Come sempre la presentazione è stata molto interessante, ma soprattutto è stato bello ascoltare la voce dell'autore, conoscere un po' di lui, e di come ha scritto i suoi libri. Come ho già fatto per la presentazione del libro di Valeria Luiselli, cercherò di riportarvi un po' quanto si è detto, quanto mi è rimasto.
Iniziamo subito, senza perderci in troppe chiacchiere.
A dialogare con lui c'era Federica Manzon, con letture di Anna Montalenti e traduzione di Sarah Cuminetti.
Un dolore così dolce parla di un'estate, quella del 1997 e di un primo amore. Ma anche di molti altri aspetti che riguardano le relazioni umane, l'amore per il teatro e l'importanza della musica e dei ricordi. Un'estate significativa che possiamo avere avuto tutti, quella che segna un prima e un dopo nella nostra vita. Quella del primo amore, magari, che è il centro e il motore di questo libro. Ci sono anche altre chiavi di lettura: il tempo, la memoria, la società in cui si vive, quello che siamo, le relazioni con gli amici e i genitori.
La storia è quella di Charlie, un ragazzo che non si è mai distinto in nulla, di quelli che non ha avuto mai modo nel bene o nel male di essere ricordato. Charlie aspetta, quindi, una svolta che lo faccia uscire da questa sorta di nullità, portandolo a definire finalmente la propria personalità, identità. In questa ricerca, incontrerà Fran, che gli proporrà di far parte di una compagnia teatrale che ha deciso di mettere in scena la storia d'amore più conosciuta e convenzionale: quella di Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Quali sono quindi i temi principali del libro? E come ne è stato narrato durante questo incontro?
Il primo amore
Nel libro di Nicholls il primo amore ha a che fare con la performance, con la recitazione di un ruolo. Charlie non vede l'ora di innamorarsi, ma quando si innamora recita una parte, vuole apparire come uno di cui valga la pena innamorarsi. Tutto questo, però, non rende meno sincero il suo amore per Fran. Il primo amore, essendo qualcosa di unico, una cosa del tutto nuova che bisogna capire come affrontare, è narrato quasi come una commedia, c'è quel pizzico di divertimento, di sincerità e di preoccupazione per come appari all'altra persona, quella volontà nel presentarsi nel modo migliore possibile. La storia di Charlie e Fran ha come sfondo una rappresentazione teatrale: quella di Romeo e Giulietta di William Shakespeare, che racchiude tutti quegli elementi convenzionali tipici del primo amore, del colpo di fulmine, di quell'amore al primo sguardo. Nel caso di Fran e Charlie l'amore nasce e cresce un po' alla volta attraverso il dialogo, lo scambio di opinioni, imparando anche l'uno dall'altra, in modo opposto a quello convenzionale di Romeo e Giulietta dove i dialoghi sono molto pochi. TitoloL'autore ha sempre amato moltissimo Shakespeare, in particolar modo le commedie che riescono a toccarci molto nel profondo. Nicholls ha anche ammesso di aver pianto di più nel vedere le commedie, rispetto alle tragedie, perché nelle prime c'è un qualcosa di molto umano, che tira fuori questa oscurità che caratterizza la dimensione umana, e ci sorprende e travolge. Ha sempre trovato Shakespeare molto appassionante, molto accessibile, e il suo tentativo è stato quello di riprodurre nel suo libro lo spirito delle commedie del Bardo inglese, donando soprattutto una dimensione lirica, pastorale che si può trovare, ad esempio, all'interno di Come vi piace.
È il primo libro che ambienta in un contesto di campagna, e voleva cercare di prendere spunto da questo elemento lirico, poetico.
Il titolo inglese è Sweet Sorrow - un passaggio tratto da Shakespeare 'Lasciarsi è un dolore così dolce' -, un termine che è anche entrato nel parlare comune in Inghilterra. Inizialmente aveva pensato a un altro titolo: Summer, poi si è imbattuto in questa frase. La dolcezza del dolore... dolcezza e tristezza sono il mood che voleva ricreare con la sua storia. È incredibile, ha aggiunto, come un testo scritto 450 anni fa, possa ancora oggi riflettere quello che vuole dire.
TeatroNel libro, come già detto, c'è una compagnia che vuole mettere in scena un'opera di Shakespeare, in modo da farlo conoscere anche ad altri ragazzi. Ma che rapporto c'è tra teatro ed arti e la società inglese?
Nicholls ha detto di essere molto preoccupato per la situazione della cultura e delle arti in generale, perché in Inghilterra tutto ciò è diventato un po' un lusso, qualcosa che solo le classi più elevate - infatti è da lì che provengono i nomi di artisti più famosi - possono imparare nelle scuole private. I giovani d'oggi, a differenza della sua epoca, non possono più apprendere le arti nelle scuole pubbliche. Eppure, la cultura è importantissima: ci può cambiare, ci aiuta ad avere più fiducia in noi stessi. Stare su un palco davanti a un pubblico, infatti, può aiutare ad accrescere la propria autostima, a interagire con i colleghi e collaborare con gli altri, e aiuta a comprendere quanto ognuno di noi abbia il diritto di essere creativo ed esprimersi in un certo modo. E tutto questo discorso si riflettere nel libro: Charlie, infatti, all'inizio pensa che questa storia della rappresentazione di Shakespeare appartenga solo alle classi più elevate, ma pian piano cambia idea.
