
E allora si dovrebbe cercare di guardare al passato, per ricordarci dove può sprofondare l'orrore umano.
Ricordare, per comprendere. Come fa Lydie Salvayre in questo suo meraviglioso testo, Non piangere, che unisce insieme altre due voci alla sua: la lingua sbilenca e zoppicante di sua madre, Montse, che ricorda l'estate radiosa della sua esistenza, dove si è sentita libera di essere sé stessa e amare con tutto il suo cuore; e quella più secca e graffiante dello scrittore francese Georges Bernanos che, invece, è testimone dell'orrore commesso dalle forze nazionaliste guidate da Franco con l'assurda complicità della chiesa cattolica.
Oggi è il 25 Aprile, Anniversario della Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo.
Una data importantissima per il nostro Paese, a cui secondo me dobbiamo dare tutti il dovuto rispetto.
Sono stata fortunata nella mia educazione per due motivi: alle elementari la mia maestra di Italiano ci spinse a fare un progetto proprio sul tema della Resistenza e lo ricordo ancora con affetto. Forse è nato proprio in quel momento il mio interesse per certi argomenti, non facili, no di certo, ma importanti. Ricordo che in classe arrivò anche un partigiano pronto a narrarci la sua storia, la sua lotta, le tante perdite, i dolori, le lacrime di commozione al ricordo.