Oggi voglio dedicarmi di nuovo ai libri, per parlare di una scoperta che mi ha fatto trascorrere ore ricche di curiosità, emozioni, e anche pensieri e riflessioni. Qualche settimana fa hanno trasmesso in tv il film "The Danish Girl". L'ho scoperto tardi, ma... mi ha lasciato un segno molto profondo. Ho deciso poi di correre subito a sanare la mia mancanza "letteraria", e mi sono totalmente buttata sulla lettura del testo da cui è stato tratto... ma, non mi sono fermata lì. La storia di Lili Elbe andava scoperta in maniera un po' più approfondita, e al romanzo di David Ebershoff è seguito "Lili: a portrait of the first Sex Change" di Lili Elbe ed edito dal suo amico Niels Hoyer, contenente anche diverse lettere e frammenti dei diari della vera Lili e di sua moglie Gerda. Chi ha già visto il film o letto il libro (romanzato, come più volte specificherò) sa già di cosa sto per parlare, per gli altri spero che sia una gradevole scoperta, che vi porterà ad aprire cuore e mente.
Quella descritta nel libro di Ebershoff e, di conseguenza, trasmessa nella versione cinematografica (che presenta comunque già delle leggere differenze con l'opera di carta) non è la vera storia di Einar/Lili ma, come ammette l'autore stesso, il libro è un'opera di fantasia liberamente ispirata alla storia di Lili Elbe e di sua moglie Gerda. Proprio per questo motivo, ho deciso di tentare la mia prima vera lettura in lingua (fuori dal mio percorso scolastico), e leggere il ritratto della vera Lili, per capire in maniera più profonda la sua vera essenza e anche ciò che ha provato durante le sue tante operazioni.
Vorrei premettere che io non sono sempre stata una persona di mente aperta, questo perché a mio avviso quando sei ignorante su certe cose non le puoi comprendere, soprattutto se provieni da una realtà ristretta, da un mondo - un piccolo paese - che non sempre capisce alcuni argomenti, che tendono ad essere definiti assurdi o incomprensibili. Poi cresci, fai esperienze, conosci persone, leggi libri e la mente si apre, così come il cuore, e quelle medesime cose che ti davano quasi delle sensazioni sgradevoli ora provocano emozioni diverse, più positive, tenere e commoventi. Questo perché vuoi comprendere e capisci che non c'è nulla di male, ma che ognuno deve avere la completa libertà di essere se stesso - se non lede a nessuno -, far scaturire la sua vera essenza. Chi siamo noi per giudicare?
Queste due letture mi hanno lasciato addosso delle bellissime sensazioni e mi sono, in un certo senso, affezionata a Einar/Lili e a Gerda/Greta; alla loro forza, al loro amore e al coraggio di affrontare il dolore e il mondo per essere se stesse.La storia narrata nel libro "The Danish Girl" - edito da Giunti - inizia dal punto in cui, per gioco e per l'assenza di una modella, Greta (così viene chiamata nel romanzo, Gerda, ma anche nell'altro libro - Grete -) chiede a suo marito Einar di posare per lei in vesti femminili. Dopo un iniziale imbarazzo, Einar accetta e qualcosa di strano accade. È come se una forza interiore lo portasse ad amare il modo in cui quella stoffa sfiora la sua pelle, come se non si sentisse estraneo in quegli abiti da donna. E così, sempre per gioco, Einar diventa Lili, la sua sorellina/cugina che di tanto in tanto appare al fianco di Greta o posa per lei. Grazie a lui, Greta trova anche una maggiore ispirazione per i suoi quadri e illustrazioni, che ottengono pian piano un grande successo, soprattutto a Parigi dove andranno a vivere per un periodo (fino a quel momento, Greta viveva quasi all'ombra del talento di suo marito, anche lui artista). Con il passare delle settimane, però, quello che sembrava solo un gioco diventa qualcosa di più profondo. Lili esige sempre di più il suo spazio; è come se all'interno di quel corpo maschile si nascondesse una fanciulla desiderosa di trovare il suo posto nel mondo, di emergere e vivere in quel corpo in cui Einar si sente sempre più inadeguato. L'artista inizia ad avere anche delle strane emoragie una volta al mese, e questo suo turbamento, questa sorta di lotta interiore, lo porterà a voler incontrare diversi medici, che però il più delle volte non comprendono o fanno danni, etichettandolo come schizzofrenico, omosessuale, nevrotico o pazzo. Einar sa che non è nulla di tutto ciò. Einar sa che quel corpo appartiene a Lili, che non può impedirle di uscire, ma sa anche che non può emergere realmente se lui mantiene quei connotati maschili. È per questo che alla fine giunge a una conclusione: se entro un anno non avrà trovato un rimedio, porrà fine alla sua vita. Vita che non sente più sua. Con l'aiuto di sua moglie - che non smetterà mai di sostenerlo e amarlo, nonostante forse in un primo momento vorrebbe riavere suo marito, lasciare che Lili sia solo un gioco tra loro - e di alcuni amici comuni, conoscerà finalmente un professore tedesco, il dottor Bolk, e nella clinica femminile di Dresda, dopo diverse operazioni dolorose, finalmente Einar può riposare in pace e lasciare che Lili viva.