Per quanto riguarda la sua esperienza personale con il teatro, Nicholls lo ha fatto per ben dieci anni, ma ha ammesso - tra le risate - che faceva pena. Però gli piaceva moltissimo recitare, ed essendo l'unico maschio disponibile - tutti gli altri lo ritenevano una cosa da ragazzine - gli davano tutti i ruoli più importanti, portandolo a convincersi di essere bravo. Amava moltissimi aspetti del teatro, dallo spirito cameratesco, all'intensità di trovarsi su un palcoscenico. A vent'anni ha recitato in diversi teatri inglesi, in ruoli minori: dal soldato, al servo, all'albero (!!!), o altri personaggi sullo sfondo, ma lo ha sempre fatto con una grande passione. Si pose però un termine: se entro i trenta anni non avesse sfondato in quel campo, si sarebbe dedicato ad altro. Così è accaduto. All'inizio ha lasciato la sua attività di attore per dedicarsi alla lettura delle sceneggiature, per poi passare all'editing e poi, con una certa fatica, ha iniziato a scrivere. Questa scelta è nata proprio durante una delle su ultime rappresentazioni teatrali, dove faceva il ruolo di sostituto: osservando la bravura degli attori, capisce di non essere capace di recitare davvero, ma anche quale fosse il lavoro più bello di tutti. Tale lavoro lo aveva chi scriveva il copione.
Capisce così che ama scrivere, creare un personaggio e una storia da zero, un dialogo che risulti coinvolgente, fruibile, e decide di mettersi alla prova per comprendere se esserne o meno all'altezza.
Scrittura
Oltre a scrivere libri, Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due nomination per i BAFTA Awards. Di recente è stato nominato per gli Emmy Awards per la sceneggiatura di Patrick Melrose, tratto dall'opera di Edward St Aubyn, I Melrose. Si tratta di due modi di scrivere diversi, che però ama per diversi motivi: da un lato apprezza molto l'elemento della solitudine (nella scrittura dei romanzi), dall'altro quello della collaborazione (sceneggiatura).Lavorare come sceneggiatore è vista come un'arte. Qui, c'è un approccio più editoriale: prima si crea una sorta di architettura, e solo dopo vi si inseriscono i dialoghi, l'ironia, ecc... In un adattamento per la televisione o il teatro, si prende qualcosa scritto da altri e lo si rielabora. Si tratta di un lavoro più collaborativo: tu, autore, scrivi una sorta di manuale di istruzioni, uno spunto, che poi gli attori e altri colleghi di produzione (tecnico luci, regia, ecc...) seguono o possono anche modificare. Ama tantissimo lavorare con gli attori che portano in scena quel testo che ha scritto.
Scrivere un romanzo è invece un'esperienza più personale, perché c'è molto più di te. Hai il controllo di tutto, puoi addirittura metterci draghi o eserciti di 20.000 persone senza aver problemi di budget, cosa invece impensabile in una sceneggiatura. Il romanzo, poi, è più diretto, sei tu che racconti una storia, che nero su bianco presenti al lettore una storia, mentre quando scrivi una sceneggiatura devi aggirare in un certo senso ostacoli, degli elementi che non renderebbero sullo schermo. Devi far passare la dimensione interiore del personaggio, non la puoi spiegare.Amicizia e rapporti con i genitori.
Sono due aspetti molto importanti nella vita di un'adolescente. A 16 anni, un ragazzo cerca di trovare se stesso, la propria identità e personalità, e questo significa spesso porsi in conflitto e netto contrasto con i propri genitori, ma allo stesso tempo inizia a rendersi conto che i genitori in quanto esseri umani hanno anche dei difetti. Questo può creare delle problematiche, e anche una certa distanza, che è necessaria ma anche dolorosa.
Dolore e tristezza che Charlie si trova a vivere: deve, infatti, fare i conti con un padre che soffre di depressione, ma non ne parlano mai. Charlie rifiuta completamente questa situazione, vorrebbe quasi non avere a che fare con suo padre. Anche Nicholls si è trovato molto distante da suo padre e non sono mai riusciti a riempire questo vuoto.
In Noi c'era un punto di vista opposto: un padre che voleva salvare suo figlio, tenere unita la loro famiglia. Qui, invece, c'è la visione del figlio che ha bisogno di andarsene ma che in qualche modo è costretto a fare i conti con la situazione.
Tempo
La storia è filtrata dall'adulto che ricorda i suoi 16 anni. Il suo tentativo è stato quello di raccontare una storia del presente ma soffermandosi sul tempo che passa e sui suoi possibili effetti. Perché il passato non resta al suo posto, dietro di te, ma può manifestarsi all'improvviso e con esso dobbiamo farci i conti.
Musica
Su spotify si può trovare la playlist creata in relazione al libro. La musica per lui è molto importante. Quando ha cominciato a scrivere, metteva su musica a palla. Era fondamentale per creare lo stato d'animo giusto per scrivere, per trovare tutta l'energia e la carica. Oggi no, ha bisogno di silenzio e concentrazione.
In Un giorno, c'è una scena in cui Dexter fa un'esperienza molto forte: rivela di averla scritta a penna, in maniera furiosa, con una musica altissima, totalmente preso dalla musica. La musica quindi è vitale e strettamente collegata alla prosa. Un giorno l'ha visto come una bellissima canzone pop, per Un dolore così dolce ha tratto ispirazione dalla canzone David's Last Summer dei Pulp. Ecco qui. È stato davvero bello esserci. I suoi libri spero di leggerli presto. Ve ne parlerò, sicuramente! A presto.