"Figlie di una nuova era" di Carmen Korn - Recensione

19 Nov 2018

Libri

 

 

 

 

 

Appartenevano a una generazione dannata, che aveva sopportato ben due guerre mondiali. Dopo la prima si erano riempiti di buoni propositi, ma non erano riusciti a evitarne una seconda.

 

 

Quando ho visto questo libro ne sono rimasta subito attratta. 
Non solo per la copertina dal sapore vintage - le copertine dei libri Fazi sono sempre meravigliose - ma soprattutto e - come ovvio - per la trama.
Una saga familiare, con quattro donne come protagoniste, durante il periodo tra le due guerre mondiali (dal 1919 al 1948).

Un romanzo storico, con donne forti, tutti ingredienti che adoro e che tento di trovare nelle mie letture.

Grazie alla Fazi, ho ricevuto una copia digitale del romanzo e ora eccomi qui a esprimerne i pensieri.

Siamo nel 1919 ad Amburgo e le quattro protagoniste ci vengono presentate durante il rituale mattutino del bagno. Da questa semplice immagine si capiscono subito le differenze tra di loro, non solo di ceto sociale ma anche di carattere. 


Henny è orfana di padre e vive da sempre all'ombra della madre che vuole il meglio per lei e che ha grandi aspirazioni per la figlia. Henny, vedendo una madre uscire con un bambino, una nuova vita, capisce subito quale sia il suo posto nel mondo: diventare un'ostetrica. Vedere, assistere e aiutare a quel miracolo della vita, dopo tutto lo strazio e il dolore che il primo conflitto mondiale ha portato. 

 

 

In quel momento aveva capito qual era il suo posto. Non sarebbe diventata infermiera, ma ostetrica. Avrebbe assistito al nascere della vita, dopo tutto il dolore e lo strazio che aveva avuto sotto gli occhi ogni giorno all'ospedale militare.

 


La stessa aspirazione ce l'ha la sua amica di infanzia, Käthe. Proveniente da una famiglia di condizioni più modeste, ha decisamente un carattere meno pacato e riflessivo dell'amica. Kathe è passionale e irruenta, non sa tenere a freno la lingua, e ha anche una grande passione per la politica, in particolare per il comunismo.


E poi c'è Ida. Viziata e altolocata, ha tutto, ma allo stesso tempo si sente quasi vuota, annoiata, come se le mancasse qualcosa. Si sente costantemente insoddisfatta, ed è per questo, che ben presto, cerca di trovare quella scintilla di vita ed emozione, andando con la domestica, la sempliciotta e alquanto sciocca Mia, nel quartiere cinese, dove incontra e si innamora perdutamente di Tian. Ma suo padre ha progetti ben diversi per lei: infatti, la "venderà" presto a un importante banchiere, Campmann, per ripagare i suoi molti debiti. 


Infine, Lina. Un'insegnante con aspirazioni più moderne. Indipendente e libera, ma anche molto anticonformista. Lina ha perso i suoi genitori che sono morti per fame e stenti pur di mandare avanti i loro figli, e si occuperà di suo fratello Lud, un sognatore. 

Quattro donne diverse, ma che la Storia farà ben presto unire.

 

Della felicità ci si accorgeva sempre quando ormai era troppo tardi.

 

Il romanzo quindi ci fa subito entrare nelle case di queste ragazze, come se osservassimo dal buco della serratura. Un romanzo corale, in cui si alterna continuamente il "punto di vista", dando voce non soltanto alle protagoniste, ma anche a colleghi, madri, padri, figli e amanti. Storie di vita quotidiana che si intrecciano con la Storia. Quella di una Germania uscita male da un primo conflitto mondiale che, almeno inizialmente, è colta da una dose di fiducia e di speranza in un futuro migliore, ma che pian piano, un anno dopo l'altro, piomba in un baratro peggiore del precedente, con l'ascesa al vertice di Hitler e delle sue terribili SS. 

 

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Tra i diversi temi spicca la Maternità, vista in maniera differente da ognuna delle protagoniste. 
Quello che traspare, sicuramente, è la volontà - protesa a una modernità - di non dover diventare madri per obbligo, ma per una scelta consapevole. L'aver figli non è visto come un qualcosa che si deve fare, a discapito di tutto il resto.  Non deve essere imposta, non deve bloccare le proprie aspirazioni di vita e di lavoro. 

