Nevernight. Mai dimenticare, Jay Kristoff - Recensione

12 Aug 2019

Libri

   

Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. E mai dimenticare.

Quando Mondadori (Oscar Vault) mi ha consigliato e inviato i pdf della trilogia di Nevernight, sono rimasta sorpresa. Non la conoscevo, né me l'aspettavo.

Da amante del fantasy, però, ho voluto provare a leggere almeno il primo capitolo, per comprendere se potesse essere in linea con i miei gusti personali. Negli ultimi tempi il mondo letterario del genere fantasy mi sembra tutta una copia dei grandi classici - o comunque dei libri più famosi (vedi Il Signore degli Anelli, Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ecc.), ed è per questo che ho sempre un po' paura di rimanere delusa.

Eppure, con il primo volume di questa trilogia, “Nevernight. Mai dimenticare” ciò non è successo. Sono stata rapita, coinvolta, tanto da non riuscire a interrompere la lettura, e non mi sono spesso accorta del trascorrere delle ore.

Nevernight è una trilogia fantasy che però è rivolta a un pubblico più adulto per i temi affrontanti. Si parla di assassini, di una vera e propria scuola di formazione per soggetti che si dedicheranno poi alla morte, all'uccisione di altri esseri viventi, in maniera spietata, cruenta. C'è violenza, molta, c'è sangue, ma anche volgarità e contenuti sessuali espliciti. Non è un libro per gli stomaci più delicati - e in effetti temevo un po' questa lettura -, quindi il lettore è avvisato sin dall'inizio.

Scordatevi la gentilezza, i modi garbati, il linguaggio forbito. Solo per farvi avere un'idea del libro vi rimando all'incipit.

   

Spesso le persone si cagano addosso quando muoiono.  I muscoli si rilassano, l'anima svolazza via e tutto il resto... viene evacuato. Malgrado l'amore che il loro pubblico nutre per la morte, i commediografi di rado ne fanno cenno. Quando l'eroe spira tra le braccia dell'eroina, non richiamano l'attenzione sulla macchia che gocciola lungo le cosce o sul fatto che la puzza le fa venire le lacrime agli occhi mentre si china per dargli il bacio d'addio. Lo dico come avvertimento, o miei gentili amici, ché il vostro narratore non condivide tale freno. E se le sgradevoli realtà di uno spargimento di sangue liquefano le vostre interiora, sappiate che le pagine che avete tra le mani parlano di una ragazza che stava all'omicidio come i maestri alla musica. Che riservava al lieto fine lo stesso trattamento di un seghetto all'epidermide. 

       

Un esordio d'effetto, non trovate? Ma è stato anche il motivo che mi ha spinta a continuare. Perché come stile sicuramente mi è sembrato più originale di tanti altri.

 

Ma di cosa parla Nevernight? Quale è la storia a grandi linee?

Siamo nella repubblica di Itreya, in un mondo illuminato da tre soli che non tramontano mai. La reale notte, chiamata verobuio, avviene solo per un breve intervallo. Protagonista è Mia Corvere, una ragazza di sedici anni, che ha un unico desiderio: vendicare la morte della sua famiglia (suo padre, la sua bella madre, il suo fratellino). E per fare questo deve riuscire a entrare nella Chiesa Rossa, una scuola un po' particolare. Sì, perché gli insegnamenti svolti portano tutti a un solo fine: la creazione di assassini.

Qui i ragazzi hanno la possibilità di studiare varie “materie”: dal furto, all'arte nel combattimento con le lame, dalla conoscenza e uso dei veleni, alla manipolazione e seduzione. Tutte doti fondamentali per diventare una vera e propria Lama. Ma non tutti possono aspirare a un tale rango. I posti disponibili sono solo quattro. Ed ecco che pian piano scopriamo insieme a Mia che la scuola è sicuramente diversa da quella che possiamo pensare. Scontri, ferite anche gravi - che sono però curate e rimarginate da degli stregoni che manipolano carne e sangue, consentendo anche di mutare i volti e i corpi - e anche morti. Alcune sospette, altre causate da lezioni particolari. Si devono lasciare da parte l'amore o i possibili legami di amicizia che possono crearsi, perché ognuno dovrebbe lottare da solo, per arrivare allo scopo finale: ottenere un posto tra le Lame, e non ritrovarsi a diventare Mani, dei servitori. E ricordarsi sempre che spesso l'apparenza inganna.

Eppure si scoprirà ben presto che Mia riesce a conservare un po' di umanità, nonostante tutto.

 

Quando tutto è sangue, il sangue è tutto.

   

Mia è una protagonista molto particolare. Scopriamo sin da subito, infatti, che riesce a muovere le ombre. Lei è una Tenebris, e al suo fianco avrà sempre un amico, l'unico di cui può veramente fidarsi: Messer Cortese, un gatto fatto di ombre, che beve costantemente la paura della ragazza. Un elemento che personalmente ho veramente amato.

Riuscirà Mia a diventare una Lama? Ce la farà a vendicarsi di quegli uomini che le hanno spezzato l'infanzia, portando alla morte le persone a lei più care?

Mia dovrà mettersi alla prova, cercando di districarsi anche tra sentimenti che rischiano di incrinare il suo scopo, menzogne, scoperte, rivalità e lezioni e punizioni spesso estreme.

