortale. Un sentimento dapprima acerbo, colmo di insicurezze e paure, e poi, pian piano più maturo, più forte, più concreto. C'è chi si oppone a un tale amore, come la fredda ninfa Teti, madre di Achille, e poi c'è la guerra e una terribile profezia di morte che rischiano di separarli, eppure il loro legame scalda i cuori. Forte, appassionante, difficile da dimenticare.

Questo libro è un canto d'amore: quello di un ragazzo, Pa-tro-clo, a lungo disprezzato e poi esiliato da suo padre, apparentemente inutile, indifeso, non amante del combattimento, ma che in più di un'occasione dimostrerà tutta la sua tempra, il suo valore e il suo coraggio. Un ragazzo che ama in maniera totale Achille, che sa riconoscerlo ovunque, anche se dovesse indossare abiti femminili; che vorrebbe impedire alla terribile profezia di avverarsi, per poter vivere il più a lungo possibile con il suo amato. Attraverso i suoi occhi, le sue emozioni, i suoi pensieri, non scrutiamo solo nel suo animo, ma riusciamo a vedere uno dei più grandi Eroi della Mitologia Greca con i suoi tanti pregi ma anche con i suoi difetti. Il suo immenso talento nel combattimento, che lo rende il più forte dei Greci, la sua rapidità, la sua danza di morte quando parte all'attacco, la sua voglia di essere ricordato anche a costo di vivere una vita molto breve, perché cadere nell'ombra non fa per lui; ma anche il suo orgoglio che gli fa perdere in un certo senso una parte di umanità. Cadono i Greci quando Achille decide di non combattere più. E rischiano davvero di perdere la guerra. Achille vuole rispetto. L'orgoglioso Achille non può sopportare che il suo onore sia ferito da Agamennone. Achille si ferma... e Patroclo però non può accettare tutto ciò.

 

Aveva davvero pensato che non lo avrei riconosciuto? Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo; lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.

 

In un atto di estremo coraggio, ma anche d'ingenuità, indossa l'armatura dell'amato, e si finge lui. Risolleva gli animi feriti dei compagni, cambia le sorti, ma... la profezia, pian piano si avvera. Ferisce. Fa male.

E l'ira del Pelide Achille si accende. Un fuoco terribile incendia l'animo di Achille, il cui unico scopo ora è uccidere chi ha ucciso il suo amico più amato. Anche a costo di morire anche lui. Una vendetta che forse però non potrà mai essere saziata.

Il sangue scorre. Mentre Patroclo osserva, anima sospesa in cerca di pace. Un gesto che tarda ad arrivare, a causa della crudeltà umana.

Fino ad arrivare a un finale che commuove, intriso di una liricità che riempie il cuore.

Tutti noi conosciamo la storia, così come la sua conclusione. Non è quindi un libro per chi cerca il colpo di scena assoluto, o un senso di particolare stupore per qualcosa che non si aspetta. Eppure, questa sorta di nuova scrittura dell'Iliade colpisce, lascia un segno, commuove. Per me è pura bellezza.

“Gli dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice.” Inarcò un sopracciglio. “Ma voglio confidarti un segreto”. “Dimmi” Adoravo quando faceva così. “Io sarò il primo.” Mi prese il palmo della mano e lo premette sul suo. “Giuralo”. “Perché io?” “Perché sei tu la ragione. Giuralo.” “Lo giuro” dissi, smarrito nel rossore delle sue guance, nella fiamma dei suoi occhi. “Lo giuro” fece eco lui.

 

Una storia di eroi, ma soprattutto un bellissimo canto d'amore. Impossibile non affezionarsi a Patroclo, voce narrante, personaggio delizioso. Ragazzo di grande cuore e immenso coraggio. All'apparenza può davvero sembrare un personaggio comune, un uomo qualunque che si innamora di un eroe invincibile, che tutti ricorderanno per sempre, in verità però a modo suo anche Patroclo per me diviene eroe.

Non è facile riuscire a colpire il lettore che già conosce la storia, ma a mio modesto parere Madeline Miller riesce a donare un tocco diverso all'Iliade. La mitologia c'è tutta: ci sono Dei che creano scompiglio, pestilenze, tempeste e si schierano apertamente con alcuni personaggi; c'è Chirone, il centauro che si occuperà dell'educazione di Achille e anche di Patroclo; ci sono tutti gli Achei più importanti, tra i quali spicca sicuramente anche qui il furbo e intelligente Odisseo; ma poi c'è la crescita di due ragazzi, che vorrebbero solo vivere in pace ed essere felici, eppur si ritrovano di fronte a qualcosa di molto più grande di loro.

In fondo, per un eroe è meglio vivere una vita lunghissima ma nell'oscurità o una vita breve ma piena di gloria?

Una lettura, per me, davvero emozionante. Una di quelle che ho voluto assaporare con calma, senza fretta, perché non volevo quasi arrivare alla loro terribile sorte. Ma poi, nell'ultima pagina, la bellissima immagine finale mi ha commossa moltissimo. Un libro che amerete fino all'ultima parola, grazie a uno stile avvincente ma, a mio avviso, anche intriso di una sorta di poesia, e immagini davvero dense di bellezza.

Lo consiglio a tutti gli amanti della Mitologia, ma anche di quelle storie d'amore, complicate ma intense, che sanno trovare un posticino nel cuore e lì restare incastrate per sempre.

 

Nell'oscurità, due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s'incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d'oro che, aperte, fanno uscire il sole.

     

IL LIBRO

La canzone di Achille
Madeline Miller
Casa editrice: Marsilio
Traduzione di: Matteo Curtoni, Maura Parolini
Pagine: 384
Prezzo: 11.00€
Anno di pubblicazione: 2020
Commenti
Ancora nessun commento.

TAGS

Potrebbero interessarti anche