Una nuova era è vista, a mio parere, anche in questo continuo legame con la modernità, appunto. Siamo ancora in un'epoca in cui le donne non hanno grandi poteri né diritti, eppure, le protagoniste di questo libro iniziano a fare delle scelte importanti che spesso possono scontrarsi con una realtà e una società che pian piano, dopo un'iniziale luce di speranza, piomba di nuovo in un'oscurità fatta di privazioni e leggi assurde. 
Le donne però iniziano a svolgere lavori anche al di fuori delle proprie case, cercando la propria indipendenza. Anche spesso andando contro il volere di una società maschilista, di un potere meschino, di una dittatura che impone leggi che vanno contro natura.

Si parla anche di omosessualità, in un periodo storico in cui era considerata quasi un crimine (non si deve dimenticare che anche gli omosessuali potevano finire in campi di concentramento, perché considerati contro natura). Questo tema lo vediamo in due casi: Lina, una delle protagoniste - e a mio parere tra i personaggi più belli -, dopo un amore passato per un professore di disegno che l'ha spinta ad amare profondamente l'arte, e una breve storia con un medico, capisce che il suo vero amore è Louise, un'attrice discendente da una famiglia di sangue misto (per metà ebrea). Lina una perfetta "Ariana" che "se ne frega" delle leggi dei Nazisti, restando fedele e proteggendo il suo amore. Per una donna. Per un'ebrea. Per tutto ciò che va contro l'ideologia della classe al potere.
Poi c'è anche Klaus, figlio di Henny. Che vi invito però a scoprire.

«Dice che la vita è troppo breve per rinunciare all'unico amore che ci è venuto incontro».

 


È un romanzo in cui si alternano continuamente luce e buio.
Un inizio lento, che permette di farci conoscere tutti i - tanti! - personaggi e l'ambientazione. Si scivola tra le strade di Amburgo, tra i suoi locali da ballo, o i suoi bar. Lungo i canali e tra foglie autunnali. Un inizio che dopo un periodo difficile e buio, porta nuova luce e la speranza di un mondo migliore, dove le donne possono lottare per i propri diritti e affermarsi anche professionalmente.
Ma poi il Destino mescola di nuovo le carte in tavola, e pian piano tutto crolla di nuovo, con l'ascesa al potere del Nazismo, che porta a nuove imposizioni, a ristrettezze, a paura e ritorsioni. A un odio sempre più crescente contro ebrei - molti personaggi lo sono - e oppositori politici. Non mancheranno scene che rattristano e mettono in pericolo personaggi che diventano presto "cari", come torture, campi di concentramento, ma anche paura delle bombe lanciate dagli inglesi che raseranno al suolo quasi tutta la città. 


Eppure, sul finale si apre un altro scorcio di luce. 
Io ne ho vista tanta nella vita che rinasce dalle macerie. In nuovi progetti, come l'apertura di una libreria, o nella nascita di un nuovo possibile amore fermato troppo presto da un destino sbagliato e scelte troppo frettolose. 
Ma c'è anche un finale che ti lascia con il fiato sospeso per la sorte di altri personaggi, di cui potrai sapere di più soltanto nel prossimo volume, e che ti fa venire voglia di averlo subito tra le mani.

Per mio gusto personale avrei preferito in dei momenti una maggior introspezione dei personaggi, e anche descrizioni più "emotive", ma mi sono accorta che anche attraverso l'uso di uno stile più asciutto, più "giornalistico", con frasi rapide e capitoli brevi, comunque viene trasmesso tanto.
Sicuramente ogni personaggio, sebbene tratteggiato con piccole e rapide pennellate, è distinguibile. Ognuno ha la sua voce, il suo carattere, i suoi pensieri. Ognuno ha i suoi principi, le sue scelte. E pian piano tutte le loro vite si intersecano, spinte dal vento della Storia.
Mi aspettavo anche una storia focalizzata soprattutto sulle figure femminili, ma in realtà spiccano e restano impresse anche - e a volte soprattutto - quelle maschili: Rudi, Lud, Landmann, Unger occupano presto un posto speciale nel tuo cuore.

 

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Non ho sempre amato Henny. Riflessiva, responsabile, ma vive troppo spesso all'ombra di una madre fin troppo presente, che la porta anche a compiere certe scelte forse sbagliate. Henny ha dei principi e delle volontà, delle aspirazioni professionali ben precise, e vorrebbe anche non avere bambini. Ma molto spesso sceglie troppo di fretta, pensa più agli altri che a se stessa, vive come sospesa. Sembra quasi una persona con tante belle idee, che però non mette realmente in pratica. A tratti, soprattutto nel finale, non sono riuscita a provare grande empatia con lei. È come se non avessi avvertito la sua perdita di un'amica. Come se non fosse per lei così importante, ma probabilmente è stata solo una mia sensazione. Non ho compreso soprattutto il suo chiudere gli occhi di fronte a un fatto grave commesso da un uomo a lei molto vicino. L'avrei spinta a chiedere di più, a essere forse per una volta più "impetuosa", che trattenuta. Anche se poi, in molte altre occasioni, è da ammirare. Soprattutto perché neanche lei si piega del tutto a quell'ideologia malsana del terrore.

