Gli amanti di Siddo, di Philip J. Farmer - Recensione

22 Oct 2019

Libri

 

Per la #FantaDistochallenge proposta da Ambra di Sono solo libri, nel mese di ottobre si doveva leggere un distopico/fantascientifico con alieni o mutanti. Ecco, diciamo che queste creature sono proprio lontane dai miei gusti in fatto di lettura o anche visione di un film. Girando tra i titoli presenti in libreria - tutti libri del mio ragazzo - ho puntato una lettura che mischiava la presenza aliena e tutti gli elementi tipici della fantascienza, con l'amore. Sì, sono una romanticona, ma sono anche quel genere di persona che ama farsi male: se nella storia d'amore c'è anche un po' di tragedia, ecco che mi conquisti!

E qui ho trovato tutto ciò. Anche se non vi farò ulteriori spoiler.  

Gli amanti di Siddo - anche conosciuto come Un amore a Siddo o più semplicemente Gli amanti - è un classico della fantascienza scritto da Philip Josè Farmer. È una delle sue opere più famose, originata da un racconto apparso nel 1952 sulla rivista Startling Stories, che introdusse per la prima volta un'esplicita tematica sessuale nella fantascienza e fece guadagnare all'autore un Premio Hugo come autore più promettente. Successivamente l'ha ampliata, fino alla creazione di questo romanzo.

Il sesso esplicito in un libro, all'epoca, provocò anche un certo scandalo. Ma, vi assicuro che non c'è nulla di così assurdo. Ormai siamo talmente abituati alle descrizioni minuziose, e spesso volgari, nei romanzi contemporanei, che in questa lettura non ne esci naturalmente sconvolta, anzi. C'è più amore.

   

    Che cosa hanno fatto? Hanno sostituito l'odio all'amore, anche se chiamano amore l'odio. Vi hanno fatto diventare mezzi uomini, pronti soltanto a rivolgervi contro il nemico. E siete diventati guerrieri terribili perché siete tanto timidi in amore.  

     

davNe Gli amanti di Siddo siamo nel 3050 d.C. in una Terra molto diversa dalla nostra, sia per confini territoriali, che per lingue parlate, che per la società stessa in cui vive il nostro protagonista. Una guerra batteriologica ha distrutto l'umanità, e in questo clima post-apocalittico, quei pochi terrestri rimasti in vita, hanno ricostruito un mondo, modificando la delimitazione delle Nazioni e la distribuzione dei popoli. Una realtà mondiale che ora appare divisa in due con una terra-cuscinetto al centro: da un lato c'è l'Unione Haijiaca con capitale Sigmen City, nella nostra attuale America Settentrionale - Canada, dall'altra la Repubblica di Israele. Al centro la cosiddetta Marca, la terra di nessuno - equivalente all'Europa Meridionale - contesa tra le due potenze.

Hal Yarrow, il protagonista, vive e lavora a Sigmen City. Svolge il ruolo di joat di linguistica presso l'Università della città. Ma come si apprende sin dalla prima riga dell'incipit, l'unica cosa che vorrebbe fare è fuggire, scappare via, da un regime spietato, da una società religiosa-repressiva dedita al culto del Precursore Isaac Sigmen. Una realtà governata dalla Schiesa, una sorta di Stato-Chiesa, al cui capo ci sono Uzziti e Urieliti, una sorta di poliziotti e sacerdoti, che si occupano di controllare che ogni persona rispetti le regole. Regole ferree e spietate, basate su un libro, il Talmud Occidentale. Assurde. Per fare degli esempi? Anche solo per salire su un ascensore ci sono delle regole da rispettare: la precedenza va al rango sociale più alto. Bisogna pregare prima di svolgere dei compiti, compiere dei gesti ben precisi, anche per specchiarsi ci vogliono pochi minuti, i necessari per controllare se si è lavati bene. Si ha solo un quarto d'ora per prepararsi al mattino e la barba la puoi avere solo se appartieni alla Gerarchia più influente. Se pensiamo che al ritorno in casa ci sia un po' di riposo, ci sbagliamo. Hal ha una moglie - imposta dall'acai, il suo angelo custode che controlla tutti i suoi movimenti e pensieri - che è ormai troppo frigida, troppo rispettosa delle regole. Anche per fare l'amore, occorre seguire un determinato iter, al solo scopo di poter procreare. Uno di quei regimi dove la religione più puritana ti annienta dentro. Ah, e non dimentichiamo che ci sono anche libri e parole vietati!

In questa realtà assurda, Hal ha uno spiraglio di luce, che si presenta grazie a un invito a essere un volontario per un viaggio interstellare verso un pianeta lontano, Ozagen, che hanno scoperto essere abitato da forme di vita intelligenti che discendono dagli... insetti! Lo scopo? Conoscere e imparare la lingua e gli usi degli alieni, per poi procedere all'Operazione Ozagenocidio!

