A babbo morto, una storia di natale. di Zerocalcare

4 Dec 2020

Libri

Non conosco così bene i lavori di Zerocalcare, questo è il secondo che leggo, quindi non sono un'esperta del suo mondo. Ma questo titolo mi ha molto incuriosita.
Dalla copertina può sembrare una perfetta storia natalizia, anche se già dal titolo si dovrebbe un po' riflettere. Un regalo di Natale, dunque? Secondo me sì, ma tenetelo lontano dai bambini. Però fatelo trovare sotto l'albero agli adulti. Perché unendo sapientemente un mix di ironia, sarcasmo, ma anche tragedie, critiche e tristi situazioni reali, può spingerci ad aprire gli occhi, allontanarci per un attimo dalla patina tutta dolcezza e allegria tipica del periodo, e riflettere.

Alle 19:15, i medici del Policlinico di Rovaniemi (Circolo Polare Artico) dichiarano il decesso di Babbo Natale, magnate dei giocattoli e padrone della Klauss Inc.

© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Babbo Natale è morto e a dover mandare avanti la grande azienda di famiglia sono rimasti Figlio Natale e Figlia Natale, che però non sembrano avere le doti giuste per riuscirci, anzi, portano anche eventuali scandali.
La situazione va a scuotere soprattutto i Folletti, gli operai, che vivono in condizioni lavorative pessime e che rischiano ben presto di venire licenziati. E da qui hanno inizio scioperi, lotte e scontri, e una serie di tragici eventi concatenati, che diventano anche un modo per dar voce agli ultimi, e far meditare su certe scelte e comportamenti assurdi dei potenti, oltre che sulla mancanza di giustizia.

Ma anche nello stabilimento Be.Fana, gestito da Betania Fana, le anziane rider non se la passano per niente bene.

Dal punto di vista grafico la struttura è molto semplice ma di grande impatto, a mio modesto pensiero: nella pagina sinistra troviamo una tavola con i colori di Alberto Madrigal, decorata con ghirigori e cornici natalizie nonostante le immagini siano anche molto forti da vedere, nella destra un breve testo con note e sketch sul fondo. La particolarità è che ricordano almeno nei colori una di quelle fiabe che si leggono ai bambini. Ma, sono intervallate poi da pagine in bianco e nero che si soffermano su fatti di cronaca che fanno riferimento a eventi realmente accaduti nella storia Italiana degli ultimi anni. Sta al lettore cercare anche di comprendere questi richiami, anche se alcuni sono molto evidenti. (Ammetto con assoluta sincerità che però io non sono riuscita a cogliere ogni dettaglio).

È un'opera che si legge in dieci-quindici minuti, e che sa regalare risate che hanno un retrogusto un bel po' amaro, accanto a momenti di profonda rabbia, commozione e riflessione. Si avverte l'ironia di Zerocalcare, in verità una forma di sarcasmo e cinismo, regalandoci così una sorta di fiaba oscura, se così possiamo definirla, che però non è adatta ai più piccoli. Ma agli adulti, decisamente sì.

Tutta la vita ha lavorato per questi signori! Tutta la vita! E ora me l'hanno ammazzato come un cane mentre chiedeva di lavorare ancora!!
E come lo spiego a lei? Eh? Che suo papà non torna più a casa... Cosa le dico?
Clementina papà è morto perché non voleva andare a rubare. Non era meglio rubare?

Zerocalcare fa riflettere molto sull'abuso di potere, sull'esercizio sbagliato della forza, sulle promozioni assurde di chi commette sbagli o addirittura uccide, sulle condizioni pessime degli operai, la mancanza di diritti; ma anche sull'esodo delle famiglie (rappresentate in questo caso dai folletti) che richiedono asilo altrove, sulla difficile integrazione in una nuova realtà, e altro ancora.

Impresse nella mia mente sono rimaste soprattutto tre scene: i cambiamenti di una società, rappresentata anche dai bambini stessi, che non apprezza più il valore delle piccole cose, di quegli oggetti creati con cura e abilità artigianale. Un folletto descrive le risposte dei bambini di fronte a un cavalluccio di legno come regalo. Una merda da poveri, lo definisce il bambino. Un nintendo sarebbe molto meglio, e poi chissà, magari anche altro.
Ma anche e soprattutto gli abusi di potere che portano alla morte di innocenti, il dolore delle famiglie, le proteste legittime e la verità che viene nascosta agli occhi di tutti. Per non parlare del lavoro delle befane rider, così anziane da non riuscire ad andare avanti.

Un racconto di natale, dunque? Diciamo che se cercate una storia pregna di dolcezza e amore, non la troverete di certo qui.
A babbo morto è un ritratto spietato, spiazzante, ma anche vero di quella che è la realtà spesso nascosta dai mezzi di informazione o dai potenti. Una sorta di denuncia sociale, che fa riflettere molto.

Inizi ridendo per alcune scene divertenti - penso all'altezza dei folletti simile a quella di Rita Pavone, o a un Twinky Winky -, e ti ritrovi con una sorta di macigno sullo stomaco nel finale, che ti fa quasi pentire di aver riso tanto.

Forse è quello che apprezzo di Zerocalcare, per quel poco che ho letto: la capacità di unire risate a momenti che possono turbare, ma anche far pensare. Un mix ben assortito di risate, lacrime, e riflessioni.

Quindi, lo consiglio. A tutti gli amanti di quest'autore, ma anche a chi ha voglia di un graphic novel che si legge in poco tempo, ma che lascerà di certo una traccia importante dentro di te.


A Babbo morto, una storia di Natale, di Zerocalcare
Casa Editrice: Bao Publishing
Colori di: Alberto Madrigal
Pagine: 80
Prezzo: 11 euro
Anno di pubblicazione: 2020

Voto: ♥♥♥♥

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