Carrie, di Stephen King - Recensione

27 giu 2019

Libri

 

Quella fiamma rende bene il calore percepito in questi giorni a Torino. Volevo uscire a fare un giro per negozi, ma francamente il pensiero di affrontare l'afa e di provare vestiti mi uccide. Quindi, si resta in casa cercando di non morire. Giuro che non voglio essere l'ennesima persona che sa solo lamentarsi, anche perché fino a poco fa io ero una di quelle che riusciva a sopportarlo in qualche modo. Quest'anno, complice anche il fatto che ora vivo in città, mi sento soffocare e ho una costante sensazione di stanchezza, anche se dormo, anche se non faccio poi chissà cosa.

Ma andiamo avanti e sfidiamo tutto ciò, scrivendo un'altra recensione!  

Mi sono per troppo tempo tenuta distante dai libri di Stephen King, un po' perché da bambina ero rimasta traumatizzata dal film IT, un po' perché l'horror non è tra i miei generi preferiti. Ma da quando ho iniziato a concedergli una possibilità, sono rimasta così attratta dal suo stile diretto, a tratti volgare, ma allo stesso tempo in un certo modo divertente; capace anche di farti provare molta molta ansia, o comunque delle emozioni vere. Be', ora non ho alcuna intenzione di smettere. E presto o tardi riuscirò ad affrontare quel librone che è IT.

Qualche giorno fa ho concluso “Carrie” di cui abbiamo una splendida prima edizione di Sonzogno e mi è piaciuto moltissimo. L'ho divorato. Più che provare orrore, ho avvertito tanta tristezza e anche rabbia. E francamente non sono riuscita a condannare il gesto di Carrie, seppur orrendo. O meglio, diciamo che in un certo senso l'ho compresa. Anche se passa ben presto dal ruolo di vittima a quello di carnefice.

Carrie è una ragazza emarginata e bullizzata da sempre dai suoi compagni di scuola. Perché è diversa: è goffa, impacciata, ingenua, ignorante, si veste male, insomma, è considerata tra gli ultimi. Quelle persone che devono essere per forza di cose prese in giro, derise in maniera anche cattiva, a cui riservare gli scherzi più tristi e dolorosi. Incuranti dei loro sentimenti. La situazione per Carrie però non migliora neanche a casa. Sua madre, infatti, è una donna bigotta e maniaca, che vede nella figlia e in ogni cosa la presenza del diavolo. Sin dalla più tenera infanzia la tratta malissimo. La rinchiude in uno sgabuzzino, la picchia, la rimprovera in maniera eccessiva, vede in lei un'emanazione, una figlia del maligno. E non le ha insegnato nulla, se non la preghiera e l'invito a non commettere peccati. Ma è talmente ossessiva, che ammetto di aver provato più paura a causa sua, che per i gesti poi compiuti da Carrie.

    Carrie    

Il libro inizia con una scena molto triste: Carrie si trova con le sue compagne nelle docce dopo una lezione di ginnastica, quando all'improvviso del sangue scorre sulle sue gambe. Carrie non sa cosa significa. Non ha idea di cosa voglia dire la parola mestruazioni. Va in panico, crede di star morendo dissanguata, urla, piange, ma... anziché trovare da parte delle sue compagne un po' di comprensione, viene derisa, umiliata. Tutte le ragazze iniziano a bombardarla di assorbenti e tamponi, schernendola al ritmo di "Me-struo" e "Tam-pò-n-ati". Solo l'arrivo dell'insegnante permetterà la fine di questo delirio, ma... sarà solo l'inizio di una scia di sangue che porterà a una vera e propria “esplosione” finale. Perché Carrie è davvero diversa. Carrie è telecinetica, sa muovere gli oggetti con la sola forza del pensiero. Sin da quando era bambina. Proprio per questo sua madre ha tentato più volte di porre fine alla vita di quell'essere maligno.

Un giorno, però, Sue, una delle ragazze mossa forse da un gesto di pietà o rimorso per quell'atto crudele, decide di chiedere al suo fidanzato di portare Carrie al ballo di fine anno. Un gesto gentile, nel - vano - tentativo di cercare di non far sentire più la nostra protagonista una misera emarginata. Carrie inizialmente si sente presa in giro: come può il ragazzo più popolare della scuola chiederlo proprio a lei? Ma poi, accetta. Si oppone alla madre e inizia anche a esercitare il suo potere, a controllarlo meglio, in modo da difendersi anche dalla donna che ama ma che non sopporta, poiché le impedisce di vivere, di essere un'adolescente come tutte le altre, con i suoi sogni e i suoi desideri.

Al ballo, Carrie sembra provare una parvenza di felicità. Per qualche attimo non si sente più diversa. Inizia a sperare di poter avere un'esistenza differente, nuova. Fino a quando, uno scherzo ben più crudele degli altri romperà del tutto il suo equilibrio psichico portando a una tragedia impossibile da fermare e che coinvolgerà tutta la città.

Come dicevo, non sono riuscita a disprezzare Carrie, nonostante il suo terribile atto finale - che vi invito a scoprire -. Perché Carrie è figlia del bigottismo religioso, di una donna ossessionata dal concetto di peccato, ma anche colpita da una società che mette ai margini le persone considerate diverse e che non fa nulla per aiutare, salvare una vita. Gesti di amore, comprensione e gentilezza, avrebbero forse impedito l'uso malsano di un potere così forte. Tutti conoscono la sorte di Carrie, ma nessuno fa nulla.

I temi forti sono quindi: il bullismo e il fanatismo religioso.  Elementi che possiamo trovare sempre, in ogni società ed epoca. Io ammetto di aver odiato la madre. Donna che mi ha fatto provare anche molta ansia. Non sopporto le persone ossessionate dal concetto di un Dio e di come ogni cosa sia un peccato: dal sesso, al sangue mestruale, all'essere svestiti, o via dicendo. Sono sintomi di una mente malata. Del resto, una madre che tenta di uccidere più volte la propria figlia, non può essere definita una brava persona, no? Dall'altro non si possono sopportare neanche i ragazzi (o meglio le ragazze) che vanno a colpire sempre le persone apparentemente più deboli. Senza mai un minimo di comprensione, un atto di gentilezza. Bullismo sempre presente, che fa paura e scatena rabbia. E che spesso deriva anche da genitori poco presenti o che concedono un po' troppo ai propri figli e li difendono anche quando sbagliano.

Carrie è il primo libro scritto da King. Il suo esordio, e che esordio! Lo stile si riconosce subito. E a me, è piaciuto proprio tanto. King ha la capacità di incuriosirti tantissimo, anche se sin dalle prime pagine ti svela il finale.

Più che un romanzo horror, io l'ho visto come un libro più psicologico e sociale, analizzato da più punti di vista: da quello di Carrie, ad estratti di relazioni relative al caso, referti medici, interrogatori di poliziotti, dal libro di Sue e altro ancora. Un variare di registro che permette anche di conoscere il passato della protagonista e di sua madre.

Continuerò a leggere altro di lui. Perché merita, davvero. E io sono stata una vera sciocca a tenerlo lontano da me per tutto questo tempo.

Ve lo consiglio.


carrie Carrie, di Stephen King Casa Editrice: Sonzogno Pagine: 174 Prezzo: / Libro in Prima edizione trovato online. Voto: ♥♥♥♥♥
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