Vardø. Dopo la tempesta, di Kiran Millwood Hargrave - Recensione

6 ago 2020

Libri

 

Credeva che in quel mare non potesse succedere niente di peggio, credeva che niente potesse rivaleggiare con la malvagità della burrasca. Ma adesso sa che è follia credere che il male sia solo là fuori. Era qui, in mezzo a loro, camminava su due gambe, emetteva condanne con lingua umana.  

 

Il tema della caccia alle streghe mi ha sempre colpita molto. Sin dalle superiori ho iniziato a far ricerche, letture, ad avere una certa consapevolezza di quella tragica pagina nera della Storia - che ha riflessi anche nella nostra attualità. Quando ho letto la trama di questo libro, ne sono rimasta irrimediabilmente attratta. Lo volevo leggere assolutamente, e ringrazio Maria, ufficio stampa di Neri Pozza per avermi inviato una copia digitale.

Avevo letto molto dell'Inquisizione e caccia alle streghe in Europa centro-meridionale e in America, in particolare a Salem, ma non sapevo nulla o ben poco della realtà “nordica”. Questo testo ci aiuta a comprendere come anche in un luogo apparentemente lontano dal mondo, la mano dell'Inquisizione sia arrivata a sopprimere donne, ma anche popolazioni indigene dedite a culti pagani.

 

Vardø è un'isola, il porto sembra un morso staccato da un lato, per il resto la costa è troppo ripida o troppo rocciosa per mettere in mare le barche. Maren ha conosciuto le reti prima ancora di conoscere il dolore, le intemperie prima di conoscere l'amore. D'estate le mani di sua madre scintillano di squame di pesce, i filetti appesi fuori a salarsi ed essiccare come fasce per neonati, oppure avvolti in pelle di renna e sepolti a fermentare. Pappa diceva sempre che era il mare a dare forma alla loro vita. Hanno sempre vissuto per sua grazia e per grazia sua sono morti. Ma la burrasca l'ha reso un nemico e discutono brevemente di andarsene.

 

vardoVardø, dopo la tempesta, di Kiran Millwood Hargrave riprende un fatto storico realmente accaduto, creando un intreccio narrativo che appassiona, fa riflettere, ma anche commuovere. Vardø è conosciuta come la capitale delle streghe della Norvegia. Qui, infatti, nel 1617 accadde un evento insolito e terribile: una burrasca improvvisa colse impreparati tutti - o quasi - gli uomini della cittadina, e di loro tornarono indietro solo i loro corpi privi di vita, lasciando le donne senza mariti, figli, compagni, fratelli. Questa diventa la chiave di volta per instaurare dei processi di stregoneria, accusando - come sempre senza prove e in modi alquanto assurdi - le donne di aver causato la tempesta, con l'aiuto del Diavolo.

Da questo fatto storico, l'autrice ci racconta la storia di queste donne. È la vigilia di Natale quando gli uomini perdono la vita, in quella tempesta improvvisa, nelle gelide acque del mare nordico. Le loro mogli, compagne, sorelle e figlie, ferme sulla riva osservano la tragedia, impotenti. Recuperano i loro corpi. Restano per qualche tempo chiuse nel loro dolore. Eppure, capiscono che devono reagire, farsi forza, cercare di trovare il coraggio di compiere quello che prima facevano i loro uomini. Devono affrontare proprio quel mare che ha portato loro via l'amore, per poter sopravvivere, cercare il cibo, andare avanti. Anche se è alquanto insolito per l'epoca che siano le donne a compiere certe attività. Tra di loro c'è Maren, una ragazza di vent'anni, che ha perso padre, futuro marito e fratello; alle prese con una madre che cova odio sempre più profondo contro la nuora e sembra farsi opprimere dalla follia del dolore, e Diinna la moglie incinta di suo fratello. Una Sami, una discendente dei nativi spregiativamente chiamati Lapponi e per questo guardata male da molte delle altre donne e dal pastore che arriverà sul luogo.

