Follia, di Patrick McGrath - Recensione

12 Jul 2018

Libri

 

Ma scusa, provai a dirle, in cosa credi che consista il tradimento? Nell'andare a letto con qualcuno, o nella possibilità di distruggere, andandoci, la felicità di qualcun altro? Non è mai il fatto nudo e crudo, sono le conseguenze che avrebbe se si venisse a sapere: l'atto in sé è insignificante.

 

Chi può stabilire cosa sia la follia? Chi sia folle o meno? Cosa si intende per follia Domande, riflessioni, turbamenti. Tutto ciò scaturisce dalla lettura di questo bellissimo quanto perturbante romanzo di Patrick McGrath. Cresciuto durante l'infanzia nel manicomio criminale dove lavorava suo padre, il tema della follia non può non essere di suo interesse. Ed è perfettamente analizzato in questo libro, il cui narratore è proprio uno psichiatra, Peter Cleave, che guarda e descrive la storia con occhio clinico, apparentemente distaccato. Ma dobbiamo tenere gli occhi ben aperti su questo personaggio!

Ho notato diverse volte questo libro, ho sentito molte persone consigliarlo e, infine, complice un mercatino dell'usato ho deciso di portarlo a casa con me. L'ho letto qualche settimana fa e sono stata totalmente coinvolta dalla storia, tanto da non riuscire davvero ad abbandonarla. Lo stile di McGrath infatti ti trascina totalmente nella psiche dei personaggi, e ti spinge a indagare, a comprendere, e cercare di trovare la risposta a molti quesiti, a immaginare la soluzione di certe scelte, come piccoli detective curiosi.

Follia è caratterizzato da una forte tensione narrativa, da una sorta di senso di soffocamento, e di ansia. Almeno per me.

 

folliaSi tratta di un romanzo psicologico ambientato in Inghilterra alla fine degli anni 50. Siamo all'interno di un manicomio criminale dove arriva una famiglia: Max Raphael, che aspira a diventare primario del luogo, la sua bellissima quanto inquieta moglie Stella, e il loro bambino Charlie. Come dicevo, a narrare le vicende è un altro psichiatra più anziano, amico della coppia, Peter, il cui motivo di interesse principale nel suo lavoro sono soprattutto le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale.

Il motivo di tensione in una storia inizialmente "normale" avviene durante un ballo con i pazienti. Qui, Stella conosce da vicino Edgar e se ne innamora perdutamente e fatalmente. Se di amore si può parlare. Edgar sembra all'apparenza una persona sana. Grazie a una buona condotta ha ottenuto un regime di semilibertà che gli permette di lavorare per la famiglia di Max. Ha quindi la possibilità di incontrare più volte Stella e tra loro sboccerà qualcosa di intenso, passionale, carnale, che farà vacillare Stella e il suo ruolo di moglie e madre. La donna cade in una sorta di ossessione sessuale e nutre, pian piano, un desiderio così forte per Edgar, da spingerla a compiere anche scelte malsane. Impetuose. Istintive. Quando Edgar scappa, Stella lo seguirà ben presto. Lasciando il tetto coniugale. Ignorando i problemi che potrebbe causare al buon nome di Max, al suo lavoro, e soprattutto lasciando suo figlio, seguendo una sorta di libertà mai provata. Ma pericolosa.

Perché pericolosa?

Perché Edgar non è affatto innocuo come sembra. Infatti, è finito in quel manicomio per aver ucciso in maniera brutale sua moglie, a causa di un accesso di gelosia ossessiva che lo portava ad immaginare cose assurde, tradimenti continui. Edgar è anche uno scultore, un artista, ossessionato dalla sua arte, da quella voglia di realizzare una testa, una scultura, che vada oltre quello che scorgono i suoi occhi. Edgar cerca di comprendere il soggetto che ha davanti, riportando nella sua opera le persone come sono realmente.

 

Raggiunto solo a prezzo di sforzi enormi l'equilibrio psichico di un artista è così delicato che ogni distrazione, ogni interferenza della cruda realtà esterna possono distruggerlo in un attimo: per fare arte bisogna voltare le spalle alla vita. Sotto questo profilo Edgar era talmente sensibile che avevo sempre considerato la sua una personalità artistica allo stato puro. Per lui la relazione tra arte e salute mentale era tanto precisa quanto delicata: se la prima veniva disturbata, la seconda ne avrebbe risentito finendo per andare in pezzi.

