"On Writing" di Stephen King - Recensione

16 apr 2018

Libri

King.

Io non leggerò mai, King.

Dicevo. Ma oramai ho imparato che non si deve mai dire mai nella vita. Perché all'improvviso qualcosa succede e ti spinge ad andare oltre quel "mai". Sono una persona curiosa e, anche se dopo molto pensare, sono capace di andare oltre i miei dubbi e pregiudizi. Che poi nel caso del re dell'horror non sono stati i pregiudizi a frenarmi ma... la paura. Non amo molto il genere. Anche se da bambina vedevo molti film che ora, in modo assurdo non avrei il coraggio di rivedere. (Ma posso essere fatta così male?). E appunto, quando ero ancora molto piccola sono stata traumatizzata da IT. Ora, in molti dicono che il film non è come il libro (come spesso accade), però quel trauma ha molto bloccato la mia voglia di leggere le sue opere. Poi sono cresciuta. Durante l'adolescenza non amavo leggere libri con troppe pagine e quando ho visto proprio quel titolo a casa di un'amica mi dicevo "No, non potrei mai leggerlo". Gli anni sono passati e io ho iniziato a leggere volumoni, provando piacere nel tuffarmi tra tutte quelle mille e più pagine. Bene. Sempre coerente con il mio pensiero.

Fino ad arrivare a circa un anno fa, quando un amico mi ha consigliato di leggerli. Okay, lui lo ama alla follia, ma... alla fine mi ha convinta. Ho deciso di prendere uno dei volumi più "ridotti" e ho scelto Misery. La recensione la trovate sul mio vecchio blog, ma sto pensando di riportarne alcune qui, non per una voglia di creare copie ma per ampliare questo mio angolino virtuale, visto che il precedente ho scelto di lasciarlo. E sono rimasta sconvolta. Sconvolta dalla sua scrittura che mette davvero i brividi ma che apprezzo moltissimo. Sconvolta dalle sue idee - un tantino allucinanti -. Non riuscivo a leggere il libro di notte. Leggere un libro di King significa dover far i conti con la paura. Decisamente. Avevo i brividi nel leggere ciò che Annie faceva a Paul. Questa sua ossessione per l'autore, per il personaggio - Misery appunto - per i libri che amava. Questa sua pazzia allucinante. Quei gesti da voltastomaco. Ma insomma, se un libro riesce a donarti emozioni - belle o brutte che siano - per me è una lettura assolutamente consigliata!

   

Misery mi ha aperto il mondo di King e ora sono pronta - anche se ho paura! Fifona, fifona - a leggerne altri. Prima però mi sono buttata su un diverso libro. Un saggio scritto da King che lui definisce "il romanzo della sua vita, non perché sia un romanzo, ma perché la sua vita è scrivere". Può però essere preso come una sorta di manuale con consigli utili, con riflessioni sulla scrittura, sul linguaggio, con esempi concreti di come ha sempre svolto lui il suo lavoro, e pezzi della sua vita che lo hanno condotto verso questa direzione. King ha sempre amato scrivere, sin da bambino. E non ha mai smesso davvero di farlo.

   

Scrivo perché così mi sento realizzato. Lo faccio per la scarica di adrenalina, perché mi dà gioia e, proprio per questo, continuerei all'infinito. La scrittura non è la vita, ma talvolta può essere una specie di resurrezione.

   

IMG_20180110_155305_232.jpgOn writing, autobiografia di un mestiere può essere diviso in tre parti. Nella prima c'è una sorta di viaggio nella sua vita, da quando era bambino all'età adulta. Ci presenta scene della sua famiglia, della sua esistenza, con tutti i problemi e le piccole vittorie. Ci descrive il suo amore per la moglie, lettrice attenta e consigliera, sempre pronta a sostenerlo con obiettività e senza mezzi termini. E ci sono molti riferimenti alla nascita di varie sue opere. Ma anche i momenti bui dovuti all'abuso di alcool e sostanze. Poi c'è la parte centrale con un'attenzione per la scrittura e tutti i suggerimenti per scrivere bene. King oltre a dare consigli di stile e grammatica, consiglia anche di leggere tantissimo, perché è la cosa fondamentale e a tal proposito inserisce - alla fine - una lunga lista di libri che consiglia. La terza parte si focalizza su un avvenimento non facile, un incidente in cui ha rischiato di perdere la vita e che lo ha visto costretto ad arrestare un po' la sua vena creativa.

Per quanto riguarda la sezione centrale che si concentra sulla scrittura ci sono vari consigli da seguire e che io ho trovato davvero molto interessanti. Questo libro, infatti, è indicato più per quanti amano la scrittura, ma è anche un modo per conoscere un po' di più - forse - il re dell'horror. Stephen King.

King inizia esponendo quella che è per lui la cassetta degli attrezzi che ogni scrittore dovrebbe avere. Il più comune di tutti è sicuramente il Vocabolario, al quale si uniscono la Grammatica e gli Elementi di Stile. Tre punti fondamentali, ai quali poi va a unirsi quella sorta di magia che compare nel momento in cui ti fermi e permetti alle tue idee di prendere forma. King spiega anche di scrivere soprattutto la mattina, tenendo una media di dieci pagine al giorno, ovvero duemila parole in tutto. E che la scrittura è al suo meglio se è a metà tra gioco e ispirazione.  Scrivere equivale quindi anche a divertirsi, come se fosse un gioco continuo, un momento di felicità e non un lavoro pesante.