Käthe è un personaggio del tutto diverso da me, ma che da un lato mi ha molto affascinata. Käthe è impetuosa, irruenta, passionale. Crede moltissimo nel comunismo e lotta sin da subito contro un potere in crescita. È forse tra i pochi a capire la piega che stavano prendendo gli eventi. Käthe ama a suo modo Rudi. Forse inizialmente non sembra amarlo così tanto, ma nel corso degli anni, si scopre molto di più. Questo legame cresce, si fa più vivo, più forte. Anche se la Storia molto spesso li allontanerà l'uno dall'altra. 


Ida inizialmente sembra insopportabile. La solita snob con la puzza sotto il naso, che ha tutto e si lamenta. Ma allo stesso tempo sono proprio queste persone che all'apparenza possiedono ogni cosa, che hanno più vuoto dentro. Ida vorrebbe assaporare una vita piena. Vorrebbe quasi uscire un po' fuori dal suo mondo ovattato, e proprio questa scelta la porta a trovare un amore difficile e contrastato. Complicato e impossibile per l'epoca. 

 

Lina (e la sua Louise) forse sono i personaggi che mi sono piaciuti di più (insieme ad alcune figure maschili). Lei è l'esempio perfetto di quello che si intende per Razza Ariana, ma allo stesso tempo compie delle scelte di cuore e persona che non collimano con quel potere, quell'ideologia. Lina capisce di amare Louise e con lei costruisce una vita. Lina è una persona moderna, che lotta per una scuola che vada avanti.

 

Erano tempi difficili per cominciare una vita nuova. Ma non era ancora troppo tardi.

 

Buio e Luce. 
Vita e Morte.

I binomi su cui si fonda questo libro.
E poi c'è l'amore, ma anche l'amicizia profonda, e ancora la famiglia.

Un romanzo che ti farà sorridere e piangere, ti farà arrabbiare e gioire, ti farà provare paura ma anche speranza. Più di 500 pagine che dopo un inizio un po' lento, voleranno via rapidamente, tanto che voltata l'ultima vorresti gridare un bel "NO, non può finire così, datemi il prossimo!".
Perché sì, ormai a questi personaggi mi sono affezionata e voglio sapere cosa succederà!

Il tempo scorre inesorabile. Gli anni passano, i personaggi fanno scelte di vita, crescono e si scontrano con una realtà sempre più dura. La Storia non è descritta con dettagli approfonditi, ma per chi l'ha studiata, bastano pochi particolari e nomi per capire tutto. E ti ritrovi ad aver paura, perché tu - lettore - sai cosa succederà di lì a poco, mentre loro no. 
È un romanzo diverso, dove per una volta non vengono raccontate storie dai campi di prigionia, con descrizioni minuziose di torture o altro, ma quelle poche pennellate che l'autrice ci dà, ci permettono ugualmente di comprendere.
Se amate le descrizioni dettagliate potrebbe apparire forse un po' "superficiale", anche perché non è facile racchiudere un periodo così vasto in poco più di 500 pagine. Ma... a mio parere è bello poter scorgere quegli anni dal punto di vista della vita quotidiana dei tedeschi. Vedere da un altro lato. Perché la guerra lascia sempre cicatrici, soprattutto a quelle persone che cercano solamente di vivere e andare avanti.

E poi, fa molto riflettere anche sul nostro mondo attuale.
I tedeschi non avrebbero mai permesso l'ascesa di un potere simile. Così si credeva. Eppure... 

Insomma, è un libro che consiglio. 
A me è piaciuto molto. E sono davvero curiosa di leggere il seguito - sperando però di sentire con più forza la voce delle donne, perché lo ammetto, una delle poche cose che mi ha fatto un po' storcere il naso è che ho avvertito maggiore la voce delle figure maschili. O almeno è una mia sensazione.


 

 

 

 

Forse era sbagliato lasciarsi andare alla felicità, se non la si poteva condividere con tutti i propri cari.

 

 

 


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Figlie di una nuova era, di Carmen Korn

Fazi Editore
524 Pagine
17,50 euro / 10,99 euro ebook
Data di uscita: 18.10.2018


Voto ♥♥♥♥

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