Elizabeth Gaskell è un'autrice che apprezzo molto, e che leggo sempre con piacere. Mi aveva molto colpito un piccolo volume pubblicato da Caravaggio Editore, perché si parla di fiabe e favole, un tema che personalmente trovo sempre molto interessante. Ed è per questo che ho deciso di acquistarlo e leggerlo qualche tempo fa: del resto è davvero una lettura che scivola via in pochissimo tempo, neanche un'ora, una piccola coccola da intervallare a romanzi molto più corposi.
Oggi vi consiglio “Curioso, se fosse vero” una delle ultime short story gotiche dell'autrice, dove con una sottile ma evidente ironia va a mostrare, tramite caricature ispirate ai modelli di famose fiabe, favole e storie folkloristiche, la tipica società vittoriana, con la sua superficialità, i pregiudizi, e i difetti.
Ampio, imponente, e scuro era il suo contorno contro il buio cielo notturno; c'erano torri rotondeggianti e tourelle e cose del genere che svettavano meravigliosamente nell'offuscata luce stellare.
Attraverso l'espediente di una lettera del protagonista Richard Whittingham, Elizabeth Gaskell ci trasporta in terra francese, in un'atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Richard è un gentiluomo inglese giunto in Francia, più precisamente a Tours, per fare delle ricerche sulla sua famiglia e discendenza. Nella sera del 18 agosto, quasi come in ogni fiaba che si rispetti, si smarrisce in un bosco, dove vaga fino a quando non vede un elegante château (castello) medievale, dalle finestre illuminate, come se fosse in corso una sontuosa festa. Curioso, si avvicina all'ingresso e, forse scambiato per un altro atteso invitato, può accedere tranquillamente nell'ampio salone dove moltissime figure abbigliate con abiti vittoriani - a tratti un po' bizzarri - si ritrovano a discorrere. Ed è qui che la realtà acquisisce la sfumatura del sogno, che il lettore e il narratore si ritrovano a chiedersi se sia tutto un frutto del sonno o meno. Infatti, diventa ben chiaro che siamo di fronte a diversi personaggi di fiabe e favole, soprattutto quelle di Charles Perrault, ma anche storie del folklore inglese. C'è, ad esempio, un'anziana signora dal dolce viso, ma dai piedi gonfi per colpa della vanità che l'ha portata a chiuderli troppo a lungo in calzature ristrette; o una dama che reca tra le mani delle rose, accompagnata da un marito di non gradevole aspetto. O ancora, un piccolo individuo cinico dai logori stivali; o una giovane donna splendida come l'aurora che riposa sul divano. Non manca la figura di una bambina-fantasma la cui visione sembra trasmettere un buon augurio. Sono solo alcuni personaggi, quelli che ho descritto, ma è indubbiamente interessante, curioso, e perché no anche divertente andare a indovinare le varie figure associandole alla giusta storia. O, se non le si conosce, viene sicuramente in aiuto l'apparato di note che la traduttrice, Miriam Chiaromonte, ha inserito. Altrettanto interessante è la prefazione, che svela quanto la data in cui il protagonista si perde in questa sorta di sogno, sia anche collegata all'autrice stessa. Non mi dilungo, perché se siete curiosi, potrete leggerlo voi stessi.
Che onesto, buon volto! Ma oh! Quant'era brutto! Eppure mi piaceva la sua bruttezza più della bellezza della maggior parte delle persone. C'era uno sguardo di patetica accettazione della sua bruttezza, e deprecazione dell'assai precipitoso giudizio altrui, nell'espressione del suo viso che stava positivamente trionfando.
In tutte le sue opere, o quantomeno tra quelle lette, la Gaskell inserisce sempre anche una critica o forse uno sguardo attento e ironico alla società del suo tempo. E anche qui, lo fa attraverso questo mondo di fiabe e folklore. Personaggi che raccontano via via la propria storia, o che sono presto pronti a criticare gli altri, o attaccati a un titolo molto più prestigioso, incuranti del modo in cui erano trattate dall'eventuale marito.
Come dicevo, è una breve storia che si legge in un soffio, ma che ho trovato molto interessante, anche andando al di là del valore letterario in sé: provate a prenderlo come un gioco. Andate a scoprire chi sono quelle figure, e magari anche voi sorriderete come me nel ritrovare storie e personaggi amati in una veste insolita. E alla fine ti lascia ancora con una domanda: ma è stato tutto un sogno?
L'edizione di Caravaggio editore è anche molto bella da vedere: oltre alla cura della traduzione di Miriam (che ho il piacere di conoscere), e alle note che aiutano forse a comprendere meglio alcuni aspetti che potrebbero sfuggire al lettore, c'è anche la presenza di alcune illustrazioni in bianco e nero. Un pregevole frammento letterario da collezionare.