Per scrivere poi bisognerebbe ritagliarsi un angolo tutto per sé, dove poter chiudere la porta e allontanare le possibili distrazioni, soprattutto nella prima fase di stesura. Occorre darsi anche un obiettivo quotidiano: come ad esempio stendere almeno mille parole al giorno.

Nel corso delle pagine dà poi una serie di consigli, anche sulla base del suo lavoro, di quello che ritiene più giusto. Ve ne elenco alcuni che ho segnato:

  • Il vostro compito non è mettervi a caccia di certe illuminazioni, ma saperle riconoscere quando si presentano.
 
  • Scrivi con la porta chiusa, correggi con la porta aperta. Cioè all'inizio crei qualcosa per te, che poi però segue una sua strada nel mondo.
 
  • Scrivere è un mestiere solitario. Avere vicino una persona che crede in te costituisce un'enorme differenza. Non sono necessari tanti discorsi. In genere crederci basta e avanza. (King evidenzia più volte il ruolo fondamentale che ha avuto sua moglie Tabitha nel suo processo di scrittura. Lui scrive per lei. E in lei trova aiuto e sostegno, diretto e sincero).
 
  • Non accostatevi a una pagina bianca con leggerezza.
 
  • Ricordate che la regola fondamentale del vocabolario consiste nell'usare la prima parola che vi viene in mente, se è adatta ed efficace.
 
  • Lasciate perdere le forma passiva!
 
  • L'avverbio non è vostro amico.
 
  • Se volete diventare scrittori, dovete leggere e scrivere un sacco.
 
  • Se non avete tempo per leggere, non avete nemmeno tempo (o gli attrezzi necessari) per scrivere. Punto e basta. La lettura costituisce il nucleo creativo della vita di un autore.
 
  • ... scrivere di ciò che amate leggere. Scrivete ciò che vi piace, poi rendetelo vibrante e inconfondibile arricchendolo con le vostre esperienze di vita, amicizia, rapporti di coppia, sesso e lavoro.

King si concentra poi su quelle che sono le varie fasi dei romanzi o dei racconti: la narrazione, la descrizione e i dialoghi, fornendo anche qui sia consigli che esempi calzanti e interessanti. Sostiene che le storie prendano forma quasi da sole e che il compito dell'autore è dare loro un posto dove crescere. Pone quindi l'attenzione sulla scelta di un contesto, per poi pensare ai personaggi. Per King una buona descrizione deve catturare i sensi del pubblico e coinvolgerlo nella storia. E comincia con la visualizzazione di ciò che vogliamo che il pubblico sperimenti. King dice anche di non amare descrivere i connotati fisici, gli indumenti e le corporature dei propri personaggi, perché preferisce che sia il lettore stesso a immaginarli, grazie a quegli elementi che l'autore gli dona (Se vi spiego che Carrie White è una liceale emarginata dai compagni, con una brutta carnagione e un abbigliamento dimesso, confido che siate capaci di completarne il ritratto).

  • Il segreto di una descrizione valida sta nello scorgere lucidamente i dettagli per finire con una scrittura schietta, provvista di immagini non abusate e un lessico semplice.
 
  • Il dialogo dà la voce ai vostri personaggi ed è fondamentale per definirne le caratteristiche.
 
  • In tutte le vostre creature c'è un pezzettino di voi...

Per quanto riguarda la Revisione, King consiglia di fare due bozze e un ritocco generale. La prima bozza dovrebbe essere creata senza aiuti o interferenze esterni (scrivere con la porta chiusa). Conviene poi staccare per un paio di giorni, dedicandosi a qualche altro hobby, qualcosa di diverso, anche di nuovo. Lasciare il libro a riposare, anche fino a sei settimane, per poi riprenderlo in mano, ancora con la porta chiusa e armati di matita e bloc-notes. Qui inizia il primo lavoro di pulizia, sistemando gli errori di ortografia e le incongruenze. Completata questa fase, è ora di aprire di nuovo la porta e di mostrare il frutto del proprio lavoro a quei pochi amici intimi che possono suggerirti eventuali modifiche o problemi. Cercare il tuo "Lettore Ideale" che potrebbe scorgere elementi sbagliati che non hai notato o darti spunti i più.

  • Eliminare il 10% della versione originale.

L'istante più spaventoso è sempre quello appena prima di buttarsi. Dopo di che, le cose possono solo migliorare.

 

Insomma, lo consiglio? Ovviamente sì! Ho adorato questa sorta di manuale sulla scrittura e sono stata felice di leggere la voce di King, di conoscerlo un briciolo di più. E questa lettura è stata un'occasione per me per trarre insegnamenti utili nel caso mi deciderò a buttarmi di nuovo in mezzo alle mie storie, ma anche un'occasione per spingermi sempre di più a voler conoscere le sue opere. Sì. Direi che sia ora di leggere molto di più su quest'autore.

Se amate scrivere e se amate King, non potete non avere questo libro nelle vostre librerie!

E poi, nella parte finale ci sono due lunghe liste di libri da leggere! Pronti ad aumentare i vostri desideri?

    Però mi spiace, Stephen. Io temo di avere un problema con gli avverbi!

41tStqt2ojL._SX318_BO1,204,203,200_ On Writing, autobiografia di un mestiere, di Stephen King Editore: Pickwick Traduttore: G. Arduino Pagine: 284 Prezzo: 9.90 euro

Voto: ♥♥♥♥

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