Quando muori resta a me, Zerocalcare

24 mag 2024

Libri

In verità questo libro non era nei nostri acquisti, quindi non pensavo di leggerlo così presto. Ma poi, l'ultimo giorno del Salone del Libro dei nostri amici ci hanno chiesto il favore di tentare di prendere la versione variant ed, essendoci riusciti, il giorno seguente mi sono sentita così attratta dalla trama che non ho saputo resistere. Nel giro di un'ora o poco più ho divorato questo nuovo volume di Zerocalcare, molto spesso per numero di pagine, ma anche intenso. Che dire... l'ho davvero amato. Non sono un'esperta dell'autore, avendo ancora letto poco dei suoi lavori, ma se c'è una cosa che apprezzo davvero della sua arte è la capacità di farti ridere tantissimo, ma allo stesso tempo far riflettere e sì, anche commuovere. Perché parlando di sé, della sua famiglia, di aspetti quindi più intimi, i suoi pensieri possono anche riflettersi in buona parte nelle nostre vite. E quando in una storia ti ritrovi, non puoi non sentirti particolarmente toccata. 

Ovviamente, come da titolo, sto parlando della sua ultima, splendida, “fatica”: Quando muori resta a me, pubblicato da Bao Publishing.

 

Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.






Quando muori resta a me è un fumetto molto intimo che Zerocalcare dedica principalmente a Genitore 2, ossia suo padre, con il quale ha avuto sempre un rapporto complicato, fatto di non detti, di difficoltà a elaborare ed esprimere le proprie emozioni. Questa incomunicabilità tra padre e figlio, in verità, scopriremo presto essere una sorta di catena che lega più generazioni. Di padre in figlio, di padre in figlio fino a Zerocalcare stesso. Seguiamo l'autore e suo padre in un viaggio in macchina verso un paesino sulle Dolomiti, dove si trova la casa di famiglia del genitore, e che ci porterà però non solo a scorgere quest'assenza di dialogo tra i due, ma anche indietro nel tempo: da un lato, ripercorrendo le radici dell'odio nutrito nei confronti della sua famiglia e che risalgono ai tempi prima della Grande Guerra, dall'altro a cercare di risolvere insieme a Zerocalcare un mistero che lo riporta alla sua infanzia. Un mistero legato a un mostro, mito dell'io bambino, ma che diventa anche un riflesso delle paure da combattere, dei sensi di colpa e di vuoto, verso una realtà da cui forse a volte ci sentiamo tutti un po' estranei e sopraffatti. La paura di perdere un rapporto, o quella di deludere perché la società ci vorrebbe tutti in un certo modo, tutti a seguire le stesse tappe di vita. E se non lo fai, sei quasi visto come un perdente, come una persona che non ha fatto veramente niente di importante nella sua vita. 

Ci sono quindi due aspetti che ho particolarmente apprezzato di quest'opera e nei quali mi sono ritrovata: da un lato questa mancanza di un vero dialogo tra genitori e figli, soprattutto verso il padre. In un certo momento, un'amica di famiglia fa capire a Zero che soprattutto gli uomini hanno una certa difficoltà a verbalizzare le emozioni. Zerocalcare e suo padre, infatti, provano un profondo affetto l'uno per l'altro, è evidente, eppure non riescono a comunicarlo in maniera adeguata. Sviano i discorsi, sembrano non ascoltarsi e innalzano muri, scappano, non affrontano il problema. 

Questo è un discorso che purtroppo mi tocca da vicino. A differenza di molte ragazze che sento avere un rapporto molto profondo con il loro padre, anche io - come Zerocalcare - ho spesso difficoltà a mostrare le mie emozioni, a dialogare concretamente con mio padre, pur sapendo di provare entrambi dell'affetto l'uno per l'altra. Nel mio caso, forse, è dovuto proprio a una difficoltà di caratteri che a volte rischiano di scontrarsi per poco. Diciamo che, però, la distanza ha aiutato un po'. 

Non mi addentro, ovviamente, in cose ancor più strettamente personali.




Dall'altro lato c'è un momento di smarrimento in cui Zerocalcare deve affrontare il suo mostro relativo a un altro aspetto della vita nel quale, a una certa età, tutti noi forse ci scontriamo: la paura di non star vivendo davvero la nostra esistenza, quella di aver perso delle tappe ritenute importanti. Come se, non avendo toccato certi punti, fossimo fuori dai giochi. L'autore si guarda allo specchio, ed è bellissimo il gioco tra il disegno tipico e il vero volto di Michele stesso. Un gioco di riflessi in cui sembra anche chiedersi: ma chi sono veramente io? Cosa sto facendo? Zero/Michele ha ormai quarant'anni e non ha messo su famiglia come molte persone che lo circondano. E prova anche una sorta di senso di colpa, perché forse non riuscirà mai a rendere i suoi genitori, nonni. Per fortuna una cara amica lo farà ragionare.

Ed ecco l'altro aspetto nel quale mi sono perfettamente ritrovata. Come dicevo, viviamo in una società dove se non percorri certe tappe di vita ti giudicano male. Devi studiare, trovare un lavoro serio, e mettere su famiglia. Se i figli non li vuoi o non puoi averli, ecco che sei etichettato male. Spesso arrivano anche parole assurde, soprattutto nei confronti delle donne. Sono quelle tipiche domande che non si dovrebbero mai fare, perché, come dirà Sarah, c'è una regola basilare da seguire: o li voleva e non gli sono venuti. E allora non gli devi rompere il cazzo. O non li voleva. E allora non gli devi rompere il cazzo.


Ed è qui che è scattato l'applauso. Purtroppo è qualcosa che sento profondamente, avvicinandomi - ahimé - anche io ai quarant'anni (oh, oh, ne mancano ancora tre però eh, andiamo piano!), e non avendo figli. Ogni volta è un continuo di domande e considerazioni che finiscono per farmi male. Forse la gente potrà anche non farlo con cattiveria, ma è sempre sbagliato affrontare un argomento simile, perché non sai MAI e dico mai cosa possa provare quella persona. Magari davvero non può averli e si è rassegnata, o forse li vuole ma si sente inadatta a essere madre (o padre), oppure ancora non li vuole. E tu chi sei per giudicare?

Insomma, come credo sia chiaro, è un fumetto che mi ha decisamente toccata. Al di là del piacere concreto di conoscere la storia intima di Zerocalcare, della sua famiglia, ma soprattutto del rapporto con suo padre, quando ritrovo dei pensieri comuni, provo davvero un trasporto totale nella lettura. 

E, come ho già detto, amo il suo modo di farti ridere tantissimo in dei momenti, e poi ritrovarti ad avere gli occhi colmi di lacrime un momento dopo. Diciamo che il finale - che non svelo - me lo aspettavo, ma mi ha fatto voltare le ultime pagine con gli occhi lucidi e tanta tenerezza nel cuore. 




Immagini © una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice
Ovviamente poi la copia è andata ai legittimi proprietari, ma sono felice di averla letta!

IL LIBRO

Quando muori resta a me
Zerocalcare
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 304
Prezzo: 24.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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