Tra le donne spicca anche Kirsten che ben presto prende le redini del gruppo. Uno dei personaggi che resta più impresso, per la sua forza, il suo coraggio, il suo farsi rispettare anche dagli uomini. Kirsten non ha paura di indossare i pantaloni, di andare a pescare, di sventrare gli animali, di compiere tutte quelle azioni forse più maschili. Dimostra forza, nasconde il suo dolore.

 

Maren rimane a guardare mentre la parola si propaga fra le donne riunite, come una corrente. Una dopo l'altra puntano il dito, l'odio così manifesto e terribile sulle loro facce che il respiro le si blocca in gola.

 

L'equilibrio che riescono a ricostituire le donne insieme è però minacciato da un imminente arrivo: a seguito di un editto contro la stregoneria emanato dal re di Danimarca e Norvegia Cristiano IV, un funzionario scozzese è destinato a raggiungere proprio Vardø, pronto a indagare su presunti sospetti di stregoneria e a tenere tutto sotto il suo controllo. Il sovrintendente Absalom Cornet, un terribile personaggio distintosi in passato per aver mandato sul rogo diverse donne accusate di essere streghe, giunge nel villaggio insieme alla sua giovane moglie, Ursola - detta Ursa. Costei non ha mai veramente conosciuto la vita al di fuori della sua dimora. Non sa gestire una casa, non sa neanche cosa sia l'amore - e di certo, il suo neo-marito non glielo dimostra. Ma l'arrivo a Vardø, dopo un attimo di smarrimento, la pone davanti a un mondo nuovo, a una diversa realtà, a possibili legami che la porteranno a maturare.

 

Nemmeno la disapprovazione materna potrebbe tenerla lontana da quella casa, da Ursa. È la prima amica che Maren riesce ad avere da anni, e la durezza della vita a Vardø non l'ha ancora guastata. Anche prima della burrasca, nessuna di loro aveva la sua dolcezza.

 

Ma cosa accadrà?

Ho amato molto questo libro per vari motivi. Innanzitutto perché, a mio modesto parere, l'autrice è riuscita a rendere omaggio a una vicenda storica davvero tragica e forse poco conosciuta. Non si limita a narrare solo gli atti contro la presunta stregoneria, che appaiono concretamente solo nella terza parte, ma a descriverci una realtà di cui sapevo poco. Ci fa accedere alle piccole e curiose abitazioni del villaggio, con poche stanze e poco spazio. Ci fa entrare nel loro mondo, conoscere i sentimenti di quelle donne, la loro forza, ma anche la loro fragilità; i loro legami, ma anche l'invidia e l'ossessione religiosa che annebbia la mente. Senti sulla pelle il freddo di quella landa nordica, avverti quasi l'odore forte delle carcasse degli animali, quello del pane appena sfornato, la forza impetuosa del mare. Non ho amato moltissimo lo stile essenziale, ma... ci sono immagini molto potenti, evocative, che ti fanno sembrare di essere proprio lì, tra quelle donne. Vedi le dita puntate contro le presunte streghe, sei lì a respirare il fumo e l'odore acre e terribile della carne che brucia sul rogo, ma avverti anche la forza dei legami, l'amore che pian piano sboccia nonostante il terrore. Un amore impossibile, che viene dipinto da giochi di sguardi, piccoli gesti, sentimenti soffocati, ma che poi emerge quasi sul finale. Soffri anche tu davanti alla sofferenza fisica, ai dolori, alle torture ingiustamente inflitte a quelle donne; o anche alla violenza di un marito che vede nella propria moglie solo un involucro per saziare la sua voglia o per generare figli.

 

Non l'avrebbe mai immaginata, quell'oscura cognizione che tutte le mogli sono costrette ad acquisire: i mariti squarciano per sé uno spazio dentro i loro corpi.