 

Inizia così una discesa verso l'abisso, la paura, l'ansia, l'ossessione.

Ecco, forse è questa proprio la parola giusta per racchiudere il romanzo: Ossessione (termine che ripeterò molto spesso, perdonatemi!)

Io non sono riuscita a scorgere amore, almeno come lo intendo. Sì, forse alcuni potrebbero interpretarlo come una forma di amore malato, che però non è Amore. Ma pura ossessione.

Qualcosa che però non colpisce solo Stella ed Edgar, ma in un certo senso collega tutti i personaggi, in un vortice impetuoso che porta a un finale tragico e anche sorprendente e che ti farà crollare un po' tutte le certezze e spingere a riflettere.

Stella è una donna passionale che a lungo ha dovuto bloccare i suoi sentimenti, all'interno di una relazione fredda e vuota. Un matrimonio solo di fatto, privo di quella scintilla, di quell'amore che dovrebbe renderla più felice, viva. Un matrimonio che si basa solo su regole e apparenze. Stella si sente vuota, inesistente e, quando incontra Edgar, ci vede una sorta di salvezza da una vita arida, spenta. Stella sceglie questo senso di libertà (mentale e sessuale), anche rischiando la sua vita. Amore? Non lo so se è amore. Io, come già detto, la vedo solo come un'ossessione sessuale, verso quel desiderio che la fa sentire finalmente viva.  O forse come una sorta di amore idealizzato, ma non vero. Puro. (O almeno è quello che penso io). Senza Edgar, la vita non ha più senso. Senza questa "scintilla" Stella cade in depressione, si spegne pian piano, e compie gesti inspiegabili, assurdi, da condannare. Ma che in realtà si sarebbero potuti forse fermare con una maggior comprensione da parte di chi le è accanto e svolge un determinato lavoro.

Edgar è un uomo paranoico, affetto da violenti crisi di rabbia, che lo portano a compiere atti terribili. E anche un ottimo manipolatore. Ossessione e follia si riversano sia nella sua arte, in quel desiderio assurdo di raggiungere quella perfezione che vuole creare, sia nella gelosia morbosa verso un certo tipo di donne: quelle che sono più desiderate, e che possono quindi scatenare un tale scatto violento, a causa della paura di essere tradito.

follia2Ma questa follia caratterizza solo i protagonisti? A mio modesto parere no. Ma coinvolge anche i due psichiatri. Proprio quelle autorità che vogliono definire a tutti i costi cosa sia la pazzia.

Max, ad esempio, ha una vera e propria ossessione per le apparenze. Vuole mostrare al mondo l'immagine di un matrimonio e una famiglia perfetta che corrisponde alle regole dell'epoca, ma che in realtà non è vero. Max vorrebbe il ruolo di primario, un lavoro di prestigio. E quando questa occasione crolla, qualcosa si spezza. Ma forse, non comprende che anche lui ha una parte di colpa in tutto ciò che accadrà di lì in poi.

E, infine, Peter. Apparentemente è un semplice narratore esterno alle vicende, ma in verità avrà un ruolo molto importante che vi invito a scoprire. Le ultime righe sono davvero sorprendenti. Stravolgono un po' tutti i pensieri e ti fanno quasi venire voglia di rileggere tutto con occhio diverso. Ma forse, come scoprirete, anche lui sbaglia, ossessionato da questo interesse per tale "follia", e per l'amore che anche lui nutre per Stella. Ma qui taccio, per non svelare troppo.

Alla fine è facile domandarsi: ma chi è il vero pazzo tra di loro? Chi può stabilire chi è folle e chi no? E l'amore è una forma di follia?

Follia è un romanzo bellissimo che ti coinvolge, e che ti trascina in questa sorta di viaggio nell'ossessione. Sembra di stare in bilico su un precipizio dove i protagonisti oscillano e rischiano costantemente di cadere e perdersi per sempre.

Ma se solo fossero stati ascoltati e compresi, qualcosa si poteva evitare? Ègiusto giudicare prima di capire?

Tante, tante domande. Ma è proprio questo il bello dei libri scritti bene. Ti permettono di riflettere sulla vita e sui temi trattati. Di sviluppare una tua opinione e di provare emozioni - positive o negative -. Ti sorprendono.

Insomma, lo consiglio!

Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Quali riflessioni avete avuto?

Adelphi 294 Pagine Voto: ♥♥♥♥

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