Credo che il Macbeth sia la mia opera preferita di William Shakespeare, se non LA sicuramente una di quelle che amo di più. È per questo che quando ho notato questo titolo all'ultimo Salone del Libro di Torino, non ho resistito. Amo il teatro e avevo anche voglia di conoscere una nuova realtà editoriale. Così, questo libriccino è tornato a casa con me, anche se ha dovuto attendere il suo momento per essere letto. Lady Macbeth è una figura che mi ha sempre affascinato molto, nonostante la sua crudeltà e oscurità. E anche la versione che ne dà Debora Benincasa in questo suo monologo - Lady Macbeth. God save the Queen -, mi ha ammaliata.
Un palco vuoto, solo un trono al centro.
Il corpo di Lady Macbeth si mostra pian piano, a partire dai tacchi altissimi.
Lei, elegantissima e sensuale, che assume a tratti sembianze mostruose.
Lei potente e furiosa. Sola e annoiata.
Lei che, infine, muore dal bisogno di sentire qualcosa.
Cos'altro dovremmo togliervi?
Ogni giorno prendiamo un pezzo della vostra dignità
e voi continuate a piegarvi senza nessuno che
trovi il coraggio di spezzarsi.
È un monologo teatrale feroce e grottesco quello che ci propone Debora Benincasa con la sua Lady Macbeth.
Il suo spettacolo diviene parola scritta, si riversa con la sua potenza tra le pagine di un libriccino pubblicato da SuiGeneris.
La sua è una rivisitazione particolare del mito shakespeariano: un continuo dialogo tra passato e presente, tra la storia narrata dal Bardo e quella che viviamo anche oggi. Lei, incarnazione del potere, che è disposta a uccidere o far uccidere per ottenere il potere, ma che è allo stesso tempo annoiata dalla sua esistenza, dall'uomo a cui ha donato sé stessa, da tutte le persone che la circondano, sempre così perfette e disponibili, sempre pronte a servirla, senza mai alzare la testa o dare un segno di ribellione.
Con il suo sarcasmo, questa Lady Macbeth cerca di mostrare anche il marcio della società, la sua ipocrisia. Oggi come ieri.
Uomini che piangono quando sono costretti a uccidere un Re, ma che poco prima hanno ucciso tantissimi altri uomini, alcuni poco più che bambini, senza neanche un briciolo di senso di colpa.
Re che muoiono, che vengono venerati, ma che in verità nascondono il marcio.
Uomini che cercano di nascondere alle donne l'orrore della morte, ma sono pronti a parlar loro male alle spalle o ad arrecare violenza.
Ma nella sua ferocia, nella sua spietatezza, questa figura oscura più vicina al mostro o alla strega cerca anche di spingere chi l'ascolta a fare qualcosa, a opporre una qualche forma di resistenza, a disobbedire alla crudeltà dei potenti, di chi ci arreca un qualche torto.
Questa donna sola, su quel palco, che indossa un vestito di trasparenze, contrasti e paillettes lungo fino ai piedi, osserva costantemente il suo pubblico, i suoi lettori. Ci guarda sempre negli occhi e ci mostra il peggio del mondo e forse anche di noi.
Anche dall'alto della torre, non vede nulla. Non sente nulla. C'è solo nebbia. E poi il sangue. Quello che scorre nelle sue mani, quello che la porta a una lenta e inesorabile caduta nella follia, fino ad arrivare a un ultimo atto, pronta a morire pur di avvertire qualcosa.
Come scrive l'autrice:
Lady Macbeth è il frutto pericoloso di un mondo che spinge all'insensibilità.
Un mondo che ci porta sempre di più a pensare solo a noi stessi, a voltarci dall'altra parte davanti alle richieste di aiuto, a dimostrarci sempre forti per nascondere le nostre fragilità, ad accettare un ambiente tossico incapaci di ribellarci. Un mondo sempre più marcio. Questa creatura terribile, ma allo stesso tempo affascinante, ci sprona però a liberarci dalle catene, a lottare, ad andare contro questo pericolo, a non perdere la nostra meravigliosa, quanto fragile, sensibilità.
È un testo che, seppur nella sua brevità, va letto con molta attenzione, provando a immaginare di essere seduti lì, sotto il palco, a fissare l'attrice che dona il suo corpo alla Lady oscura di Shakespeare, in una versione moderna, ma altrettanto affascinante. Per quanto io creda che la parola scritta possa essere assolutamente potente, ammetto però che secondo me in teatro questo monologo avrà di sicuro ancora più forza. E, infatti, è lì che nasce, prima di essere portato tra queste pagine.
Se amate il teatro, se adorate come me la figura di Lady Macbeth e volete scoprire questa rivisitazione attuale, vi consiglio di recuperarlo!