 

È una storia antica, ma anche attuale. Una storia sulle donne, per le donne, ma che anche gli uomini dovrebbero leggere. Un romanzo che ancora una volta mi fa riflettere sulla crudeltà, sulla capacità dei potenti e degli estremisti di plagiare le menti più deboli, in nome di un Dio che sembra guidarli, portandole sotto la propria ala, facendo loro vedere cose non vere. Alcune donne lasciano che l'invidia emerga, la cattiveria le porta a tradire, ad accusare, a non accorgersi della follia a cui stanno contribuendo e nella quale rischiano di diventare a loro volta anche loro vittime. Si vede il marcio nel diverso. Chi non si attiene alle regole è etichettato male, va colpito, umiliato, torturato, ucciso. Chi continua a perpetuare religioni antiche è considerato un seguace del demonio. Ed ecco che le rune, o altri particolari oggetti di protezione, sono visti come segni di assoluta stregoneria. Interessante è anche la presenza - e per me conoscenza - dei Sami. Durante i processi alle streghe in Norvegia, furono uccise molte donne, ma anche uomini: una sorta di sciamani che intessevano il vento ed evocavano i morti con il suono dei loro tamburi. Una comunità per me affascinante, di cui sono curiosa di leggere di più.

 

«Cos'hanno fatto i lapponi?» «Non è tanto quello che hanno fatto, quanto quello che sono per nascita. Stregoni».

 

Ogni volta che leggo di questi temi mi domando: ma appartengono davvero solo al passato? E la triste risposta che mi do, è un brutto no. Forse le streghe non vengono più arse sul rogo, ma le donne vengono ancora umiliate, usate, disprezzate, uccise. I diversi sono ancora oggi emarginati, allontanati, visti come dei reietti della società. Le culture diverse, anziché comprese, vengono viste male. Quindi, è davvero cambiato qualcosa?

 

«Ucciso una donna?» ripete lui, come incapace di dare un senso a quelle parole. «No, no...» Scuote la testa come per scacciare una mosca. «Ho processato una strega, moglie. È stata condannata a morte dal tribunale del mio paese. Era colpevole, agli occhi della legge e agli occhi di Dio. “Non lascerai vivere la strega”. È Dio che lo ordina.»

 

Non ho dato il massimo nel voto solo per motivi puramente soggettivi e di gusto: non sempre ho amato lo stile, pur trovando immagini molto potenti, e il finale resta forse un po' in sospeso. A mio avviso, poi, la storia d'amore non era del tutto necessaria, anche se ha un motivo. Diciamo che ci si poteva anche limitare a un'amicizia. Tuttavia, non è melensa, né eccessiva. Quindi può, almeno secondo me, essere apprezzata anche da chi non cerca troppo sentimento nelle pagine di un romanzo storico.

È un libro che consiglio, soprattutto perché dà un ritratto molto preciso di una realtà storica di cui si sa poco. E poi in più di un'occasione è riuscita a farmi provare emozioni molto forti: dalla rabbia, all'ammirazione per la forza e il coraggio di queste donne, alla commozione - in dei momenti avevo davvero gli occhi lucidi -.

Leggetelo. E magari, se vi va, cercate di conoscere un po' di più il tema. Le voci di queste donne - ma anche uomini - ingiustamente torturati e uccisi vanno ricordate. Per sempre.

 

... continua a risuonare il sibilo, l'urlo, lo strillo acuto di Strega! Strega! Strega! In quella folla ci sono soprattutto persone venute da fuori, che urlano contro una donna che non conoscono, che non ha mai fatto loro alcun male.

       
Vardo. Dopo la tempesta 01 (1)Vardø. Dopo la tempesta, di Kiran Millwood Hargrave Casa editrice: Neri Pozza Traduzione di: Laura Prandino Pagine: 336 Prezzo: 18 euro Anno di pubblicazione: 2020 Voto: ♥♥♥♥.75
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