"Momo" di Michael Ende - Recensione

13 Mar 2018

Libri

Giorni non proprio felici, giorni in cui la pioggia e il maltempo non se ne vogliono andare e rischiano anche di guastarmi il weekend, piccoli sogni sui quali avevo fantasticato per ritrovare il sorriso perso. E allora trovo rifugio in quello che può farmi bene: le parole, il mio blog e un libro di cui parlare e condividere.

Oggi, in particolare, vi parlo della piccola, tenera, Momo di Michael Ende. Ebbene sì, lo stesso autore di quel prezioso libro "La Storia Infinita", che ancora una volta è riuscito a conquistare il mio cuore e farmi riflettere.  

Se dovessi riassumere in poche righe Momo mi soffermerei sulla parola Tempo. E potrei aggiungere che, ancora una volta, quello che può sembrare un mero racconto per bambini in realtà è molto più adatto agli adulti, e alla loro vita sempre più frenetica, sempre con quella voglia di risparmiare il tempo, di correre, correre, spesso dietro a un lavoro e a delle regole imposte dalla società, perdendo molto, lasciando dietro di sé i veri valori, la vera bellezza della vita.

È un libro che dietro la fantasia di una bambina, Momo, e alcuni elementi fantastici, in realtà invita il lettore a fare una vera riflessione, con se stesso, con la società, con il tempo stesso, con la propria vita. Correre per restare al passo, lavorare sempre di più e in poco tempo per vivere. Ma poi, stai davvero vivendo? Una critica o forse un monito contro una società moderna dedita sempre più al consumismo, alle semplici "cose materiali", alla frenesia del vivere, perdendo di vista i valori più importanti, la felicità delle persone, quegli aspetti più "umani" che rendono la vita veramente degna di essere vissuta. La fantasia, l'immaginazione, l'arte, il contatto umano quasi si perdono, impedendo all'uomo di vivere le piccole cose che rendono la vita speciale.      

© Una Valigia Ricca di Sogni

 

Momo è una bambina speciale, di una tenerezza squisita. Vive in un piccolo anfiteatro, dopo essere sfuggita dall'orfanotrofio. Senza genitori, senza età. Momo "c'è sempre stata". Un esserino dall'aspetto un po' insolito e bizzarro, ma con un talento speciale: Momo sapeva ascoltare. Veramente.

 

«Quello che la piccola Momo sapeva fare come nessun altro era: ascoltare. [...] Ben poche persone sanno veramente ascoltare. E come sapeva ascoltare Momo era una maniera assolutamente unica. [...] E se qualcuno credeva che la sua vita fosse sbagliata e insignificante e di essere soltanto una nullità fra milioni di persone, uno che non conta e può essere sostituito - come si fa con una brocca rotta - e andava lì... E raccontava le proprie angustie alla piccola Momo, ecco che, in modo inspiegabile, mentre parlava, gli si chiariva l'errore; perché proprio lui così com'era, era unico al mondo, quindi, per la sua peculiare maniera di essere, individuo importantissimo per il mondo. Così sapeva ascoltare Momo!»

   

In breve tempo tutta la comunità fa amicizia con quella bambina unica, punto di riferimento per tutti. In modo particolare Momo sviluppa un rapporto più stretto con due persone all'apparenza molto diverse: un vecchio taciturno, Beppo Spazzino, e un giovane ciarliero, Gigi Cicerone e la sua sfrenata voglia di raccontare storie e inventare mondi. La vita scorre leggera e felice. I bambini sono liberi di sognare, di giocare, di sviluppare la loro fantasia, grazie anche all'intervento spesso silenzioso e attento della piccola Momo. E tutto sembra svolgersi nel verso più bello.

Fino a quando non entrano in scena i Signori Grigi: uomini dagli abiti grigi come ragnatele, con facce cenerognole e bombette del medesimo, triste, colore in testa. Quest'uomini fumano costantemente sigari color cenere e portano ciascuno in mano una cartella di cuoio. La loro presenza passa quasi inosservata, ma in realtà il loro compito è quello di sottrarre il tempo agli uomini, di spingerli a risparmiarlo e depositarlo nella cosiddetta Cassa di Risparmio del Tempo, e allo scadere del termine veniva - così dicono - ridonato loro con gli interessi. Tempo risparmiato, tempo rubato. Questa la verità.

Così le cose cambiano, tristemente.

La vita degli abitanti diventa sempre più frenetica, sempre più ossessiva. Sempre una corsa contro quel tempo che manca, di cui si ha bisogno. Lavoro, lavoro, lavoro senza un minimo di passione. Frenetico, tutto uguale, privo di quel qualcosa in più che possa provocare una sorta di piacere. Produrre il massimo nel minor tempo possibile, ecco ciò che era richiesto. L'influenza di queste figure va come a sottrarre quella linfa che rende veramente vivi. Ed è così che si eliminano quelle attività che possono costituire una perdita di tempo, anche tra i bambini: l'arte, la fantasia, l'immaginazione, il gioco, e altre attività sociali, di contatto.

     

© Una Valigia Ricca di Sogni

     

Tutti vengono influenzati negativamente dalla loro gelida presenza. Tutti, tranne Momo. La bambina costituisce così una sorta di pericolo per loro. Perché incrina il sistema che hanno costituito, perché non è facile bloccarla. Perché fa comprendere ai Signori stessi che la loro vita è in realtà triste e solitaria. Vacua. Vuota.

E ad aiutarla intervengono quindi la Tartaruga Cassiopea, capace di comunicare scrivendo sul suo guscio con lettere luminose e di vedere 30 minuti in anticipo il futuro, e l'amministratore del Tempo, Mastro Hora. Guidata da Cassiopea, infatti, Momo raggiunge la Casa di Nessun Luogo, dove scoprirà ogni cosa, dove potrà scoprire le Orefiori (che vi invito a scoprire da soli!) e dove ben presto troverà il modo di combattere i Signori Grigi. Con un atto di coraggio. Con un atto anche di amore.    

«No, Momo. Questi orologi sono soltanto un mio passatempo. Sono imitazioni molto imperfette di qualche cosa che ogni creatura umana ha nel proprio intimo. Perché come voi avete occhi per vedere la luce, e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell'arcobaleno per un cieco o il canto dell'usignolo per un sordo. Ma, purtroppo, ci sono cuori ciechi e sordi che, anche se battono, non sentono.» .

   

È una lettura bellissima che vi consiglio con tutto il cuore. Fa davvero riflettere. Un altro di quei motivi per cui credo sempre più fermamente che la lettura serva. Non solo come una mera passione, un voler trascorrere il proprio tempo libero, ma anche e soprattutto per aprire la mente, per rapportare spesso quella che è una sorta di favola alla realtà. Anche quei libri apparentemente rivolti ai più piccoli, sanno donare tantissimo agli adulti.

E nella nostra società forse dovremmo leggere più libri come Momo e fermarci un attimo. Rivedere quelle che sono le cose più importanti. E trovare anche il giusto modo per affrontare il proprio lavoro, le proprie attività, non diventando delle macchine atte a produrre unicamente, ma mantenere la propria anima, il proprio cuore, la propria passione. E cercare quella condivisione e quel contatto con l'altro, che può rendere davvero la vita piena e importante. Sì, una vera condanna verso quegli uomini grigi che ci invitano a fare, ma in realtà ci sottraggono un po' di noi.      
9516 Momo, di Michael Ende Editore: SEI Editrice Pagine: 254 Prezzo: 8, 26 euro Voto: ♥♥♥♥♥    
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