 

Durante un'esplorazione delle rovine di una città costruita 2000 anni prima su questo pianeta a opera di una razza di umanoidi ormai estinti, Hal incontra Jeannette. All'apparenza sembra una bellissima donna, quasi una ninfa della mitologia, vestita solo di due lembi di stoffa scuri a coprire le nudità, ma si accorge presto da quelle labbra di un color scarlatto naturale, che in verità non è del tutto umana. Lei gli racconta la sua storia e gli chiede di salvarla. Ed è così, che incurante dei dettami rigidi della società e della missione, lui decide di farlo e di portarla con sé a Siddo, la nazione più importante di Ozagen. Da lì inizia una relazione tra i due - cosa inammissibile! -, ma anche un mutamento nel nostro protagonista. Grazie all'amicizia con Fobo, un wog - alieno abitante del pianeta - e di Jeannette, Hal allarga i propri orizzonti e inizia a provare un profondo senso di ribellione. Di più non voglio dirvi.

Mi è piaciuto? Devo dire che a parte alcune cose, come parole che non ho ben compreso, o informazioni sulla società e del mondo creato che secondo me si potevano ampliare (ma ho poi letto che ci sono altri libri ambientati nello stesso contesto, anche se autoconclusivi), la mia opinione è sicuramente positiva. Complice il tema dell'amore, quel pizzico di tragedia, e una scoperta finale interessante, non mi è dispiaciuto per nulla! Certo, ci sono immagini per le quali ho provato un po' di disgusto, argomenti che invece mi hanno trasmesso molta curiosità.

La cosa bella di questo romanzo di fantascienza è che si pongono in primo piano le persone, anziché le macchine. Si affronta l'umanità, degli esseri umani che sono diventati sempre più vuoti, sempre più distanti. Addirittura non possono mangiare guardandosi negli occhi, e non si deve far rumore alcuno nel masticare. Eppure, proprio quella Jeannette, che del tutto umana non è - anzi, sul finale si comprenderà la sua vera essenza - dimostra più cuore di tutti. Anche lo stesso Fobo, un wog, riesce a far aprire gli occhi a Hal. Ho letto e si può di certo ritrovare tra queste pagine, che c'è anche il tema del razzismo. In effetti come sempre gli esseri umani si sentono forse un po' troppo superiori, e vedono nel diverso, nell'alieno qualcosa di squallido, inferiore, da annientare.

Farmer dà anche molto spazio a digressioni sulle diverse lingue parlate dai Wog o da Jeannette; oltre che ha spiegazioni varie sulla genesi di questi esseri alieni. Ci dà anche una spiegazione su come sia composto ora il mondo, sulla distribuzione degli abitanti e delle lingue parlate. Secondo me è un libro che racchiude molto di più di una semplice storia di umani e alieni, o di amore e diversità.

Per quanto riguarda il tema della challenge, gli alieni ci sono tutti: da un lato abbiamo Jeannette che non è del tutto umana, ma di cui non voglio rivelarvi altro. Dall'altro abbiamo i wog, gli abitanti di un pianeta in cui l'evoluzione ha seguito una linea diversa per arrivare a una creatura però molto simile all'uomo, anche se discendente dagli insetti. I wog hanno il corpo tondeggiante e arti magrissimi, una bocca a forma di due grosse V, una dentro l'altra. Hanno labbra gonfie e sporgenti; al posto dei denti fitte sporgenze ossee. La pelle, priva di pigmenti, è molto pallida, di un verde chiarissimo. Hanno due cuori, un naso molto lungo e privo dell'infossatura alla radice e nascoste nelle cartilagini del naso due antenne, organi dell'odorato. Belli, no? Sì, proprio.

Comunque, io ve lo consiglio.    

Il concetto di amore, come lei lo intendeva, gli era estraneo... un po' arrugginito, forse, se poteva esprimersi in quel modo. Avrebbe dovuto dargli una bella lucidata. Ma sarebbe riuscito a farlo, lo sapeva. Aveva tra le braccia una creatura la cui stessa natura, il cui istinto, la cui educazione stessa erano tesi verso l'amore.

         
  Gli-amanti-di-Siddo Gli amanti di Siddo, di Philip José Farmer Casa Editrice: Nord - Cosmo, Classici della Fantascienza Pagine: 251 Prezzo: / Traduzione di Riccardo Valla Voto: ♥♥♥♥              

hoka sapiens

 

Dimenticavo! Vorrei consigliarvi anche un altro libro per questo mese, sempre attinente agli alieni. È stato il mio esordio nel mondo della fantascienza, il primo libro che mi ha consigliato il mio ragazzo e che ho trovato adorabile e divertente. Hoka Sapiens di Poul Anderson e Gordon R. Dickson della collana Urania. Simili a buffi orsacchiotti alieni, mi hanno trasmesso allegria e dolcezza. Piccoli e folli, gli Hoka che cercano di copiare ogni cosa umana, dai libri, ai film. Vi invito a scoprirli! Qui avevo lasciato la mia breve recensione.

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