   

Ma questo è un mondo di senatori, consoli e Luminatii... di repubbliche, culti e istituzioni costruiti e gestiti quasi interamente dagli uomini. E in esso, l'amore è un'arma. Il sesso è un'arma. I tuoi occhi? Il tuo corpo? Sono armi. E ti danno più potere di mille spade. Aprono più cancelli di mille guerrieri ambulanti. L'amore ha spodestato re, Mia. Ha distrutto imperi. Perfino il nostro povero cielo riarso dai soli.

      dav          

Io non sono tra le persone che gridano al capolavoro, all'originalità totale, alla perfezione. Di questo libro in tanti ne stanno parlando, molti lo hanno amato alla follia. E io?

La mia opinione finale è sicuramente positiva. Non l'ho trovato del tutto originale, perché a tratti ricorda molto altri libri fantasy. C'è una scuola che per quanto oscura e terribile, può rimandare con il pensiero a Hogwarts. C'è la lotta tra vari ragazzi per ottenere i quattro posti tra le lame, che a me ha ricordato in un certo senso altri libri. Alcune scene, scelte, realtà mi sono sembrate molto scontate. Ci sono arrivata subito. Altre invece mi hanno molto, molto sorpresa, e spiazzata.    

Sarai una diceria. Un sussurro. Il pensiero che fa svegliare i bastardi di questo mondo madidi di sudore nell'illuminotte. L'ultima cosa che sarai mai, ragazza, è l'eroe di qualcuno.

     

Però, questo libro mi è piaciuto moltissimo. Come dicevo, mi ha tenuta incollata alle pagine, e non riuscivo proprio a staccarmi. L'autore ha uno stile sicuramente originale, e la capacità giusta di trovare il modo di mantenere viva la curiosità, in un continuo parallelismo tra eventi del passato e presente. Vuoi sapere cosa è successo da turbare così tanto le notti di Mia, come è arrivata a voler essere un'assassina, vuoi apprendere di più sulla sua vera essenza. Insomma, è davvero complicato interrompere la lettura, perché vuoi costantemente conoscere di più. Capire. Svelare misteri.

Altri motivi per cui lo consiglio e l'ho molto apprezzato sono il mondo che Jay Kristoff è riuscito a creare, e le note. Le due cose si collegano perfettamente. Sì, perché a piè di pagina ne troverete tante, ma non tralasciatele perché perderete la bellezza del libro e molti dettagli utili. Tra quelle note, infatti, l'autore spiega moltissimo del luogo, della storia, della società, della religione su cui si fonda tutto il mondo da lui creato. L'ambientazione è molto ispirata all'antica Roma e a Venezia, due città che amo. E molte volte mi sono ritrovata a ridere, per la sua ironia, il suo sarcasmo, il modo in cui si rivolge a noi, lettori, coinvolgendoci ancora di più con la vita, la storia, e le avventure di Mia. Quindi, leggetele con attenzione.

 

I libri che amiamo, ci amano a loro volta. E proprio come noi segniamo certi passi sulle pagine, quelle pagine lasciano il loro segno su di noi. Lo posso vedere in te, come sicuramente tu lo vedi in me. Tu sei una figlia delle parole. Una ragazza con una storia da raccontare.

     

Io, ad esempio, ho molto amato la leggenda di Aa, il Dio della Luce, il Sempre vigile e dei suoi tre occhi, i tre soli - Saan, Saai, Shiih -; del suo amore per Niah, la Dea della Notte e delle sue figlie e del figlio, non voluto, che ha portato alla caduta della Mannaia, della dea alla quale gli assassini sono devoti. E di cui a quanto sembra c'è ancora molto altro da scoprire nei prossimi libri.

 

Mi piace quando si riesce a creare una struttura solida, un'ambientazione molto curata - belle anche le mappe -  e personaggi ben delineati e riconoscibili. Come spesso succede è facile affezionarsi ad alcuni di loro, odiarne altri. Mia, per quanto assassina, mi è piaciuta. Con le sue fragilità, ma anche la sua forza. La sua determinazione ma anche umanità che - almeno in questo capitolo - non perde. Il suo forte senso per la giustizia, e la volontà di vendicare le persone amate che le sono state sottratte all'età di 10 anni. È un personaggio dalle tante sfaccettature.

Accanto a lei mi sono piaciuti molto Tric, il ragazzo con cui vivrà diverse avventure ed emozioni, il suo mentore Mercurio, Naev, e naturalmente Messer Cortese (ne sono irrimediabilmente innamorata)! Anche se molti altri mi hanno affascinata moltissimo.

 

In definitiva, lo consiglio? Assolutamente sì! Ma tenendo bene a mente che non è un libro per tutti.

Presto leggerò sicuramente gli altri!    

Più brillante è la luce, più cupa è l'ombra.

   

La trilogia delle Cronache di Nevernight uscirà il 3 settembre per Mondadori, che ringrazio per avermi permesso di iniziare a leggerla in anteprima. Io mi sono innamorata delle copertine, e della cura che hanno messo in ogni dettaglio.

       
978880471795HIG-333x480 Nevernight. Mai dimenticare, di Jay Kristoff Casa Editrice: Mondadori (Oscar Vault) - Oscar Fantastica Traduzione: Gabriele Giorgi Pagine: 480 Prezzo: 20 euro cartaceo Voto: ♥♥♥♥+  
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