Quella di Lili Elbe è una storia di forza e coraggio, un esempio di amore profondo e di volontà di essere totalmente se stessi. La protagonista, però, non è solo lei. Un ruolo importante è quello di Greta/Gerda, altra donna molto forte, che dimostra a mio avviso un amore unico per suo marito: pur sapendo di perderlo, lotta al suo fianco e lo sostiene. Di lei, nel romanzo, è narrata anche la sua vita passata... L'autore la descrive come un'Americana, che ha avuto già una storia in passato, ma che poi s'innamora di Einar e lo conquista. Gerda appare come una persona molto forte e indipendente, ma in dei momenti si scorge la sua fragilità: la sua paura di perdere amore e rimanere sola, o perlomeno io ho inteso ciò. Quindi è la storia di due donne: una che lotta per emergere, per avere il suo spazio nel mondo, che sente di essere sempre nata donna in un corpo di un uomo; dall'altro lato, abbiamo un'altra donna che cerca di sostenere il più possibile un marito che ama, e per cui vuole la felicità, ma che prova un forte senso di solitudine.
Dopo aver letto anche "Lili: a portrait of the first Sex Change" di Lili Elbe ed edito dal suo amico Niels Hoyer mi sono resa conto di quanto sia stato effettivamente romanzato. Molto è stato inventato, c'è stata solo una parte di ispirazione anche dal testo di cui sto parlando. Eppure l'ho trovato lo stesso un romanzo bellissimo, scritto con delicatezza e rispetto per i temi trattati, anche nel narrare momenti ed avvenimenti non proprio piacevoli. I personaggi poi sono tutti ben caratterizzati, in modo particolare le due protagoniste, ma ammetto che il finale - seppur anch'esso inventato eccetto la sorte di Lili - mi ha commossa leggermente di più nel film.
Mentre il primo è in un certo senso orientato soprattutto sull'immagine di Gerda, il personaggio che resta più impresso, a mio avviso; nel libro edito da Niels Hoyer ci concentriamo maggiormente sulla figura di Einar/Lili. È proprio Lili in un certo senso l'autrice, che però ha voluto scegliere pseudonimi per tutti loro: Einar diventa Andreas, Gerda diventa Grete, e via dicendo. Il libro inizia a Parigi, nel febbraio del 1930, con Andreas che è arrivato in un certo senso al limite, e si pone un obiettivo: se entro maggio non avrà trovato una soluzione si toglierà la vita. Ma, grazie a degli amici, riesce a trovare un medico che potrà aiutarlo.
This condition is gradually becoming intolerable. Lili is no longer content to share her existence with me. She wants to have an existence of her own.
Attraverso le sue parole, le sue sensazioni, frammenti del suo diario e delle sue lettere, noi apprendiamo cosa prova, il dolore delle operazioni, ma anche quella forza interiore che l'aiuta ad andare avanti, per essere felice, per sbocciare finalmente in quel fiore delicato che è sempre stata. Ho avvertito, però, anche una fragilità in lei. Lili è sì forte, dopo le operazioni si sente veramente in sintonia con il suo corpo, ma allo stesso tempo sviluppa come una sorta di paura nei confronti del mondo esterno alla clinica, mondo che forse non può capire. Lili è come se fosse una bambina venuta di nuovo al mondo, senza però un passato. Lili non ha madre né padre, perché il passato vissuto è il passato di Einar/Andreas. Così come il talento dell'arte appartiene a lui, e non a lei. Lili diventa - in entrambi i libri - una terza persona, diversa e distinta da Einar.
Andreas and I have really nothing whatever to do with each other. I have now been a few weeks in his birthplace, but I have felt like a stranger there all the time. [...] And in contrast to Andreas, who had to create the works of art from inner compulsion, my own life feels deflected from everything that constitutes art. Do I make myself clear? It is not with my hands that I want to be creative, but with my heart and with my blood. The fervent longing in my woman's life is to become the mother of a child.
Ci sono riferimenti ai rapporti con la sua vera famiglia, i fratelli e la sorella. E scopriamo anche che Gerda e Lili trovano nuovi amori, seppur manteranno sempre un rapporto unico, un legame profondo. Lili si innamora di nuovo, di un uomo che vuole vivere una vita con lei, sposarla e permetterle di rinascere lontana dal mondo di Einar, che ormai non esiste più. Lili sogna, sogna di andare oltre l'essere se stessa, l'essere una donna. In lei nasce il desiderio che hanno più o meno tutte le donne a un certo punto della loro vita: diventare madre. E sarà proprio questo suo desiderio, a spingerla a fare un'altra operazione, che però le risulterà fatale... Toccanti sono le sue ultime parole.
Now I know that death is near. Last night I dreamt about Mother. She took me in her arms and called me Lili... and Father was also there...
All'interno di questa lettura, ho trovato interessanti anche alcune parole di Gerda/Grete che vi riporto. Anche qui, ho ammirato molto questa donna. Non credo sia facile dover 'perdere' un marito che si ama, per lasciare il posto a una donna. In realtà Einar/Lili è sempre stato una donna dentro di sè, ma credo che sia comprensibile che vivere anni con una persona per la quale si prova così tanto amore e poi vederla "morire" non sia facile. Gerda dimostra una grande forza - al pari di Lili - e credo che la sua sia una grande dimostrazione d'amore: lasciare che l'altro raggiunga la sua felicità. E in realtà è anche lei ad incoraggiarla in maniera positiva, e a nutrire anche nei confronti di Lili un forte legame.
A human being who was born a man, who was my husband, my friend, my comrade - has now become a woman, a complete woman. And this human being was never intended to be anything but a woman. Like a sacrificial animal he has been dragged along with me for years until this German doctor brought him help! And today this human being has laid here bleeding under the knife of his helper. His body was opened, and disclosed a state of things which the craziest imagination would hardly have considered possible. The body of this human being contained stunted and wilted ovaries which were not able to develop because an inscrutable Fate had also given him the others, the male germ glands. This secret of existing as a double being, hitherto divined by no doctor, has only been unveiled today, after Werner Kreutz had guessed at its existence in Paris, and like a wizard deciphered it. [...] Andreas. He is the dead brother of Lili, who now lives, of the woman who has shared flesh and blood with him for almost a lifetime.
In conclusione vi consiglio di leggere entrambi i libri ma anche di fare ricerche più approfondite. Sul web ci sono molti articoli davvero interessanti a riguardo, oltre a molte opere dei due artisti. È stato interessante scoprire di più su queste donne, ma credo di aver scritto già troppo, pertanto mi fermo qui.
Poi non può mancare, naturalmente, il film - The Danish Girl - con una recitazione sublime e intensa di Eddie Redmayne (Lili/Einar) e Alicia Vikander (Gerda). Mi sono davvero commossa, tanto che subito dopo la visione non riuscivo a trovare le parole per esprimere cio' che ho provato... e tuttora non so nemmeno se sono riuscita realmente a farlo.
Quello che è certo è che Lili e Gerda mi mancheranno... mi hanno insegnato davvero molto sia sull'amore per gli altri che per se stesse, sia sulla lotta continua per essere se stessi in un mondo che forse ci vorrebbe tutti uguali e non comprensivo. Una storia triste nel suo finale, ma che in realtà va vista per un messaggio molto più profondo che vuole dare e che ho più volte espresso.
Letture che porterò sempre nel cuore.
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The Danish Girl, di David Ebershoff. Edito da Giunti Editore. 368 pagine
voto: ♥♥♥♥/5"Lili: a portrait of the first Sex Change" di Lili Elbe e Niels Hoyer voto: ♥♥♥♥/5
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